Capitolo 144- Un futuro.

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Bussai alla porta. Nessuna risposta. Bussai ancora. Nulla.
Io: Sofia? Ci sei?
Bussai e ribussai. Niente ancora.
Girai compulsivamente il pomello, ma la porta era chiusa a chiave.
Cercai di sbirciare dallo spioncino, fortuna aveva tolto la chiave.
Guardai la stanza.
Io: com'è in ordine...
Vidi un corpo muoversi sotto le coperte.
Io: ahhh, dormiva!
Ma guardai meglio. In effetti, erano due i corpi nel letto.
Io: cosa? Ma non c'è più nessuno di single! Vabbe, basta.
Diedi un calcio secco alla porta e la sfondai, fortuna senza scardinarla.
La ragazza zompò in aria e diventò paonazza.
Io: ahahah, chi c'è con te?
Cercai di vedere aldilà del suo corpo, ma rimasi bloccata completamente.
Una ragazza era rannicchiata nel suo letto e mi guardava con terrore.
Erano entrambe nude e si poteva tranquillamente intuire cosa avessero fatto quel pomeriggio.
Deglutii, la gola era un po' secca come anche le labbra.
Io: emmm. Posso parlarti solo un attimo Sofia? In privato. In bagno. Ora.
Sofia: arrivo...
Il suo volto era inquieto, i suoi grandi occhi neri trasmettevano tristezza e le labbra malinconia.
Si mise una maximaglia a maniche corte e mi seguì in bagno.
Io: Sofia, perchè non mi hai detto la verità?!
Sofia: la figlia della dea Atena, lesbica?!
Io: e che problema c'è?! Sono la figlia di Ade eppure ho dei figli e amo mio marito! Come mio padre a suo tempo ha amato mia madre e altre donne prima di lei! Non capisco. Masky, Hoodie, Ben ed EJ non hanno mai nascosto nulla e sono sempre stati amati e rispettati!
Sofia: quindi mi dici che Ben ed EJ non ve lo hanno mai nascosto? E Hoodie e Masky?
Io: non a me.
Mi sedetti sul water.
Io: devi sapere che chiacchierano, tutti, qui dentro. Io sono l'unica a non dire nulla. Sai perchè?
Sofia: n-no.
Io: perchè so già tutto in anticipo, come anche gli altri. Io, LJ, Zero e Jane leggiamo la mente. Jane e Zero sono le più grandi chiacchierone della parte femminile, mentre LJ di quella maschile.
Sofia: lo sapevi?!
Io: i tuoi pensieri ingombranti e poco opportuni sulle mie tette sono arrivati, non preoccuparti.
Sorrisi e feci l'occhiolino.
Io: quello che mi ha stupito poco fa, è che tu abbia infranto una delle regole fondate più di dieci anni fa, prima anche del mio arrivo stesso: tu hai portato nel Creepyhouse, la casa di noi creepypasta, lontano dagli essere umani, uno di loro.
Sofia: lo so..
Io: sai che le succederà?
Sofia: me ne farò una ragione.
E a me?
Io: sei fortunata che il mio compito sia difenderti e soprattutto che tu ora mi sia necessaria. Vestiti, dobbiamo andare.
Sofia: dove?
Io: da una vecchia conoscenza. Non chiedere, è meglio così.
Sofia: mi vesto.
Uscii dal bagno e guardai la ragazza terrorizzata che ancora stava sul letto.
Io: dovevi correre via. Lo sai?
Annuì.
Io: bene.
Andai da lei, l'afferrai per i capelli facendola strillare come una matta, e la trascinai in salone, davanti allo sguardo incredulo di tutti.
Le ragazze ridevano come schizzate, mentre i ragazzi la guardavano con un sorriso inquietante.
Jane: sentenza, mio giudice?
Tutti aspettavano che qualcosa simile a 'uccidetela' uscisse dalle mie labbra, come se da questo dipendesse la loro stessa vita.
Io: a morte.
Tutti scattarono in BM su di lei e fecero grande scempio del suo cadavere.
Kagekao incise la sua firma sulla fronte, Jane con un accendino le brucio la pancia, Nina le schiacciò entrambe le mani con il coltello e via dicendo.
Io: poi pulite.
Corsi al piano di sopra, mi vestii decentemente, mi ricordo che quel giorno il caldo non si sopportava, e andai da Sofia.
Era in camera a guardare una vecchia foto, con le lacrime agli occhi e le guance paonazze.
Io: ehi...
Sofia appena sentì la mia voce mise via la foto e si alzò d'istinto.
Sofia: scusa io...
Io: ehi, tranquilla. Ti va di parlarne?
Fece un cenno con la testa e ci sedemmo sul suo letto.
Sofia: sai quando ti ho detto dell'incidente e del mio ragazzo? Beh, non ti ho propriamente mentito. Lui era il ragazzo di mia sorella, mentre l'amica vicino a me... Era la mia vera ragazza. L'amavo con tutto il cuore. Era la mia anima, il mio respiro e il mio intero mondo.
Io: sei molto dolce...
Sofia: ahahah lo ero. Lo ero per lei. Poi, il fato si è messo contro di noi...
Si mise le mani tra i capalli e scoppiò a piangere.
Io l'abbracciai più forte che potevo.
Sofia: Cioé... Mia, mia madre... LEI NON POTEVA FAR NULLA?!
Io: sai, la mitologia greca è solita raccontare che il fato era superiore a tutti, persino agli dei. Lori stessi erano dipendenti e mossi da quello. Diciamo anche che a loro la cosa non piacesse molto eh.
Sofia: grazie, sei un'amica. Ora andiamo. Dove, di preciso?
Sono curiosa, dai!
Io: lo saprai. Ora andiamo.
Si alzò e, asciugate le lacrime, prese la felpa sulla sedia.
Sofia: si.
Salimmo in auto senza farci accorgere da nessuno, Sofia lo trovò sospetto, ma non ci pensò molto, fortunatamente era impegnata su tutt'altro.
In auto accendemmo la radio e cantammo, circa, tutte le canzoni che sentivamo.
Arrivammo poco dopo a destinazione: un magazzino nella zona industriale di Ascoli. La metà delle fabbriche erano state chiuse o per la chiusura dell'Elettrocarbonio o per fallimento. Solo poche sopravvivevano e non se la passavano benissimo.
Davanti a noi un cancello di ferro arrugginito si stava aprendo meccanicamente e l'odore di benzina circondava il luogo.
Dentro al garage vi erano due ragazzotti con dei fucili e, nelle tasche, due pistole ciascuno.
Io: forniti eh.
Vediamo una ragazza, scortata, avvicinarsi verso di noi.
Alice: salve ragazze mie. Cosa posso fare per voi?
Io: Alice, immagino.
Alice: wow, in pochi conoscono il io vero nome. Chi sei?
Io: una persona con degli ottimi informatori. E tu? Una spacciatrice. Tesoro, come pensiamo di far progredire la condizione della donna, se ci riduciamo a delle etichette banali?
Alice: ottimo argomento. Quanta ve ne serve.
Io: dobbiamo dare un mega party nel weekend, pensavo circa...
Feci dei rapidi calcoli mentali e ragionai sulle proporzioni.
Io: oserei dire: un kg pronto e qualche piantina da armadio.
La ragazza spalancò gli occhi.
Alice: tesori, volete fare un party o un suicidio di massa? Comunque, io eseguo. Siete sicure di poter paga-
Cacciati dalla tasca varie banconote da venti arrotolate e tenute da un elastico di pizzo rosso.
Io: si?
La ragazza mi guardò compiaciuta.
Alice: Nì, sai che fare.
Un omone gigantesco annuì con la testa e si mosse nei meandri oscuri della stanza.
Sofia: emmm...
La guardai interrogativo e la intimai di pensare.
Droga? Davvero?
Non so come, non so perchè, riuscii ad entrarle in mente e risponderle. La cosa stupì anche me, ma non lo diedi a vedere.
Alice: tutto bene?
Sofia: scusami, non sto molto bene di stomaco.
Io: viviamo insieme ahahah, gira il virus.
Alice: oh non ditelo a me. Ho metà delle guardie malate, porco cane.
Io: ahahahah.
Quell'omone tornò con delle piantine in dei vasetti e due bei panetti da mezzo kg l'uno.
Ne presi in mano uno e annusai.
Io: mmmm avevo sentito parlare della bontà dell'Amnesika 2.0, davvero profumata. Che mi consigli per i brownies?
Alice: Al è esperto.
L'omone si avvicinò e pensò.
Al: quella fresca sarà ottima con noci e cioccolato.
Io: grazie Al! Bene, dobbiamo scappare assolutamente.
Sofia: dovrei studiare ahahah.
Alice: buono studio e buona festa, ragazze.
Ci allontanammo tranquille fino alla macchina.
Sarà davvero lei? I capelli, il sorriso, la voce. Sembra tutto uguale eppure tutto diverso. J, sei vivo?
Io: povera...
Sofia: come hai fatto a parlarmi nella mente?!
Io: non lo so, ma pensaci poco.
Entrati in auto aprii l'angolino di un panetto e, presa una piccola dose, infilai il contenuto in un bicchiere con un misurino d'acqua, una di limone e una di una sostanza strana dalle proprietà non chiarissime.
Io: tieni.
Sofia: che? Puzza, non ci penso proprio.
Io: bevi.
Prese il bicchiere malvolentieri e mandò giù la sbobba.
Cercai di entrare in mente ma nulla.
Io: si! Funziona!
Sofia: cosa?
Io: offusca la mente! Ah, ci spiano. Ora puoi saperlo.
Sofia: ma chi?
Io: demoni, cattivi. Andiamo a casa, tutti devono berne.
Arrivate a casa preparai una mega dose di sbobba con un intero panetto di Amnesika.
Io: bevete.
Ormai erano così abituati a non fare domande, che neanche le pensarono.
Provai ad entrare nella mente di tutti, ma niente.
Zero: ma.... Io non vi sento.
LJ: pace... Che succede?
Io: Amnesika.
Hoodie: sei mitica.
Masky: allora signori, ci spiano.
Pupp: cosa?
Katy: ma... Ma come?! Non dovremmo essere al sicuro qui?
Io: con Sland...
Liu: quando torna?
Toby: domani mattina al vostro risveglio lo vedrete in tutto il suo splendore.
Io: per ora, fino a questa notte, sarete al sicuro grazie all'Amnesika.
Kagekao: ne avevo sentito parlare, nata dalle parti mie. Effetti straordinari, se mischiati bene.
Rouge: beh, è evidente che abbiamo qualcuno ne riesce a farlo.
Mi guardò e fece l'occhiolino.
D: potrò illuminarvi al meglio, ora.
Io: scoperto qualcosa?
D: mi dispiace, non so chi sia. Si firma L e sa leggere nella mente. So quanto voi.
Vidi Katy andare lievemente nel panico, senza farsi vedere troppo. Purtroppo per lei ero una straordinaria osservatrice.
Io: Katy, tutto ciò che sai, devi dircelo.
Katy: forse... Forse... No, non può essere.
Liu: Katy, ne vale la nostra vita.
Sentimmo un applauso provenire dalla sala.
Lucas apparve tra di noi e mi fece l'occhiolino.
Lucas: bravissimi, oserei dire superbi.
Io: Lucas, cosa sai?
Lucas: io? Quello che sa lei. Illuminaci.
Vidi i ragazzi stringere il pugno e le ragazze violentarsi per non saltargli alla gola.
Io: allora. Lui è un coglione, ne siamo totalmente consapevoli. State fermi o giuro su me stessa che vi caccio di casa.
Lucas: oh, ti dona il bianco sui capelli.
Io: vale anche per te eh.
Katy: io penso... Penso che forse si firmi con la L, per mia madre.
D chiuse gli occhi e tirò un gran bestemmione tonante.
Io: che c'è?! Tua madre?! Non era morta?
Katy: così pensavo. Non so, forse sono io...
D: allora. Tuo padre, sfortunatamente per me, è un gran figlio di puttana, mannaggia a mamma. Lei, lei era come mia madre, puttana.
Katy: ehi!
D: oh, perchè io non sono figlio di puttana e la madre di Clock una puttana?
Io: ehi!
D: zitte voi due. Questo demone, penso sia un nostro vecchio amico... Emmm, scusami Clock.
Prese un coltello e mi fece un taglio sulla mano.
Io: CAZZO! FA MALE!
Un fumo nero si diffuse ai nostri piedi.
Io: sei un fottuto premeditatore.
D: lo so.
M: cos'è? Una riunione familiare?
Katy: papà!
M: non chiamarmi così in pubblico, cretina.
La ragazza abbassò la testa e si ritrasse.
Io: non parlare così, idiota!
Calò il silenzio totale, a parte le risatine sporadiche di Pupp e D.
M: cosa hai detto?
Continuava ad avvicinarsi a me, ma io non mi ritrassi di mezzo millimetro.
Io: non parlare così, idiota. Oltre a stupido, anche sordo?
M: sai che posso ucciderti in poco?
Mi toccò la mano e mi fece un male cane.
Vidi la carne scomparire e rimanere solo le ossa spoglie.
Urlai di dolore e caddi in ginocchio.
D stava per intervenire, ma gli lanciai il coltello a due millimetri dalla faccia.
Mi alzai dolorante e tremolante.
M: non ho ben compreso ciò che hai detto prima.
Mi avvicinai al suo volto, i nostri nasi quasi si toccavano, anche se ero in punta di piedi.
Io: non parlarle così, idiota.
Stava per darmi uno schiaffo, ma con la mano scheletrica gli bloccai il braccio e il mio tornò normale.
Io: non sfidarmi. Noi siamo nate per unirvi.
Guardai Katy sorridendo.
Io: ma il destino lo scriviamo noi. Quindi posso distruggerti quando voglio. A quel punto non morirebbe più nessuno, no? O credi ti potrebbero rimpiazzare? Opto per questa.
Mi guardò e rise.
Ritrasse il braccio e tornò a braccia conserte.
M: allora, sono qui per?
D: a questo punto, penso dimostrare la forza della mia bambina, no?
Anddi da lui e portò il braccio intorno alla mia spalla, stringendomi a lui e ridendo.
M: troppo debole.
D: eppure importante quanto te. Comunque, uno che si firma L legge le loro menti.
Per un attimo vidi un ricordo nei suoi occhi.
M: no... Lo abbiamo sconfitto!
Lucas: anche loro hanno sconfitto me. Due volte.
Io: e la prima detronizzandolo.
Lucas: figo eh?
Jeff: tenterò per resto dei miei giorni.
Lucas: spero siano molti per vederti fallire giorno dopo giorno.
Io: ehi, voi due, vi devo picchiare?
Jeff: non serve.
Io: di chi parliamo?
D: prego.
M: di quel coglione di... Mi vergogno quasi a pronunciarlo.
D: the Legend. Un coglione angelo amico nostro.
M: meritava di essere angelo come boh, Renzi di essere al potere.
Io: buon paragone... Uno che si firma The Legend....
Katy: non me ne avevi mai parlato.
M: ma perchè non meritava un posto nei tuoi ricordi. Un simile coglione, passatemi il termine.
Masky: oh prego, rende l'idea.
D: davvero stupido. Si mise in testa che noi due volevano distruggerlo.
M: era così in effetti.
D: si, ma dopo che impazzì.
M: vero. Vabbe, insomma, lo uccidemmo e bla bla bla.
Io: scusate, come si uccide un angelo?
M: allora, è complicato. In poche parole-
D: hai presente quando Sam uccide l'estraneo con quella lama di drago strana là? Ecco, il principio è quello. Ci vuole una speciale lama, forgiata da Dio, il Diavolo e la Morte.
M: ma cosa.
Io: oh! Grande allora. Dov'è?
Si guardarono maluccio.
D: diciamo che...
M: insomma...
LJ: ce l'ha Dio eh?
D: si...
Ben: troppo semplice sennò.
EJ: te pareva.
Liu: lo si può convincere!
Lo guardammo tutti male.
Jeff: troppo buono.
Gli diede uno scappellotto dietro la testa.
Jeff: LA SI RUBA, SCEMO!
Katy: come?
Io: a questo punto, direi che si può aspettare Sland. Ho comprato delle piantine di droga, tenetevele dove vi pare, ma per Sland la colpa è vostra.
Devo fare il bagno ai bambini, vero piccolini della mamma?
Ovviamente avevamo fatto bere quello schifo anche a loro, tanto non era dannoso, mi ricordo che avevo controllato mille volte se potevano esserci ripercussioni sui bambini, ma non ve ne erano.
Io: papi, vieni con me?
D: ma certo bambina mia.
Mentre andavamo sopra, M bloccò il braccio di D e gli disse all'orecchio 'ricordati sempre cosa sei. Tu non sei un uomo, lei non sarà mai davvero tua figlia'.
Al termine di quelle parole scomparve, lasciando D malinconico.
Io: non ascoltarlo, sarai sempre il mio papà. Come anche QUELL'UBRIACONE LAGGIÙ, CHE SE TOCCA UN'ALTRA BIRRA ANDRÀ IN COMA ETILICO.
Off: STO BENISSIMO SIMPATIA! DOPO TI DEVO PARLARE.
Io: ok, ma basta urlare.
Io e D salimmo sopra con i bambini in braccio e, una volta entrati in bagno, li immergemmo nella vasca calda e con la stufa che aveva fatto il temporino nella stanza.
D: che belli che sono.
Io: vero? Sono proprio carini. Due pesti eh, ma carini.
D: come lo eri tu.
Io: tu stavi con me?
D: scherzi? Io ero il tuo babysitter. Tuo padre pensava pagasse una ragazza, mentre tu amadre teneva i soldi da parte per voi e io mi occupavo di 4 bestie.
Io: ahahahah davvero?
D: purtroppo si! Pupp e Rouge si divertivano tantissimo a tirarmi il cibo, specie quella sottospecie di ragazzino emo.
Apparve proprio in quel momento.
Pupp: emo, io ho stile.
Io: ma per favore. Continua va.
D: Lucas invece andava in giro colorando le pareti con i pennarelli indelebile, mannaggia a lui e tu invece ti mettevi a gattonare ovunque e chi ti ritrovava più. Il bagnetto poi, lo odiavo. Dovevo lavare te e Lucas, che aveva 6 anni, mentre quei due cretini grandi stavano a guardare e tirarmi sempre le cose. Questo completo ne ha viste di brutte cose, da parte vostra.
Io: immagino. Dai Jill, non far mangiare il sapone a tuo fratello! Ehi, Spartaco, non ti azzardare a trasformarti in tua sorella eh. Diventerò pazza.
Pupp: perchè ora sei sana.
Io: ah, quasi dimenticavo prima. Mentre stavamo io e Sofia a comprare la roba, non potevamo parlare davanti lo spacciatore allora le ho parlato... Telepaticamente. Ero nella sua mente e potevo parlare con lei e sentire la sua risposta.
I due si guardarono sbalorditi.
D: hai, diciamo 'mutato' il tuo potere. Straordinario. Solo i demoni sono in grado di ciò, e solo quelli più esperti.
Apparve Lucas.
Lucas: tipo me.
D: tu sei solo fortunato che il demone addetto alla caccia non sia qui.
Lucas: dai, che ti sono sempre stato simpatico.
D: poi da bambino...
Lucas: un amore.
Pupp: come me!
Guardavo i piccoli giocare nella vasca, allegri, senza pensieri.
D: a cosa pensi piccola?
Io: dici che ce la faranno?
Pupp: cioé?
Io: voglio un futuro, quantomeno per loro. Me lo assicuri, papà?

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