Capitolo 20- Zero the Killer

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Non riconoscevo quella figura nell'ombra. Era evidentemente una ragazza... Ma non era Jane, ne Nina e neanche Sally. Pensai a Jill, ma la ragazza in salotto era troppo bassa.
Toby anche capì che era un intruso e prese le accette.
Persi: Zero.
Io: shhh amore.
X: chi è?! Fatti avanti!
Toby: chi sei tu! Noi siamo killer, vedi di non farci scherzi!
La ragazza aveva un martello gigante in mano, di quelle da carpentieri massicci e distruttivi. Potei vedere solo il riflesso di quella massa nera squadrata e un manico di legno nero. Vidi anche che dopo aver detto 'killer' l'abbassò in modo repentino e la infilò nella custodia legata alla vita.
X: davvero siete killer?
Io: piacere sono Clockwork, la piccola è Persefone e lui è Ticci Toby. Ora, dato che sicuramente non puoi essere una ragazza normale che casualmente ha trovato questa casa nascosta in un bosco profondo e che casualmente aveva un martello edile a portata di mano, la domanda più giusta è, chi sei tu.
Sfiorai l'interruttore e tutta la luce si espanse per la stanza.
La ragazza era alta poco meno di me e aveva dei capelli biondo platino. Aveva una di quelle canotte nere estive, uno shorts di jeans e delle calze a righe nere e bianche, con delle Dr Martens simili alle mie solo lucide.
Gli occhi erano cobtornati come quelli di Jeff e aveva delle piccole cuciture ai lati della bocca tipo le mie, ma più brevi.
X: non so come, ma la piccola ha ragione. Sono Zero, Zero the killer.
Io: mmmm wow! Un'altra killer! Senti dato che nessun altro ti ha sentito, sali di sopra nella nostra stanza. C'è un divano letto, puoi dormire lì se vuoi.
Toby: non è che io sia proprio d'accordo....
Io: vuoi dormire tu sul divano letto per i prossimi tre mesi?
Toby: vieni Zero, pendo delle lenzuola pulite.
Zero: oh grazie! Clockwork vero? Suppongo siate fidanzati!
Io: Si! Siamo sposati in realtà e lei è nostra figlia. Suppongo tu sia una creepy, come noi.
Zero: emmm si...
Io: va bene dai, le domande a domani mattina.
Salimmo di sopra e in totale silenzio facemmo il letto. Erano le sei quindi il sole era sorto e non avevo più sonno. Scesi con la piccola che non aveva intenzione di dormire e preparai del thé per me e del latte per lei.
Alle otto circa, sentii un grido.
Salii prontamente sopra e trovai Jane a bocca aperta.
Io: che succede?!
Jane: c'è una ragazza nella tua stanza!
Io: si, si chiama zero. L'abbiamo trovata io e toby ieri sera che gironzolava per casa.
Jane: Z-Zero the k-k-killer?! Oh dio no.
Io: che c'è di male?
Jane: rifletti chi credi l'abbia resa così? Zia giuseppina?!
Io: oh no...
Scendemmo in cucina e tutti guardavano la muova ragazza che sembrava, dai suoi modi, non aver mangiato mai pane e nutella.
Sland: oh ciao Zero.
Zero: Salve Signor Slandermen.
Ridemmo tutti e lei sembrava imbarazzata.
Io: noi qui lo chiamiamo Sland o Slandy, nome che gli da molto fastidio ahahah
Sland: appunto.
Zero: ah ok...
Sland: ragazzi lei è Zero the Killer e ci ha trovati ieri sera.
Zero: si, mi era arrivata voce di tre case apparse magicamente nel bosco dove nessuno osa addentrarsi.
Jeff scese veloce dalle scale e arrivato in cucina spalancò gli occhi.
Jeff: cosa ci fa questa troia qui? Non ti ho reso abbastanza infernale la tua lurida vita?
Zero: io ti ammazzo!
Prese un coltello e glielo tirò mirando alla testa, ma per fotuna Jeff si abbassò velocemente così da schivarlo.
Sland: fermi.
Jeff: non voglio le troie in casa mia!
EJ: oh beh, addio Jane, Nina e Clock... È stato bello!
Ridemml e sinceramente non mi dette fastidio. Ma a Toby e LJ si velò lo sguardo, si lanciarono un sorriso e EJ impallidì.
EJ: c-che cosa volete?!
LJ: ora?
Toby: ora.
Si lamciarono verso EJ e lo buttarono a terra riempendolo di pizzicotti.
Jeff: BASTA! HO DETTO CHE NON LA VOGLIO.
Zero: beh penso che rimarrò invece! Così da poterti uccidere lentamente e in modi alquanto sadico!
Jane: tu, matta, non tocchi proprio nessuno!
Zero: ah ora mi chiami matta eh! Prima sorella e ora matta! Bene!
Io: emmmmm sorella?!
Jane: Si, sorella. Ormai sei morta tanto tempo fa per me!
Zero ammutolì e una lacrima le solcò il viso. Si slanciò dalla sedia e corse di sopra chiudendosi in bagno. Di istinto io mi alzai, ma una stretta pitente mi bloccò il braccio.
Jane: lasciala stare quella matta... Non esiste più...
Anche Jane fu presa dalle lacrime, ma lei era molto forte. Se le asciugò e con tanta naturalezz quanta pazzia si fece pane e nutella. Io afferrai la piccola e salii di sopra seguita da toby. Lui sfondo la porta, ma subito desiderai non l'avesse mai fatto. Una povera ragazza che sanginava dai polsi, era rannicchiata in un angolo. Toby corse in camera mia a prendere il kit di prontosoccorso e io, poggiata la bambina nella vasca, mi diressi da Zero.
Io: Zero, tutto ok?
Zero: ti sembra tutto ok?! Lei era mia sorella! Ora per colpa di quello stronzo, sono morta per lei! Hai visto com ci ha ridotte?!?!
Io: per me siete bellissime. Vi ha reso più forti in fondo...
Arrivò Toby che mi passò la cassetta, presi delle bende, del disinfettante e dello scotch per fasciature.
Arrotolai le bende sui suoi polsi dopo aver disinfettato quei tagli profondi e fissai il tutto con lo scotch.
Andammo in camera mia e la feci stendere sul divano letto. Qualcuno bussò alla porta: era Jeff.
L'ultima persona che mi sarei aspettata di vedere.
Jeff: posso?
Io: si certo, mostro buono...
Sghignazzai e lui fece un sorrisetto forzato... Il Jeff che conoscevo avrebbe risposto all provocazione, ma così non fu. Diventai seria e ci fu un silenzio imbarazzante.
Jeff: clock potresti....
Io: emmm si certo!
Persefone: no.
Guardammo la piccola che ci guardava in modo serio.
Persefone: no. Cose brutte. Nono.
Zero: tanto non sarei rimasta con te da sola.
Jeff: mmm ok...
Zero: che vuoi.
La freddezza in quella stanza non mancava di certo.
Jeff: dirti che... Beh... Amo tua sorella. E mi dispiace averti fatto quella scenata. Solo che averti rivista dopo molto tempo mi ha fatto stranire... Vorrei chiederti scusa da parte mia e di Jane. Ora è di là che piange e non so cusa fare, tranne venirti a chiedere scusa.
Io: scendete di sotto, vado io da Jane.
Zero: accetto le tue scuse. Ma lei non può sbrigarsela così. D'altronde non si parla ne chiede scusa ai morti.
Scesero sotto e andai in camera di Jane.
Vederla piangere con così tanta sofferenza negli occhi mi fece star male.
Persi: attenta.
Come poteva Persefone dire così? Cosa voleva significare?

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