La scala scendeva con gradini bassi, fatti con mattoni rossi, gli stessi che, a lato, lastricavano il viale carrabile che scendeva facendo due "S" elegantemente contornate, nell'interno della curva, con aiuole decorate da un prato raso e alcune piante grasse. Ulivi, invece, erano a destra della scala e al fondo dove si incominciava a intravvedere un prato dove varie persone si godevano il fresco della sera.
Ma, prima di arrivare al fondo, videro, sul secondo pianerottolo, sulla destra, una terrazza con una piscina di una decina di metri; tavoli con bevande e cibi erano poggiati alla ringhiera e verso il fondo dove c'erano le cabine e lettini e un impianto stereo che diffondeva musica del momento ad alto volume, ma sopportabile, attorno al quale stavano ragazzi all'apparenza più sportivi e giovani rispetto a quelli del prato. Le loro risate e motteggi arrivavano a loro miste al rumore della musica. Nessuno era in acqua, la piscina, calma, faceva vedere il fondo decorato con minuscole piastrelle azzurre che riflettevano la luce dei fari subacquei con innumerevoli riflessi.
Superata un'altra rampa si apriva il prato che contornava la villa, nascosta dalla strada. Alla base delle scale c'era una colonna di granito sulla cui sommità stava un busto di bronzo di una donna matura — non anziana —; la colonna aveva l'iscrizione: "Anna". Marco si incuriosì e si fermò a vedere.
«È la mia bisnonna», Anna spiegò ai due mentre poggiava il regalo di Ilaria a un tavolo lì vicino dove aveva accumulati gli altri; «sposò mio bisnonno Aldo; fu lui a costruire questa casa per lei negli anni venti», la indicò.
«È veramente bella...», Marco finalmente poté osservarla da vicino, «rispecchia il periodo, infatti.»
Era una costruzione di due piani, ma forse anche una mansarda, visibile dal basso, in stile liberty, in pianta rettangolare, color rosa salmone con le persiane alla genovese di un verde brillante; Marco ne vedeva il lato più corto, circondato da un largo portico con archi semicircolari e colonne in cemento; dal quale si accedeva a un'ampia sala dove una trentina di persone, di aspetto elegante stavano sparse, sedute e in piedi; al fondo Marco vide una biblioteca che occupava un'intera parete e un pianoforte a mezza coda in un angolo.
A sud, dopo un paio di metri, correva un filare di ulivi ben potati e curati sotto i quali erano poste sdraio e sedie e, oltre questi, dopo un'altra decina di passi, c'era un muretto di altezza adatta per sedersi (e invero molti si erano lì seduti), e, oltre questo, le cime degli alberi sottostanti facevano da cornice all'orizzonte, lontano e scuro, del mare.
«Vivi qui, Anna?», Ilaria, al pari di Marco, era rimasta a bocca aperta a guardare in giro.
«Solo d'estate, Ilaria...», Anna diede una carezza alla statua di bronzo, si appoggiò alla colonna, «d'inverno in città.»
«Posso chiederti perché mi hai invitato, allora?», Marco la guardò e sorrise.
«La finezza non è il tuo forte, Marco...», Anna sembrò guardarsi intorno, come alla ricerca di qualcuno.
«Diciamo che conosco abbastanza Genova da capire che non sono invitato in un posto simile per ciò che ho, ma per ciò che posso dare.»
«E se fosse per tutte e due le cose?», Anna disse distratta, si girò verso Marco, ma sventolò all'improvviso il braccio verso un ragazzo vestito sportivo e urlò: «Walter! Ehi!»
«Non capisco...», Marco respirò con affanno.
«Poi ti spiego...», Anna gli fece l'occhiolino, «Walter, ciao...», gli disse appena si fu avvicinato; indossava pantaloni da vela con una polo che faceva risaltare i suoi muscoli; teneva in mano un bicchiere con del liquido rosato.
«Ehilà, benvenuti!», disse in tono scherzoso, ma cortese, alzando la mano col bicchiere. La sua voce era come quella della sorella, sonante e rapida, con una leggera cadenza francese, «loro sono...», Walter posò subito gli occhi su Ilaria.
![](https://img.wattpad.com/cover/324323634-288-k530270.jpg)
STAI LEGGENDO
Dolore e perdono (Parti I - VI) [in revisione]
General FictionUna storia di sofferenza e redenzione, una passione ostinata e proibita, tre famiglie coinvolte, trent'anni di storia. Marco e Ilaria, due fratelli divisi da quasi mille chilometri si rincontrano per il funerale del loro padre. Così diversi e così s...