La cena era finita e tutti si erano presentati a Sofia, mi sembrava così allegra finalmente di aver trovato una famiglia.
Ero fuori, sulla panchina, a fumarmi una sigaretta, giusto per stare tranquilla da sola.
Lucas: non è troppa solitudine?
Io: non lo è più ormai ahahah. Scusa per oggi, ho avuto delle cose da fare, posti da visitare e tesori da rubare.
Lucas: ho notato ho notato. Bella ragazza, mai quanto te.
Io: come l'hai presa per Katy? Per il suo fidanzamento, intendo.
Lucas: normale. Sono cresciuto, non ho più quattordici anni, pulce.
Io: e io non ne ho più nove... Fortunatamente...
Lucas: mi dispiace per tutto il male che ti ho fatto, la cattiveria regnava in me. Regna in me...
Io: lo so, vorrei solo averlo capito prima...
Lucas: oh no, il fato ha un suo disegno. Doveva succedere ora. Hai una sigaretta?
Gliene passai una e me ne accesi un'altra.
Ad un certo punto sentii altre due persone sedersi sulla panchina e Lucas impallidire.
Rouge: tranquillo, non vogliamo fsrti del male.
Pupp: siamo fratelli. Sigarette?
Io: tenete, le ultime due.
Se le accesero e fumammo tutti insieme.
Io: che buffo, non mi sarei mai aspettata una cosa del genere.
Pupp: nemmeno noi. Ma il tempo ci cambia, non è vero che le persone non cambiano. Tutti noi mutiamo in qualche aspetto. E Lucas non mi sembra lo stesso coglione.
Lucas: grazie Jack... E Heather, sei sempre così silenziosa.
Rouge: non mi chiamo più così. Sono Rouge e lui Pupp. Tu non hai cambiato il tuo?
Lucas: no, volevo mantenere le radici che mi legavano alla mia famiglia, a voi. Lucas non era malaccio...
Io: sei l'unico onesto alla fine.
Finimmo le sigarette, salutammo Lucas e rientrammo.
Io: allora?
Rouge: beh, cambiato è cambiato. È più maturo.
Pupp: questo è sicuro.
Sofia: ehi Clock, mi daresti dei tuoi vestiti?
Io: certo! Vieni con me.
La portai su in camera e aprii un po' le finestre.
Io: sai, non ci è permesso tenere le finestre aperte la notte, per il nostro bene ovviamente. Ma quanto mi manche alle due di mattina, guardare mio marito dormire con i miei bimbi, mentre osservo le costellazione cambiare posizione nella notte. Ah, la brezza notturna.
Andai verso l'armadio e presi dei vestiti random, un paio di leggins e una canotta neri, dei calzini, una felpa grigia, delle mutande e un reggiseno.
Io: tieni, se vuoi del caldo per cambiarti, lì c'è il bagno. Io mi fumo una sigaretta, ti aspetto qui.
Sofia: grazie per tutto.
Prese i vestiti e si chiuse in bagno. Stava canticchiando una canzoncina strana, tipo quelle delle pubblicità.
Accesi una sigaretta e scrutai il cielo nero come la pece, illuminato da tante piccole lucine.
Fumavo tranquilla la mia sigaretta quando mi ricordai del libro sotto al letto.
Io: forse...
Lo presi e lo aprii, risolvendo il solito indovinello.
Le pagine erano.... Bianche. Vuote, senza niente scritto sopra.
Io: ma cosa?! Erano scritte!
Mi si illuminò una lampadina.
Io: cosa... Cosa succederà a Sland?
Sulle pagine delle lettere iniziarono a virticare, fino a formare delle scritte.
Io: 'tornerà tra due giorni. Trendy sarà ferito al braccio. Bestie tremende i loro occhi han visto, cose assurde le loro orecchie han sentito. Eppure son statici, come al solito. Sarai tu, a comandare'. Cosa? Ma se torna perchè dovrei comandare io?
Il libro si chiuse tra le mie mani.
Io: assurdo.
Lo rinfilai sotto al letto e mi finii la sigaretta.
Finalmente Sofia uscì dal bagno. Si era lavata il viso e i capelli, si era infilata i vestiti che le avevo prestato e sembrava molto più attiva di prima.
Io: bene. Prendo delle coperte e ti mostro la tua camera.
Sofia: perfetto.
Presi al volo delle lenzuola nel mio armadio e uscimmo verso una camera vuota. Su una nell'altro corridoio era già apparsa una targa oro con il suo nome.
Sofia: ma come...
Io: Sland sa e vede tutto.
Entrammo e le diedi le lenzuola.
Io: ora vado, devo fare il bagno a Sally. Ciao, ci vediamo tra poco.
Sofia: ciaooo.
Uscii e andai da Sally in camera.
Io: Sally dai and-
Rimasi impallidita. A finestra era spalancata e tutto era in disordine.
Uscii fuori terrorizzata corsi per tutta la casa urlando.
Io: SALLY! SALLY! DOVE SEI?!
Scesi giù e la vidi giocare alla play con Ben.
Io: SALLY!
Andai da lei e l'abbracciai forte, quasi piangendo.
Zero: ehi Clock, che succede?
Non sapevo se dire o non dire ciò che avevo visto, ma poi optai per la seconda.
Io: n-niente... Mi mancava ahahah, andiamo, devi lavarti.
Fui così sollevata nel vederla, che quasi mi spaventai.
Sally: posso finire la partita?
Guardai l'orologio, erano le 10.
Io: hai 10 minuti, è già tardissimo. Sono in cucina.
Per fortuna avevo chiuso la camera di Sally a chiave, così qualsiasi cosa non sarebbe potuta entrare in casa.
Entrai in cucina e mi presi una birra ghicciata. Mi seddetti sugli sgabelli, con i gomiti sul grande bancone e la mente da tutt'altra parte. Guardavo la birra, assorta completamente.
Entrò anche LJ, ma non me ne accorsi finchè non mi toccò una spalla e io gli puntai il coltello alla gola.
LJ: ehi ehi, così mi tagli la gola tesoro. Che è successo?
Io: emmm? Quando?
LJ: prima in sala.
Io: n-niente...
LJ: sai, riesci a mentire con tutti quanti, anche con tuo padre, il grande Dio... Ma non con me. Non ci sei mai riuscita.
Io: forse perché non voglio mentirti...
LJ: e allora perchè ci stai provando?
Io: non lo so...
Lasciai cadere la birra sul tavolo, che si verso per tutto il bancone fino a terra e abbracciai l'amico vicino a me, così forte da strangolarlo.
LJ: calmati... Sono qui con te.
Entrò Sally tutta felice saltellando.
Sally: ho vinto, andiamo?
LJ: BEN SEI UNO SCARSO!
Ben: ZITTO!
Io: Sally, va in sala.
Sally: ma dobbiamo-
Io: SALLY VAI IN SALA!
La bambina spaventata si ritirò in salone con gli altri.
LJ era sconvolto, non avevo mai parlato così a Sally.
LJ: vuoi spiegarti?
Io: non posso.
Mi alzai e andai di sopra, correndo verso la camera.
La aprii e accesi la luce, era come l'avevo lasciata, in disordine completo e con la finestra spalancata.
LJ, evidentemente mi aveva seguito, entrò in camera e lanciò un bestemmione tonante.
Io: Jack!
LJ: eh vabbe... Chiudi questa porta a chiave.
La chiusi come aveva detto, poi andai alla finestra e la chiusi, contrallando da dietro la tenda fuori in giardino.
LJ: cazzo... Che cosa cercavano?
Io: la chiave per aprire la porta. Fortuna ne ho solo io una e Sland nel suo ufficio. Se ci fosse stata... Se...
LJ: non è successo. Basta. Rimettiamo in ordine prima che arrivi Sally.
In dieci minuti tutto era al suo posto, il letto fatto, le monetine nei barattoli nell'armadio, i pupazzi sulla mensola e i disegni sulla scrivania.
Aprimmo la porta e per fortuna non c'era nessuno.
Io: SALLY! VIENI QUI.
La bambina salì saltellando, poi, vedendomi, smise e sembrava spaventata.
Io: mi dispiace piccola, ero nervosa. Senti, il bagnetto ce lo facciamo domani mattina sul presto ok? Poi fai i compitini e hai tutto il pomeriggio per giocare con Masky, che dici?
Sally: si! Grazie!
Io: vai a dormire...
Sally: mi leggi la favola?
Io: non posso piccola...
Uscì Jeff dalla camera, rimettendosi a posto i pantaloni. Dallo spiraglio della porta si vedeva Jane dormicchiare sul letto.
Io: siete assurdi.
Jeff: te la leggo io, vieni.
Zoppicava, ma senza stampelle, mano nella mano a Sally, tutta felice.
Io: grazie...
Bisbigliai lievemente, ma Jeff mi sentì e, girata la testa, sorrise.
LJ: vieni.
Mi prese anche lui per mano e mi portò sotto, aprì il portone e una volta fuori lo richiuse.
Ci sedemmo sulle scale del porticato.
LJ: perchè non hai detto niente? Perchè ho dovuto scoprirlo seguendoti?
Io: Jack, non capisci... Avevo assicurato a Sland la massima sicureza per tutti. Dire che qualcuno era entrato, boh, mi sembrava stupido.
Una lampadina mi si accese in testa.
Io: la finestra in camera...
Corsi dentro e salii le scale, più veloce che potevo.
Fortunatamente la finestra era chiusa, ma nessuno era entrato.
Io: dio che idiota.
Chiusi la finestra e sospirai.
Io: stupida.
Uscii fuori tranquilla e tornai da LJ, che sul portico aveva acceso una sigaretta.
Io: scusa, eccomi.
LJ: allora sei davvero tonta.
Io: sono una cogliona, è diverso.
Avevo preso, nel frattempo, una birra sul tavolo, vicino a quella che ancora colava.
Io: che buona la birra.
LJ: quota?
Io: di tutto il giorno... 5-6.
LJ: si chiama essere dei drogati di birra.
Io: ma zitto. Vuoi, ne ho una anche per te...
LJ: escimela! In tutti i sensi eheheh.
Io: che idota dio santo.
Gli aprii la bottiglia con l'accendino e gliela passai.
Io: è buffo.
LJ: cosa?
Mi stava stringendo e la mia testa era sulla sua spalla.
Io: non ho mai saputo la tua storia...
LJ: non me la ricordo... Che buffo. Amavo il circo, quando era in città mio padre mi ci portava sempre... A 7 anni scappai da casa ed entrai nel circo che stava partendo... Ahahah, mi ricordo le mie foto segnaletiche su ogni città, ogni volta il prezzo per il riscatto era più alto di qualche migliaia di sterline... Strano eh? I miei non li avevano tutti quei soldi... E poi uccisi, uccisi, uccisi. Il circo finì e Sland mi trovò, ero diventato... Ero diventato bianco e nero... Il mio vestito era così colorato, ma quando uccidevo, ricordo il sangue di bambini che schizzava sulle piume nere e sul viso pallido. So solo questo, non so perchè scappai, non so perchè uccisi... So solo che lo feci. Mi ricordo mia sorella morta, il suo funerale...
Io: mi dispiace Jack...
Passò una ragazza che correva, non si accorse neanche di noi.
LJ: che dici?
Io: arrivo prima io.
Buttai il ragazzo a terra e mentre correvo più veloce della luce, cacciai il coltello e lo misi in bocca, mi serviva le mani libere per correre e afferrarla.
La presi, le tagliai la gola, stava urlando, ma smise.
Arrivò finalmente LJ.
Io: lentuccio eh.
LJ: hai barato.
Io: quando mai. Tieni, te la cedo.
LJ: ora che l'hai uccisa eh.
Io: ma se è viva!
Camminai verso la casa e LJ mi raghiunse, con un sacco pieno di interiora per EJ, la testa della ragazza, le sue scarpe e il telefono con le cuffie.
Io: buon bottino...
Ero completamente assorta nel cielo.
LJ: farfallina, guardi le stelle?
Io: guarda là, dietro di te! La stella polare.
LJ: mmmm dove?
Anche il ragazzo era puntato sulle stelle.
Io: vedi quelle tre stelle allineate? La cintura di Orione. Più là c'è il grande carro e se guardi poco più su vedrai il piccolo carro, la sua punta è la strella polare, la stella dei marinai.
LJ: bello. Andiamo dai.
Eravamo praticamente davanti casa e quando entrammo nessuno ci filò. Allora buttammo il sacco e le cose insanguinate sul tappeto, a quel punto spensero la tv e ci ascoltarono con piacere.
LJ: Toby, per la tua collezione macabra.
Toby: grazie, ma non sai decapitsre decentemente.
LJ: pff. EJ, il sacco è tuo.
Il ragazzo bassetto guardò nel sacco e gli si illuminarono gli occhi.
EJ: vi doro.
Io: ahahah. Le cuffiette e le scarpe da corsa sono mie, mentre il telefono per te Jeff finchè non ritorna il tuo dall'assistenza.
Jeff: oh, caruccio. Grazias.
Jane: ehi, Clocky allora posso prendere le tue di scarpe? Quelle da corsa dico.
Io: sisi, sta notte te le lavo e devo ricucirle su un lato ahahah, comunque so furia vecchie.
Jane: lo so, ma non mi tira di comprarmele. Solo momentaneamente dai, grazie mille.
Io: de nada. Chi esce ora?
Tutti alzarono la mano tranne Pros, Sofia e Jeff.
Io: buono. Pros tu a dormire. Sofia, tu devi finire la scuola giusto?
Sofia: io non vado a scuola... Dopo i 16 anni ho smesso e sono andata a lavorare, non ero una cima ahah.
Io: allora domani ti cerchiamo un buon lavoro, che dici?
Sofia: oh si, almeno sarei impegnata in qualcosa ahahah. Ciao cucciolone!
Smile le ringhiò contro e se ne andò da Jeff. Macchiolina invece si strusciò due tre volte ai sui piedi e si sedette tranquillo tra il pelo caldo di Smile. Erano così strani quei due, erano come pappa e ciccia.
Io: non preoccuparti. Smile è fedele a pochi qui e uno degli eletti è Macchiolina.
Jeff: verissimo.
Dopo poco il salone si svuotò, Pros e Sofia erano salite insieme parlucchiando, per poi dividersi nelle rispettive stanze.
Io: Masky, Hoodie, Toby, prima che usciate ecco la lista.
Toby: grazie amore.
Masky: a dopo ragazzi.
Hoodie: non fate casini...
Jeff: noi?! Ti pare?
Il ragazzo sul divano sorrie, mentre gli altri sbuffando uscirono.
Chiusi le finestre e la porta sul retro chiave.
Io: che si fa?
Jeff: avrei un'ideuzza...
Eheheheh.
Io: e smettitela. Dai serio.
Jeff: non so, ci sta qualcosa di caruccio in tv?
Io: mmm si mi sembra che su Italia 1 ci sia un Transformer. Il primo mi sembra.
Jeff: beh, a me basta Megan.
Io: quanta robba quella ragazza.
Jeff: si è anche ritoccata qua e là però.
Io: stica, la amo.
Jeff: metto in dubbio la tua eterosessualità in questi momenti.
Io: oh, anche io.
Ci guardammo un film, facendo battute, ridendo e scherzando.
Io: cacchio, è ancora l'una... Mo?
Jeff: parliamo.
Io: e di che, sentiamo.
Jeff: mmmmm, fammi pensare.
Io: allora possiamo star qui tutto il giorno...
Jeff: ah ah ah, sei simpatica. Ecco, ci sono. Non dirlo a nessuno ma... Sono preoccupato per Liu.
Io: oh beh, anche io. Quei due non si vedono e non si sentono mai. Scendono solo per prendere cibo, birra e acqua, fine. Mai un cenno, una parola, un saluto...
Jeff: sono suo fratello e non mi parla. Cazzo gli abbiamo salvato la vita! E quella... Quella... Quella troia, gli hafatto il lavaggio del cervello cn tutte paroline dolci e cuoricini.
Io: Jeff, è complicata ora la sua vita... È morto...
Jeff: io invece muoio ogni cazzo di volta che lo vedo passare e non mi saluta... Ogni volta che lo guardo mi sembra ritorni bambino e ritorna nella mia mente la scena in cui avevo il suo orsetto di peluche e lui cercava di corrompermi per riaverlo... Era così carino... Ora quei due bambini non ci sono più. Sono rimasti solo gli adulti che non si parlano.
Io: mi dispiace.
Ranicchiai le ginocchia al petto e buttai la testa sulla sua spalla.
In quel momento apparve LJ che si sedette con noi sul divano, levandosi il trucco, la parrucca, il naso e i guanti con gli artigli.
LJ: che faticaccia la vita.
Entrò dal portone anche Zero, insanguinata dalla testa ai piedi con quel pesante martello in mano.
Zero:non dirlo a me.
Appoggiò il martello alle scale e agitò i capelli.
Zero: salite con me? Mi sciacquo i capelli.
Io: si dai.
Jeff: a patto che ti cambi eheheh.
LJ: oh si fratello ahahah.
Io: stuuuupidi.
Salimmo con lei e tutti entrammo in bagno. Io ero seduta a cambe incrociate sulla tazza, mentre i due ragazzi erano seduti uno sul bordo della vasca e uno sul pavimento con le spalle accostate alla porta.
Io: che noia signori...
Zero: ho quasi finito dai.
LJ: ti prego, continua a star cucciata così davanti al lavandino.
Zero gli lanciò un'occhiataccia e il ragazzo si ammutolì.
Io: lestaaaa.
La ragazza finì ad asciugsrsi poco dopo e potei finalmente distendermi comoda sul letto di LJ.
Io: mmm.
Jeff: che succede?
Io: troppa pace.
Zero: beh buono no?
Io: quando c'è pace in qusta casa, qualquadra non cosa.
LJ: è vero, qui la pace precede sempre un omicidio o un ferito grave.
Jeff: esagerati!
Io: se lo dici tu...
Sentimmo il portone sbattere.
Erano le due meno dieci, a quell'ora tutti tornavano a casa. Infatti nel giro di quei dieci-quindici minuti, potei chiudere il portone a chiave, poiché tutti erano rientrati.
LJ: va meglio ora che c'è caos?
Io: qualcosa non mi convince.
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Ticciwork| vero amore?
FanfictionSalve, io adoro la ticciwork e quindi ho pensato di scrivere una storia su di loro. Ci saranno vari colpi di scena, ma non preoccupatevi troppo. I nostri 'amici' resteranno fedeli l'uno all'altra? Fino alla fine?