Capitolo 34 (2°). Emanuele conteso

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Il resto del pomeriggio per Ilaria passò sereno, la visita imminente di Andrea, sebbene con Silvia, era un evento che la rendeva contenta almeno per suo figlio; si metteva nei suoi panni e capì che per lui era importante; pazienza se avrebbe dovuto sopportare Silvia. Tuttavia il timore che Andrea avesse detto a lei del suo amore per Marco la rendeva triste, perché in cuor suo sapeva di non far nulla di male, ma sapeva che Andrea aveva un modo di parlare da suscitare nelle altre persone sentimenti negativi. Non si sentiva in colpa perché ella con Marco non aveva fatto mai nulla e comunque, da quando c'era Anna, si erano dati la promessa di non agire... e allora perché Andrea continuava a parlarne? Forse aveva ragione Marco, era solo un orgoglio ferito il suo, orgoglio di uomo scartato in favore di un altro, che fosse il fratello o meno era secondario.

Era comunque di buon umore, perché, impicciona o meno, Silvia aveva ottenuto un risultato, farlo ritornare e, dopo aver ripassato un paio d'ore per l'orale fece anche un dolce al cucchiaio veloce con quel che aveva in casa preparando una crema pasticcera e inzuppando dei biscotti col caffè facendo una sorta di tiramisù leggero e fresco. Voleva comunque accogliere bene Andrea, farlo sentire di nuovo accettato, pensava che, se l'avesse vista ancora così, sorridente verso di lui, che non provava rancore, che gli cucinava ancora cose buone egli sarebbe ritornato altre volte senza Silvia.

Non tardarono; alle sei e venti la macchina di Andrea entrò nel giardino di Ilaria. Andrea aveva del resto ancora le chiavi del cancello; vedere Silvia uscire da quell'auto, da quell'auto che, fino a poco tempo prima, portava lei col pancione e dopo Emanuele appena nato le fece una strana impressione, non proprio di gelosia, ma come di un posto ormai perso, un rimpianto di un periodo comunque sereno; essi, d'altra parte, le fecero una strana impressione: come di una coppia già formata anche se, quando scesero, non sembrarono stare uniti, sembrava solo che Andrea le avesse dato un passaggio. Ilaria era ad attenderli dal balcone con Emanuele in braccio, gli aveva detto a lungo che sarebbe arrivato il papà ed egli era rimasto sveglio aspettandolo, aveva appena preso il latte.

"Ciao!"

"Ciao Ilaria", disse Silvia, facendo per prima i gradini verso il balcone. "Che bello Emanuele, ciao tesoro! sei sveglio? Hai aspettato il papà? Ma che bravo."

Andrea però era rimasto indietro, accanto alla portiera del guidatore, non saliva.

"Andrea?", lo chiamò Ilaria. Ma egli sembrò quasi non sentirla; rimase fermo. "Andrea, sali?", gli ripeté Ilaria, lievemente preoccupata.

"Silvia, glielo dici tu?", disse.

"Dire cosa?"

"Ehm...", Silvia cercò di mediare. "Ecco, Ilaria... Andrea non vorrebbe salire in casa tua."

"Come?", Ilaria si allarmò. "Andrea... ma... cosa stai lì in giardino? Sei venuto per noi, vero? Sali, vieni.", scese i gradini per andare verso di lui, passando di fianco a Silvia, sempre tenendo Emanuele in braccio. Gli andò vicino, gli disse "Oh, sia ringraziato il Cielo Andrea, ti rivedo qui", gli sorrise, "guarda, c'è Emanuele sveglio. Emanuele, saluta papà, fa' ciao", gli prese la mano e la agitò come per salutare. Emanuele sentì la mamma con una voce diversa, allegra ma tesa, e non capì, gli stava agitando la mano per fare cosa? Però vide davanti a sé il papà, finalmente, e gli fece un sorriso che però Andrea ignorò. Ilaria glielo porse gentilmente: "Prendilo, Andrea... è da tanto che non lo prendi in braccio. Portalo a casa tu. Andiamo."

"Io... in casa tua non salgo Ilaria. E tieni Emanuele, per favore, non lo prendo.", disse Andrea non guardandola negli occhi.

Ilaria si sentì persa, non seppe cosa dire, Emanuele le era rimasto in braccio anche se aveva fatto un sorriso al papà.

"Come Andrea, non sali? Non sei venuto per questo oggi? Non sei venuto per trovare tuo figlio? Parcheggi e stai qui? Ma... cosa è successo?", si girò verso Silvia rimasta dal balcone. "Cosa... cosa è successo? Silvia? Non mi hai detto che sareste venuti? Io... vi ho aspettato, ho anche preparato un dolce! Perché stiamo qui in giardino? Saliamo, no?", girò la testa a turno, in attesa di una spiegazione da uno dei due.

Dolore e perdono (Parti I - VI) [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora