Poco dopo si svegliò Emanuele; il resto del pomeriggio per Ilaria passò abbastanza sereno fino alle cinque quando squillò il telefono. Era Andrea.
"Pronto?"
"Ilaria... senti..."
"Andrea... finalmente! Dove... dove sei? Vieni?"
Ma Andrea sembrava scocciato, le disse in tono brusco:
"Non ho tempo di parlare, né voglia, Ilaria, posso chiederti solo cosa pensavi di fare chiamando mio padre? Gli hai detto anche tutto di te e Marco... ma che hai in testa?"
Ilaria si sedette, sentì il pianto arrivare.
"Ma, Andrea, io... volevo solo una voce amica... tu non vieni più, volevo sentire il nonno, volevo che ti parlasse"
"Ilaria, non è solo il nonno, è un avvocato penalista prima di tutto. E ad un avvocato penalista tu vai a dire che tuo fratello ti voleva portare a letto quando tu avevi quattordici anni? Cosa pensavi che ti dicesse? E' già tanto che non l'ha denunciato, e solo perché non ha prove. E' tornato a casa più sconvolto di me, povero vecchio, lo volevo tenere all'oscuro. Ora te lo sei fatto nemico. Ve lo siete fatto nemico, tu e Marco, perché lui vuole bene tanto ad Anna, è la sua figlioccia... e adesso sa che Anna è fidanzata a un quasi pedofilo incestuoso, stava per avvisare il padre di Anna ma l'ho fermato in tempo, perché so che Anna, per qualche ragione che non so, ha accettato la situazione e ne sarebbe andata di mezzo pure lei con suo padre se avesse saputo che lei sapeva e non l'ha lasciato. Hai fatto una caos, adesso Ilaria, facendo così. Perché non startene buona? non dico che sarei tornato con te ma magari avremmo potuto salvare le apparenze per amore di Emanuele... mi dovevi solo dare un po' di tempo, ma senza tirare in ballo mio padre."
Ilaria cominciò a piangere.
"Andrea comprendimi, mi fai star male a dire così, a non venire... io... erano cinque giorni che non ti sentivo, che non sapevo nulla di te, non riuscivo a parlarti, perché prendertela se ho chiamato tuo papà? Marco non mi ha fatto nulla, nulla, mi ha sempre amato in modo puro, cosa c'era da denunciare scusa? Solo perché abbiamo espresso il nostro amore in modo affettuoso ma senza far nulla? Ne avevamo bisogno, ora lui è con Anna ed è felice, io sono felice per loro, cosa fa di male ad Anna? anche se tuo papà è suo padrino, di cosa si può lamentare? Anna è amata tantissimo, io conosco Marco, ma io volevo solo un po' di comprensione. Perché? Perché questo silenzio? Torna, almeno saluta tuo figlio."
Andrea dopo qualche secondo disse:
"Ilaria, come faccio a tornare, dopo quel che è successo? Forse... forse ci stavo pensando, tra qualche tempo, ma adesso, con mio padre che è di là a piangere come un bambino come faccio? Dimmi."
"Piangere, ma perché Andrea, che ho fatto a tuo papà?"
"Che hai fatto? Ma gli hai distrutto la tua immagine! Cosa hai fatto Ilaria. Gli hai detto che volevi fare dei figli con tuo fratello, lui ti pensava già come una figlioccia, una nuora da amare come una figlia, una mamma sostituta per me, lo sconvolgi poverino, gli hai distrutto la tua immagine, abbi pazienza, io, per quanto chiuso su questo aspetto, ho quasi trent'anni, ma al limite posso quasi capire, quasi... non so... ma quasi... o comunque non essere così sconvolto, ma lui ne ha quasi settanta, avresti dovuto lasciarlo fuori da tutto."
"Andrea, però, chiedo scusa a tuo papà, se ho sbagliato, ma torna tu... a casa di tuo figlio. Torna a trovarci."
"Ma non è casa mia Ilaria"
"E' casa di tuo figlio, Andrea, dovrebbe bastarti, io faccio tutto per lui e l'ho continuato a fare in questi giorni."
"Non lo so, Ilaria, non lo so. E' troppo quel che chiedi a me e adesso anche a mio padre, i tuoi disegni sono troppo orribili e... francamente non voglio averci più nulla a che fare. Ora ti saluto."
Mise giù. Inutilmente Ilaria tentò di richiamarlo. Il cameriere filtrò di nuovo la telefonata.
La prima notte in villa andò bene per Marco, dormì come in vacanza, senza alcun pensiero, e al mattino della domenica alle sette e mezza era già di sotto; Anna con i suoi scesero poco dopo. Nessuno di quella famiglia era un dormiglione, anzi... Walter si era già alzato alle sei per fare il suo jogging mattutino e quando Marco scese era in giardino a fare stretching. Franco servì la colazione nella saletta a fianco alla cucina; per Marco fu difficile farsi servire dal fidanzato della madre, ma così era la situazione e cercò solo di non metterlo in imbarazzo, sembrava che a lui facesse piacere servirlo come gli altri e glielo fece fare.
In quella domenica si parlò anche dell'estate. Di solito, come preannunciato a Maria, i Tivoli andavano per un mese circa in villeggiatura in Veneto, dove la mamma di Anna aveva una tenuta e aveva ancora i suoi genitori; Marco, sebbene già molto accolto in famiglia, non era ancora ufficialmente fidanzato con Anna e la sua presenza, in modo implicito, non venne richiesta, neppure da Anna che, come per la convivenza in via Luccoli, non volle andar contro le tradizioni. Da quel che Marco capì i nonni materni di Anna erano dei proprietari terrieri, forse addirittura di origini nobili, che abitavano in una grande tenuta, forse quasi un castello, dalle parti di Treviso con cavalli e vicino ad un campo da golf; Anna gliene parlò con affetto, anche se il suo cuore era sempre per la nonna Francesca mancata. Marco, allora, disse ad Anna che avrebbe accompagnato Ilaria ed Emanuele a Colliano visto che Andrea molto probabilmente non si sarebbe più fatto vivo. Non si sarebbero visti per qualche settimana, ma non si intristirono; da quando Anna aveva parlato a sua madre non era più gelosa di Ilaria, capiva quel che c'era dietro ed anzi spinse Marco ad andare a Colliano, capendo che, per Ilaria, fare il viaggio con un bambino di due mesi da sola non sarebbe stato possibile.
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Dolore e perdono (Parti I - VI) [in revisione]
General FictionUna storia di sofferenza e redenzione, una passione ostinata e proibita, tre famiglie coinvolte, trent'anni di storia. Marco e Ilaria, due fratelli divisi da quasi mille chilometri si rincontrano per il funerale del loro padre. Così diversi e così s...