Capitolo 20 (2°). Zia Anna, papà Andrea

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Nel frattempo, mentre i micini facevano le fusa, Ilaria chiamò Andrea.

"Testino, buonasera." Una voce maschile, giovane.

"Andrea, sei tu? Sono Ilaria."

"No, signorina, un attimo che glielo passo. Come ha detto che si chiama, scusi?"

"Ilaria"

Sentì la chiamata messa in attesa e poi un rumore come di un passaggio di apparecchio. Andrea rispose:

"Pronto, sei davvero tu Ilaria?"

"Sì, sono io Andrea"

"Cosa c'è Ilaria? Il papa sta annunciando in mondovisione la fine del mondo e mi vuoi avvisare? Come sei premurosa! Aspetta che accendo la TV. Su che canale? Ah, scusa, a reti unificate, che scemo... Tutto bene?"

"Sì, sto bene, però, ecco... è successa una cosa Andrea e sarebbe meglio vedersi, per... parlare, soltanto, come l'altra volta... non come pensi tu."

"Io non penso più niente Ilaria, specialmente su di te, mi sono arreso ai tuoi dei qualche tempo fa. Ma... hai un tono di voce strano, che c'è?"

"Andrea forse è meglio che te lo dica a voce. Vediamoci."

"Non dirmi che sei incinta."

"... C.Co.. Come fai a saperlo?"

"Anche io ho le mie sensazioni Ilaria, non solo tu hai i telegrammi dal cielo. Scherzo... "

Andrea rimase un attimo a pensare. Ilaria era ammutolita, in piedi, in corridoio, con l'apparecchio in mano, senza saper che dire. Dopo qualche secondo Andrea riprese con voce seria:

"In realtà... lo ammetto, quella sera avevo bevuto un po' troppo. Forse non ci feci molto caso. Diciamo che il coitus interruptus non va troppo bene quando hai bevuto un po', avrei dovuto sempre portarmi dietro i preservativi, ma chi se lo aspettava una così bella cosa in quella sera noiosa con quelle oche o dottoresse ammuffite amiche di Anna e Walter? Non volevo mica farmi scappare l'occasione con te perché non avevo con me nulla... Una volta sobrio ho sempre avuto il sospetto di aver combinato un guaio, anche per quello ti cercavo un po' tanto nei primi tempi, non solo per vederti: avevo sempre la sensazione che mi dicessi che fossi incinta... era un pensiero così, sai, quando ti frulla in testa. Poi mi dicevo, mah, non mi chiama, o non è stato così o se lo vuole tenere per sé e mi ha usato per i suoi disegni cabalistici. Certo è che se l'avessi poi saputo da Anna mi sarei arrabbiato, questo sì. Ora mi dai la conferma, un po' in ritardo, ma vabbè, poi mi dirai anche perché di questo ritardo, di sicuro c'entra la madonna."

Dopo un poco riprese, più allegro. Ilaria stava sempre in silenzio.

"Be', direi che saperlo il giorno della Befana è quasi divertente, vero? Dove sono i Re Magi? E la mangiatoia? Il bue e l'asinello? Dai, dobbiamo vederci. Tanto ormai c'è... e facendo due conti è un po' troppo tardi per liberarsene, anche se io per la verità non te l'avrei chiesto. Tu stai bene? Ti vengo a prendere stasera. Mettiti un po' elegante, non cenare, ho in mente qualcosa."

"In che senso, perché Andrea?"

"Come perché? Festeggiamo, no? Tanto che c'è, che devo fare, impiccarmi? Urlarti dietro? Te l'ho detto: ero io quello esperto, tu la vergine: ero io che avrei dovuto pensarci. Alla fine mi dirai pure che l'avevi previsto, sono curioso di saperlo. Ti vengo a prendere alle otto, Non ti scomodare a dirmi dove abiti, la cara dottoressa Anna mi ha dato tutti i tuoi recapiti, Ciao ciao Ilaria, a dopo."

"Ciao..."

E mise giù. Ilaria stette in silenzio, non sapendo che pensare. Irene era lì in sala a guardare la tv: si confidò con lei dicendole la reazione di Andrea.

Dolore e perdono (Parti I - VI) [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora