Capitolo 5 (I). Tenerezze e addii

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«Ilì, chiuove! Va' nchiude' r' animali!», Maria vide la botola aperta e la chiamò dal basso.

«Mo' vade!», Ilaria urlò, e poi «ue' Ma', me n'aggia i'», disse più a a bassa voce; si staccò dal fratello e cominciò a scendere per la scaletta.

«Devo venir con te?», Marco si stava alzando. 

«No, tu sta cca', facce subbeto», gli sorrise e poi scomparve dal pavimento, «nun e' cosa toia.»

Marco non fece in tempo a ribatterle che sentì solo il rapido toc toc dei suoi zoccoli di legno sui gradini e poi i suoi passi al piano di sotto fino in cameretta; la pioggia continuava a battere ritmicamente sulle tegole; non avendo più il calore della sorella dietro, sentì i brividi e la stanchezza del viaggio, ma non osò seguirla e, avendo paura che se fosse ritornato in cucina per scaldarsi al caminetto, quelle due vecchiette gli avrebbero attaccato di nuovo bottone (le loro voci, attutite, arrivavano ancora, fin lassù), curiosò in altre scatole e, in una a fianco, trovò dei maglioni di Antonio, ben piegati. Ne prese uno, era largo per lui, ma morbido, fatto a mano, lo indossò; c'era ancora un po' l'odore di dopobarba.

«Papà...», gliel'aveva sempre sentito indosso, gli venne in mente il padre all'aperto, con pennello e schiuma, rasoio a baionetta, acqua calda in una bacinella e uno specchio appeso al pero di fronte casa; si appoggiò alla colonna, respirò a lungo, si guardò intorno e, solo allora, ne sentì il vuoto; scese accucciato, prese un lembo del collo, lo avvicinò al viso, aspirò l'odore, «no, non l'abbandonerò più Ilaria», disse, e gli sembrò di essere ascoltato.

Ilaria, invece, dopo esser scesa veloce, corse in camera sua per cambiarsi l'abito del funerale. Aprì il secondo cassetto mentre Marco prendeva il maglione del padre e notò che qualcuno c'era passato; una camicia era piegata male, con una manica che spuntava, una gonna era girata al rovescio.

Sospirò, «ue' Ma'...», disse a sé stessa sottovoce; prese una camicia e una gonna da casa; pensò però ad altro, volle sincerarsi che i suoi sospetti fossero esatti, le venne però il batticuore, chiuse e, dopo un grosso respiro, aprì il primo cassetto e fece uno sguardo di sorpresa.

Anche lì era passata una mano diversa dalla sua; se ne accorse dalle spalline del reggiseno color carne messe in un modo diverso dal suo (invero Marco, non sapendo come ripiegarlo, ne aveva fatto una specie di palla), sorrise, non ne fu intimorita, anzi, lo prese, lo pose sul comò, chiuse il cassetto, si tolse il vestito e si guardò allo specchio.

«E' frateme...», sospirò, prese i suoi seni e li avvicinò tra di loro, se li guardò specchiati; «Marco m'e' frate...», storse la bocca, guardò il rosario appeso: «Maronna, cum'aggia' fa'? E' frateme...»; prese il reggiseno, lo guardò fra le mani, «mo' parte...e doppe?», si morse il labbro inferiore, vide la sua borsa lasciata sulla sedia dal mattino, provò a immaginarsi quella casa di nuovo senza di lui e senza il padre; guardò la finestra, con il vetro rigato dalle gocce; con indosso solo gli slip sentiva lo spiffero dal telaio che non chiudeva bene e il fischio del vento che gettava la pioggia contro il vetro con raffiche potenti e brevi; sentì un senso di inquietudine e di vuoto.

«Me n'aggia i' da cca'», disse a sé stessa, sottovoce, e, mentre Marco, sopra di lei, in soffitta, stava odorando il dopobarba del padre, Ilaria ne sentì il giudizio, o, meglio, la disapprovazione, «r' sacc', papa', e' sbagliato, m'e' frate», sospirò, ma nello stesso tempo si sentì anche in dovere di ripagare Marco per ciò che cominciava a sentire come un'ingiustizia, «l'avite lassato sulo ppe guarda' mme...»

Ripensò a quella lettera vista prima, rivide lo sguardo triste del fratello mentre la leggeva, riprese in mano quel reggiseno, sentì di non doverlo più lasciare solo, e il sentimento che fosse sbagliato cominciare a provare attrazione per lui si scontrò con la voglia di fuggire da una vita di contadina con la madre e di ripagarlo; intuì che al fratello potesse far piacere vederla così; la voglia ebbe meglio sulla vergogna e più per la curiosità di vedere la sua reazione che per reale malizia lo indossò.

Dolore e perdono (Parti I - VI) [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora