Toby: dai amore, viviamo nella stessa casa ed è sempre il nostro protettore!
Hoodie: che vuoi che cambi?
Jeff: tranqui su, no Masky?
Masky: che? Non stavo ascoltando. Sto cercando di far funzionare questo dannato aggeggio!
Io: è un telefono, non un reattore termo-nucleare! Fortuna che sei dell'era tecnologica...
Masky: ragazzina, quando sei nata?
Io: nel '97
Masky: ecco, io nell'89. Sei tu quella più tecnologica!
Jeff: sei vecchiotto eh!
Masky: sempre più bello di te.
Io: merda le scarpe... Beh, farò con le Stan Smith.
Toby: che vorresti fare?
Io: allenarmi, io sta notte vada come vada devo uccidere.
Jeff: ahahahahahahahahah
Masky: è uno scherzo, vero?
Hoodie: ha dei doveri da rispettare.
Deve essere libera. Non è più solo tua moglie, lei ora è la discendente del diavolo.
Toby: qualunque sia la tua decisione, io ti appoggio.
Io: pensi cambierà qualcosa?
Toby: hai molti doveri in più. Ma io ci sarò sempre.
Io: grazie amore.
Jeff: bleah, siamo arrivati?
Io: yep.
Parcheggiai la mia splendida auto rubata e aprii il bagagliaio per prendere le sacche.
Io: perchè c'è una gamba nella mia auto?
Jeff: non sapevo dove metterla...
Io: bah, mi stupisci sempre di più. Tieni.
Gli porsi la sua sacca e la mia, giusto il tempo di chiudere l'auto.
La ripresi e ci incamminammo. Ovviamente avevo prenotato tutta la palestra, nessuno doveva vederci. La ragazza chiuse il grande cancello con una bella catena e mi lanciò le chiavi.
X: tutto vostro. Richiudete bene poi.
Io: grazie, come al solito.
Jeff: prenotate sempre?
Io: tre volte a settimana questo posto è nostro. Noi le risparmiamo la vita e lei può avere tempo libero da buttare con cocaina e roba simili.
Jeff: mica male.
Masky: per noi di certo no. La dobbiamo comunque pagare, si solito sono circa 150 € a settimana. 50 a pomeriggio.
Hoodie: filosofia e latino ti scivolano sopra come acqua, ma la matematica ti piace eh?
Masky: che vuoi farci, ognuno ha i suoi scheletri nell'armadio.
Toby: andiamo a cambiarci in bagno.
Io: si, io mi cambio qua. Veloci.
Scomparvero nel bagmo e io potei vestirmi in sata pace, ma velocemente.
Stavo allacciando le scarpe quando Toby riapparve dallo 'spoiatoio' improvvisato. Mi aiutò ad alzarmi e mi strinse a se.
Toby: quando sei stanca, fischia.
Io: mangerai la polvere.
Masky: ehi ragazzina, fino a fine pista?
Io: ti faccio il culo.
Scattammo com due fulmini e sentii l'adrenalina battermi nel cuore e scorrermi nelle vene. Era una sensazione favolosa,come di libertà.
Arrivai un secondo prima di Masky e lui mi guardò sbalordito, non avevo il minimo accenno di fiatone mentre lui a stento respirava. Eppure io non mi allenavo da molto.
Jeff: wow. Sei una bestia.
Io: svelti, venti giri.
Iniziammo ed io finii in pochissimo tempo. Così andai a controllare il telefono, per vedere eventuali chiamate perse di Jane.
Mentre ero seduta a terra un ragazzo molto alto entrò dalla porta principale.
Gli altri non se ne accorsero e continuarono tranquilli a correre, mentre a me un po' inquietava.
Io: la palestra è prenotata tutto il pomeriggio, mi dispiace.
X: sisi lo so. Piacere, sono il nuovo proprietario. Mi chiamo Massimo, ma per gli amici Max. Volevo accertarmi che tutto funzionasse al meglio.
Io: ah salve. Sisi benissimo.
Max: perfetto.
Che bella ragazza, porca eva.
Mi fece un grande sorriso e anche un occhiolino un po' provocatorio. Mi alzai in piedi e quando vide che ero incinta non poté credere ai suoi occhi.
Oh merda. Nono me ne lavo le mani, ma è proprio bella.
Max: credo che un invito a cena sarebbe buttato eh?
Io: ahahah si. Gemelli. Toby, ragazzi, venite!
Tutti accorsero da noi si accerchiarono intorno a me come fossi il presidente delo stato e loro le mie guardie personali.
Jeff: succede niente?
Gli spacco il muso eh.
Che vuoi da mia moglie coglione?!
'Mazza che culo.
Sono certo stia guardando il suo culo. Masky, sei morto.
Io: ragazzi, lui è Max, il nuovo proprietario del centro sportivo. Calmatevi.
Toby: ah piacere!
Allontanati comunque da lei. E smettila di guardarla come fosse solo un pezzo di succulenta carne!
Mi strinsi a lui per rassicurarlo e gli diedi un piccolo bacio sulla guancia. Lui chiuse gli occhi per un attimo e li riaprì sorridendo. Poi strinse la sua mano e il suo braccio sul mio fianco.
Max: congratulazioni comunque! Allora ragazzi, qualche lamentela?
Merda, è decisamente occupata. Magari è solo un coglioncello che al mometo del bisogno la lascerà sola.
Masky: nessuna!
Hoodie: bah...
Hoodie stava tenendo a bada il pugno con una naturalezza sovrumana, come anche Toby. Gli avrebbero tranquillamete spaccato il muso, ma avrebbero causato casini indicibili.
In fondo anche Hoodie aveva capito lo sguardo che mi rivolgeva e volevano solo difendermi.
Io: come mai hai comprato la palestra?
Max: come svago... Ho molti soldi e amo lo sport, quindi ho deciso di unire le due cose. Ma dall'auto nel parcheggio vedo che anche voi non state messi maluccio.
Io: oh grazie quella è mia! L'ho aggiustata e personalizzata a mio piacimento.
Ho davvero perso tanto tempo dietro quella macchina e me ne vantavo con chi si prestava alla mie chiacchiere.
Wow, gli piacciono pure le auto. Da sposare quasi.
Sorrisi lievemente e arrossii. Pur essendo un idiota, mi faceva piacere sapere che pur essendo più simile ad una balena, continuavo a piacere. Ma a bastava Toby. Così lo strinsi a me sentendolo piuttosto teso e gli sussurrai di star calmo all'orecchio.
Le sembra facile. Vorrei spaccargli quei bei denti sbiancati e quel naso rifatto. Che odio. È solo un figlio di papà, sapesse minimamente con chi sta parlando. Tremerebbe al nostro cospetto.
Io: peccato non lo saprà.
Guardai Toby come una madre guarda un bambino che dipinge sul muro della camera cin le mani.
Toby: scusa.
Max: cosa?
Che succede? Questi so furia strani...
Io: oh no niente. Ora dovremmo tornare ad allenarci, sai sono dei mollaccioni.
Max: ahahah capisco.
Ora punto all'addome.
Oh, come starebbe bene la mia ascia nella sua testa.
Se la guarda ancora così gli spacco qualche osso. Direi qualche falange, si.
Io: beh, emmm ciao! Su dai, ora quaranta!
Cominciai a correre velocissimo, aumentando gradualmente, anche se non lo ritenevo possibile.
Continuai a sentire i pensieri di quel coglione sul mio culo o su quanto fossi 'gnocca'. A quel punto mi stava davvero infastidendo.
Finiti i miei giri mi sedetti e aspettai i ragazzi, che ancora non erano arrivati a metà.
Max: corri molto veloce vedo!
Io: mi piace lo sport, serve per scaricarsi.
Max: per uccidere la routine?
Io: oh no! Ho faticato così tanto per costruirmi la mia routine! Non la distruggerei per nulla al mondo. Odio che essa venga interrotta.
Max: allora siamo molto diversi. Io non faccio mai nulla di uguale tutti i giorni. Mi annoierei.
Io: denota scarsa intelligenza sai.
Guarda tu sta troia!
Max: come scusa? Sarei stupido?
Io: ho detto scarsa intelligenza, non stupidità.
Max: vaffanculo.
Io: non parlarmi in questo modo! Neanche mi conosci!
Max: cosa vorresti fare? Scappare?
Mi prese per un braccio e mi portò dietro ai tappeti del salto con l'asta, che esendo molto alti non permettevano la vista al di fuori.
Mi mise una mano sulla bocca per non farmi urlare e lì iniziai a piangere. Cercava di calarmi i pantaloni e quando ci riuscì si levò i suoi.
Max: sarà veloce dai. Tanto troia già ci sei.
Volevo ucciderlo, ma avevo le mani bloccate e la bocca tappata. Approfittai di un momento di sua distrazione per mordergli la mano, quindi chiamai la prima persona che mi venne in mente.
Io: OFF! AIUTAMI!
Apparve dietro le spalle di quel tizio ormai mezzo nudo.
Off: STACCATI DA MIA FIGLIA, MAIALE.
Lo prese con i tentacoli e lo buttò dall'altra oarte dei tappetoni. Mi rialzò e mi strinse a se. Cercai di trattenermi, ma piansi come una bambina. Mi fece tornare alle mente così tanti brutti ricordi. Ebbi anche un bell'attacco di asma, di cui soffrivo nei momenti più ansiosi. Tipo quello.
Off: ehi ehi ragazzina, è finito. Ci sono io.
Max: ALLONTANATEVI DA ME, MOSTRI. NO! NOOOO.
Sentii un bel colpo secco e qualcosa impiantarsi nel terreno. Io e Off ci precipitammo a vedere e trovammo Toby che giocherellava con un'ascia insanguinata e gli altri due che se la ridevano. Vedendomi tutti e tre ammutolirono.
Toby: che è successo?
Io: perchè lo avete ucciso?
Hoodie: abbiamo sentito Off urlare e così abbiamo pensato fosse meglio così. Che cosa è successo?!
Io: io... Io...
Masky: oh mio dio sei bianca cadaverica! E hai i... Oh no...
Avevo ancora i pantaloni mezzi abbassati. Quando Toby li vide scattò su di ve e mi abbracciò.
Toby: non ero lì, non ero lì a difenderti!
Off: ragazzino non devi preoccuparti. Sai che basta dire il mio nome.
Non ho saputo difenderti.
Io: non preoccuparti, amore. Sto bene.
Non stavo per niente bene. Quel tizio mi aveva completamente traumatizzato.
La mia testa era un turbinio di pensieri letteralmente dolorosi, non potevo fare a meno di pensare.
Purtroppo questa condizione non durò molto poiché svenni, senza troppe scene.
Amore, resta con me. Resta per me. Per noi. Per tutti noi.
Ragazzina, non giocarmi sti brutti scherzi. Non puoi lasciarci soli eh. Quindi vedi di far riniziare il battito.
In effetti, da quel che mi dissero e ricordo, il battitto era praticamente assente. Ma poi sentii quella voce, quella voce che non riconoscevo tra le mie poche amicizie. Una voce completamente sconosciuta. Ma quella beneamata voce la sentivo spesso nei momenti critici. Mi spronava ad andare avanti e non voleva che assolutamente morissi.
Perchè non ci vuoi bene? Perchè devi morire e non vuoi farci crescere e diventare forti? Tu dovresti amarci incondizionatamente, eppure non mi sembra. Quindi ora calmati e apri gli occhi, qualcuno vuole parlarti.
Li aprii ma vidi tutti fermi immobili, così mi alzai e palpai la testa. Mi faceva un male cane.
Io: dov'è che stai?
D.: qui dietro.
Mi girai e lo vidi, in tutto il suo splendore, nel suo solito abito grigio perlato che amavo alla follia.
Io: che piacere.
D.: sul serio? Uno stupro?
Io: avresti anche potuto fermarlo!
D.: oh nono. Il tuo destino diceva che avresti chiamato Off e che Toby si sarebbe sentito una merda, in parole povere.
Io: poi?
D.: non dovrei...
Io: oh dai! Sono tua figlia!
D.: vero. Beh, per farlo tornare in se voi....
Io: capisco.
D.: grazie.
Ero un po' giù di morale. Anzi, direi che ero proprio sconvolta. Mi guardavo i piedi e con loro giochicchiavo con un sassolino.
D.: ehi, non devi stare così. Non puoi ancorarti ancora al passato, ti ha già distrutto abbastanza. Concentrati sul presente e dai uno sguardo veloce al futuro. Preparati per esso. Certo, per evitare gli stessi errori dovrai tornare nel passato, ma sarà solo una.... Una cosa veloce.
Io: posso fare una cosa?
D.: qualunque cosa.
Mi buttai a capofitto su di lui e piansi tutto ciò che potevo piangere.
Lui rimase sconvolto, non poteva credere a ciò che stavo facendo. Ma capì che forse mi serviva davvero, allora ricambiò l'abbraccio e mi diede davvero ciò che mi serviva. Un po' di calore.
D.: devo andare. Ci rivedremo presto. Ora ho una tizia che vuole offrirsi a me, ma ha una paura tremenda. Neanche fossi il diavolo! Ah no, aspetta.
Risi come una cogliona mentre mi asciugavo le lacrime e mi staccavo da lui.
D.: su sorridi, sei bellissima quando lo fai dopo aver pianto. Adieu madamoiselle!
Io: adieu papa!
Quella specie di uomo mi piaceva sempre di più. Ma nessuno mai avrebbe preso il posto di Off.
Quando se ne andò tutti tornarono a muoversi e nel vedermi in piedi sorridendo, li sbalordì.
Toby: il Diavolo eh?
Io: si....
Off: mi sento rimpiazzato ahahahah.
Io: non pensarci neanche.
Mi buttai su di lui e lo strinsi più forte che mai. Amavo abbracciarlo, era un abbraccio strano. Caldo e dolce. Uno dei migliori mai esistiti.
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Ticciwork| vero amore?
FanfictionSalve, io adoro la ticciwork e quindi ho pensato di scrivere una storia su di loro. Ci saranno vari colpi di scena, ma non preoccupatevi troppo. I nostri 'amici' resteranno fedeli l'uno all'altra? Fino alla fine?