Capitolo 36 (4°). Un impegno vincolante

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"Signor Luigi, mi scusi per l'altra volta se non sono passato a salutarvi, ma... ero un po' sconvolto, è stato un periodo molto intenso per me."

Luigi non sapeva ancora nulla della bozza di accordo che Andrea aveva dato ad Ilaria, Anna, avvisata da Marco, non aveva ancora fatto in tempo a dirglielo; gli disse:

"Non ci pensare Andrea, è tutto a posto. Ora ti vedo con il bambino di fronte ad Ilaria e ciò è già un buon risultato. Non importa che tu abbia adesso Silvia; se era destino così, va bene così: farete i genitori separati, ne è pieno il mondo, purtroppo. Non è importante ciò che si fa di male, è importante rendersene conto e rimediare, se riuscite ad andare avanti così... per me va bene."

"Io... è successo in quest'ultimo anno tutto all'improvviso; credo di esser diventato papà proprio nel momento giusto della mia vita, anche se non ci pensavo proprio, era l'ultimo dei miei pensieri, ma Ilaria mi ha messo di fronte a questa cosa in modo così... atipico... com'è suo solito del resto, quella ragazza è così particolare, ma solo per questo la dovrei ringraziare; ma, mi creda, io... non voglio parlar male di nessuno ma ammetterà che certe cose sono fuori dagli schemi e ci vuole tempo per digerirle."

Luigi gli mise un braccio al collo e fecero due passi così, insieme, mentre Emanuele era ancora con il colletto della camicia del papà in bocca, Andrea non si accorgeva della bava di Emanuele che gli stava colando addosso; il sapor di bucato misto al suo dopobarba era proprio una delicatezza per lui.

"Oh, Andrea, quando parli così complicato sembri proprio un professore: io sono un semplice medico, terra terra. Per me il paziente o è vivo, e ci posso ancora far qualcosa, o è da obitorio e lo mando laggiù, dove tutti andremo, mi tolgo la maschera e accetto per quel giorno la sconfitta; se iniziassi a usare paroloni in sala ne perderei molti di più. So a cosa ti riferisci, ho parlato con tuo papà; dille le cose come stanno, non devi aver vergogna con me, ognuno la pensa un po' come vuole."

Andrea era sulle difensive: aveva paura di aprirsi in quel momento ma era anche vero che sembrava che Luigi volesse da lui una confessione per capire fino a che punto ci fosse stata una frattura. Decise di esser diplomatico, come gli aveva suggerito il padre.

"Vede, signor Luigi; io credo che in ogni situazione ci siano diversi livelli di verità; scusi, uso ancora un linguaggio letterario, è l'abitudine, ma... Ilaria e Marco io non li capirò mai, non capirò mai specialmente Ilaria che sembra il vero motore del tutto, Marco da solo... secondo me non avrebbe neppure cominciato. Non capirò lei che accetta una situazione simile, ma non lo dico per offendere, mi creda, non ne voglio parlar male, solo ammettere la mia ignoranza, perché sicuramente lei ed Anna sapete cose che non so; continuate ad accoglierli in casa sapendo cosa c'è stato e cosa c'è ancora tra loro. Vi auguro tutto il bene del mondo, ma io... mi sono voluto staccare da Ilaria perché non capivo e mi faceva paura, mi perdoni. Le chiedo scusa ancora se mi sono comportato male però ognuno ha i suoi limiti e quell'amore era il mio. Se per voi non lo è, io... chi sono per giudicare? Ha ragione: alla fine andremo tutti in obitorio, malgrado lei sia un ottimo medico, forse aver a che fare con la morte tutti i giorni come nel suo caso fa cambiare; di fronte a quello ogni altra questione perde un po' della sua importanza. L'unica cosa vera, terra terra, che vedo è che sto tenendo mio figlio in braccio, figlio fatto con Ilaria che, malgrado non capisca, è sua madre e... lo accetto, anche se ho dovuto ingoiare una pillola amara."

"Bravo Andrea,", gli disse battendogli la mano sulla spalla, "sei un bravo ragazzo, così mi piaci, quando ti togli quell'aria da professore e ragioni come noi umani. Non puoi giudicare infatti: io so cose su loro due che tu non sai e, comunque, le vedo diversamente da te. Chi ha ragione? Chissà, lo vedremo. Non me ne occupo ora: Anna è serena e questo è l'importante. Tu sei rimasto imbarazzato dal loro amore? Va bene, ne hai il diritto; ti sei allontanato da Ilaria, era un tuo diritto, ma non era un tuo diritto trattarla male. Per fortuna questo l'hai capito. Ora c'è Silvia, benissimo, sembra una brava donna, vedo che con mia moglie si sono già trovate, guardale lì come già parlano, staranno almeno due ore a parlar di libri, meglio così, portala qui più spesso, Sara penso abbia bisogno di parlare della sua passione con qualcuno; io a volte mi perdo quando Sara mi parla di letteratura: qui tra due medici, un ingegnere, una sarta e un futuro agente di borsa non ha molti interlocutori nel suo campo; io... mi sporco le mani tutti i giorni e non di cose belle, i romanzi li lascio agli altri. Ora ti saluto, vado a parlare ancora un po' con Walter, gli devo dir due cose a quattrocchi, non lo vedrò per un anno... anche se, devo dire, quando è in casa lo vedo ancora di meno."

Dolore e perdono (Parti I - VI) [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora