Capitolo 31 (2°). Silvia entra nel Disegno

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La notizia della rottura improvvisa dei rapporti fra Ilaria e Andrea non tardò ad arrivare alle orecchie dei genitori di Anna; malgrado Andrea avesse detto ad Ilaria che il padre non avrebbe avvisato i Tivoli egli lo fece comunque, per via della loro lunga amicizia, anche se in modo, diciamo, discreto.

L'avvocato e il papà di Anna solitamente, se gli impegni di lavoro lo consentivano, si vedevano a pranzo in una trattoria vicina all'ospedale dove il primario aveva sempre un tavolo libero. L'avvocato aveva lo studio in Piazza della Vittoria, proprio sotto il Galliera, gli bastava salire per le scalinata delle "Caravelle" per arrivare a destinazione: una piccola fatica che, però, faceva volentieri per mantenersi in forma. Luigi spesso gli diceva: "Giorgio, fai troppa vita sedentaria, e mangi troppa carne, giri in Taxi anche per fare cinquecento metri, almeno fai le scale per venire da me, ti fa bene al cuore, non sei più un ragazzino." 

Il giorno successivo al colloquio con Ilaria, 24 giugno, era festa patronale per Genova, S. Giovanni Battista; Luigi però era di turno in ospedale, Giorgio ovviamente era in festa ma si erano messi d'accordo per vedersi ugualmente a pranzo; l'avvocato andò all'appuntamento pensieroso: voleva in qualche modo metterlo in guardia contro dei possibili pericoli, per sé reali, nell'unione fra la sua figlioccia e Marco senza rivelare troppi particolari.

Quel giorno il menù offriva dello stoccafisso o arista di maiale. Giorgio si sarebbe fatto fare a parte la sua solita milanese ma Luigi, precedendolo e senza consultarlo, prese due porzioni di pesce. Non ebbe bisogno di entrare in argomento, il suo occhio clinico si era già accorto di qualcosa. Gli aveva detto:

"Oggi è festa e mangiamo pesce, non voglio sentire obiezioni: lo stoccafisso ha tanti Omega3 per le arterie, altro che maiale o la tua solita bistecca, poi è meglio che vieni nel mio studio uno di questi giorni, non ti faccio un ECG da quasi un anno, non mi piace il tuo colorito oggi, cos'hai?"

L'avvocato malinconicamente dispose il tovagliolo sulle sue ginocchia e svuotò la pipa nel posacenere con gesti lenti e misurati. L'avrebbe poi fumata dopo pranzo; era una delle concessioni che aveva strappato a Luigi, quella della pipa dopo  il caffè. Gli aveva sempre detto: "Va bene tutto, Luigi, ma la pipa dopo pranzo non me la faccio togliere neppure dal primario. Mettimi pure paura con i tuoi bypass, ma io a questo non rinuncio". Dopo il suo rito gli disse:

"Allora, si c'è qualcosa... ma da dove iniziare? E' una cosa così... strana. Luigi, entro subito in medias res: tu come vedi tua figlia con Marco?"

Luigi cadde dalle nuvole:

"Eh, Giorgio? In che senso, scusa."

L'oste che, per loro, clienti abituali e importanti, faceva anche il cameriere, portò loro lo stoccafisso con patate.

"Dottore, avvocato, oggi è proprio una squisitezza, buona festa di S. Giovanni e buon appetito."

"Grazie Nicola, sembra proprio buono, che profumo."

"Eh, già.", ammise l'avvocato con le orecchie basse.

Giorgio non è che amasse proprio lo stoccafisso, non aveva protestato per far contento Luigi, quel giorno avrebbe preferito prendere l'arista con patate al forno; cercò di trovare delle parole adatte mentre l'aroma delle olive taggiasche con capperi gli solleticava il naso. Continuò:

"Nel senso... di coppia, come li vedi?"

 Luigi ci pensò un poco, fece una ricapitolazione mentale di tutti gli ex di Anna; a parte Luca degli altri non è che ne avesse molto parlato in famiglia, Marco era il primo dopo cinque anni che portava in casa, ma si sapeva della loro presenza e, soprattutto, si ricordava di come Anna era instabile in loro compagnia. Al confronto mentale Marco li batteva tutti, sia come serietà, sia come potere di far star serena sua figlia; era praticamente una fotocopia di Luca. Rispose: 

Dolore e perdono (Parti I - VI) [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora