Capitolo 137- Ne morirei.

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Mi aveva lasciata sola in cucina, a pensare ad alta voce.
Io: non ha regione... Loro mi vogliono bene! Sono i miei amici, i miei fratelli, la mia famiglia!
Iniziai ad apparecchiare e cucinare i puncakes.
Scese Jane e senza muovere un dito si sedette a tavola a guardare il telefono.
Io: buongiorno.
Jane: mmm? Ah, si. Allora, questa colazione?!
Dopo poco la raggiunsero Zero, Katy, Jeff, Liu, Pupp, EJ, LJ e Ben.
Come Jane, si sedettero e ordinarono alla servetta.
EJ: voglio i waffle.
Io: ci sono i pancakes.
EJ: lo so, ma voglio i waffle.
Arrivò anche Sally, per la quale dovetti fermare tutto e preparare i cereali con il succo.
Io: EJ, madonna, non mi sembra la fine del mondo!
Sally: ma io voglio pane e marmellata!
Ben: non puoi accontentarlo?
Jane: sempre polemica madonna.
Io: Sally, è finita la marmellata.
Iniziò a strillare come una bambina e mi lanciò il succo sui vestiti.
Volevo strangolarla, la tentazione fu molta, ma riuscii a trattenermi.
Liu: non c'è qualcosa di meno grasso?
Jeff: Chissà che te ne importa!
Liu: mmm non sono io qui quello che è ingrassato.
Jeff: CLOCK! GLIEL'HAI DETTO?!
Katty: ti assicuro che si vede anche senza che nessuno te lo dica.
Jeff: piccola insolentuccia!
Scesero anche Masky, Hoodie e Toby.
Toby: giorno a tutti.
Nessuno se lo filò.
Masky: un'altra splendida mattinata allegra.
Hoodie: oh e il succo?
Pupp: su Clock.
Hoddie: ah.
Jeff sbatté Katy alla parete che iniziò a muoversi come una matta.
Zero: CLOCK! FERMALO!
Anche Rouge e Kagekao ci raggiunsero.
Kage: ma che palle! Il succo!
Rpuge: Nat, mi prepareresti quel rimedio della nonna contro il mal di pancia?
LJ: oh si, anche a me. Quella spaghettata è stata distruttiva.
I bambini iniziarono a strillare come matti.
Toby: amore, li culleresti tu? Ho una fame boia!
Io: BASTA!
Tutti si girarono a guardarmi ad occhi aperti.
Io: MI SONO ROTTA I COGLIONI. EJ, FATTELI DA SOLO I WAFFLE, STESSA COSA TU JANE! SALLY, VUOI ESSERE CONSIDERATA GRANDE? PREPARATI QUELLA CAZZO DI COLAZIONE DISGUSTOSA DA SOLA! KAGEKAO, MUOVI IL CULO E COMPRATELO IL SUCCO! LJ, ROUGE, MI DISPIACE SE IL VOSTRO PANCINO REALE STA MALE... MANGIATE DI MENO! JEFF, SEI INGRASSATO, BASTA ORA! ZERO, SEI FORTE QUANTO ME, MA PERCHÈ DEVO INTERVENIRE SEMPRE IO?! PUPP, MASKY, HOODIE, POTRESTE ANCHE AIUTARMI A PULURE INVECE DI IRONIZZARE SEMPRE! E TU TOBY, SEI IL LORO PADRE, CULLATELI DA SOLO CAZZO, CHE SE STANNO QUA È SOLO COLPA TUA E DEL TUO FOTTUTO PRESERVATIVO BUCATO! ORA, BASTA ROMPERMI I COGLIONI O GIURO CHE FACCIO UN CASINO.
Sentii la rabbia circolare nel mio corpo, ma non scattai in BM. La teiera iniziò a fischiare e la mia testa a girare vorticosamente.
Erano tutti in silenzio imbarazzati, gliene avevo dette di cotte e di crudu, ma le meritavano tutte.
Caddi a terra e sentii tutti buttarmisi contro a cercare di aiutarmi, ma non svenni. Quando mi rialzai tutti si portarono la mano alla bocca, spaventati.
Io: che succede?
Masky: C-Clock senti...
Katy: quanto tieni ai tuoi capelli?
Io: molto perchè?
Jeff: allora non guardarti per nessuna ragione allo specchio.
Corsi subito allo specchietto dietro la porta della cucina.
Quasi non urlai dallo spavento. Avevo una ciocca di capelli completamente grigio perla, come i capelli degli anziai.
Corsi nello studio di Sland e mi chiusi la porta alle spalle a chiave, così presi quella che avevo al collo e mi buttai sul tappeto, aprii la botola e come un fulmind corsi giù per la scala a chiocciola.
Arrivai al cancello che si spalancò alla minima pressione della mia mano.
Avevavo infilato il cappuccio della felpa trovata sulla sedia di Sland e presa al volo.
Due demoni, molto forzuti e ben piazzati mi fermarono.
X: scusi, chi è lei?
Io: sono-
Alzai il capo, così da far vedere solo il viso e non i capelli.
Y: salve signorina, ci dispiace, ma con i tentativi continui di Zalgo di penetrare qui, dobbiamo tenere sotto controllo chiunque.
X: vuole andare da suo padre?
Io: non preoccupatevi. Si, se possibile. Sarebbe piuttosto urgente.
Y: senza problemi signorina, ci segta pure.
Mi scortarono in una grande stanza di porfido rosso, marmo grigio e travertino molto pregiato.
D: ciao tesoro mio. Ti piace? È la mia amata sala del trono, per così definirla. Che succede di così urgente?
Andai a stringerlo e piansi sotto le sue braccia calde.
D: ehi ehi, che succede stella mia?
Levai il cappuccio, così da mostrare i capelli ingrigiti.
D: oh mio non dio... KEVIN, ANDRÈ, VENITE SUBITO QUI!
Quei due demoni che mi avevano scortato poco prima corsero subito da me e D.
In coro dissero 'ci dica, capo'.
D: Andrè, chiama subito il guaritore.
Il demone più bassottino e biondo corse subito verso una delle varie stanze comunicanti alla sala.
D: Kevin, porta immediatamente una sedia confortevole e qualcosa da mangiare a mia figlia. Che venga trattata come una principessa.
Ora, quello più alto era andato di corsa verso la stanza più vicina e ne uscì subito facendo fluttuare dietro di lui due poltrone di velluto rosso e un tavolo di mogano con sopra tantissimi dolci e cose sfiziose.
Mi fece sedere ed era danatamente comoda.
Appena addentai una fetta di torta al triplo cioccolato, vidi correre Andrè con dietro un demone magrolino, alto, moro, con gli occhi azzurri, la pelle scura e molto molto carino.
D: ti prego, Juan, fai qualcosa!
Juan: oh wow, non mi aevi mai detto che tua figlia era così carina!
D: e anche sposata, ora, possiamo concentrarci?
Juan: guastafeste.
Ridacchiai e lui mi fece un gran sorriso.
Juan: beh, wow. O stai invecchiando, e sinceramente la vedo dura per voi killer, oppure sei stata sottoposta ad uno stress così forte che ti ha fatto invecchiare precocemente e velocemente i capelli. Cos'è successo?
Io: mi hanno fatto sclerare. Tutto qui, come ogni mattina però! Non capisco...
Juan: forse qualcosa prima ti ha turbata?
Mi rivenne in mente la riflessione di Lucas prima che se ne andasse.
Io: no, ne sono certa.
Juan: mmm allora deve essere stato uno stress maggiore di quelo quotidiano. Devi stare a riposo, molto.
Io: non posso, ho la casa di cui occuparmi. I ragazzi, i piccolini, Sally, lo studio.
D: Natalie... Se vuoi chiedo a Off se-
Io: e mollare per un po' di stress? Ma non ci penso neanche. Non torneranno mai del loro colore, vero?
Juan: mi dispiace...
Io: vabbe, un tocco di stile. Mmm Kevin, ma chi ha fatto qesta torta?
Kevin: io, signorina.
Io: ma è spettacolare! Hai davvero un talento!
Il demone sorrise e diventò lievemente paonazzo.
Kevin: grazie davvero, signorina!
Io: e Andrè, grazie per essere stato così veloce a chiamare Juan. Ovviamente grazie anche a te!
Juan: è stato un grande piacere, ora vado, ho uno con il mal di pancia e-
Io: acqua, bicarbonato e limone. Starà bene nel.giro di un'ora.
Gli feci l'occhiolino e sorrisi.
Io: papà, io vado. Grazie di tutto.
D: senti, so che non ti farò cambiare idea, ma almeno poss farti riaccompagnare da qualcuno?
Ci pensai un po' su.
Io: solo se sono Andrè e Kevin.
D: va benissimo.
Andrè: sarebbe un onore!
Kevin: davvero! Venga con noi.
Li presi sotto braccio, dopo aver salutato D, e ci teletrasportammo nello studio di Sland.
Chiusi la botolo a chiave e la ricoprii con il tappeto.
Io: so che mio padre vi ha chiesto di controllarmi per un po', leggo anche io nella mente.
Si sentirono un po' in imbarazzo.
Io: quindi, una bella tazza di thé fumante?
Sorrisero sollevati.
Kevin: con molto piacere.
Io: ah, parlo io con gli altri, non preoccupatevi.
Andrè: siamo ai suoi ordini, principessa.
Io: mmm chiamatemi Clock!
Kevin: oh non possiamo, D ci ha imposto di chiamarla Signorina o Principessa.
Io: allora preferisco signorina! Ma davvero, non mi interessa e mio padre non è qui.
Andrè: siamo ache più a nostro agio nel darle del lei e chiamarla signorina, siamo stati abituati così.
Kevin: anche con sua madre.
Io: la conoscevate?
Kevin: spesso veniva da noi laggiù.
Andrè: era molto gentile con noi, come lo è lei signorina!
Kevin: sapevamo che sarebbe stata forte come suo padre e gentile come sua madre.
Andrè: sin da piccola!
Io: cosa?! Mi cnoscevate?
Kevin: oh si!
Andrè: la signora portava quasi tutti i giorni la signorina a far visita al padre!
Kevin: era una vera peste, sa?
Io: ahahah me lo dicevano in molti...
Andiamo giù, ne riparliamo davanti a una fetta di crostata e una tazza di thé.
Aprii la porta e trovai tutti seduti fuori ad spettare. Appena videro Kevin e Andrè fecero tutti un balzo all'indietro tranne Pupp.
Pupp: oh, non fatei spaventare dalla loro stazza! Sono dei teneroni. Certo, se gli dai fastidio ti spezzano le ossa...
Andrè: Pupp, D vuole vederti.
Pupp: ummm niente di buono. Vado e torno.
Si smaterializzò davanti a noi.
Toby: ma dov sei stata?!
Io: dall'unica persona in grado di aiutarmi... Beh, non proprio persona persona... Da D.
Masky: ci hai fatto spaventare!
Io: e voi diventare i capelli bianchi. Contenti ora? La vostra schiava sta sclerata. Suppongo non abbiate sparecchiato.
Si guardarono tra loro ammutoliti.
Io: ovviamente. Tanto ci sono io!
Scesi per le scale, seguita fedelmante da Andrè e Kevin.
Ben cercò di seguirmi.
Io: Kevin.
Il demone alto con un colpo della mano lo scagliò dall'altro lato della casa.
Entrammo in cucina e per la prima volta in assoluto chiudemmo a chiave le due porte.
Io: che tranquillità. Ora sparecchio e preparo subito.
Kevin: oh no! Lei deve riposarsi. Si seda che facciamo tutto noi. Kevin con vari movimenti delle mani sparecchiò in due secondi, mentre Andrè preparò thé, la tavola e i dolcetti in due secondi con la forza del pensiero.
Io: è la prima volta che vengo servita in vita mia.
Andrè: perchè fai tutto questo?
Io: la mia non è stata una vita facile. Dopo la morte dei mie fratelli, uccisi i miei e scappai di casa. Off per fortuna mi salvò e mi accudì come una figlia. Finalmente avevo trovato un luogo da chiamare casa davvero! Con persone che mi erano simpatiche e che con il tempo ho imparato ad amare più di me stessa. Solo che mi sento perennemente in debito. Loro mi hanno salvata e mi sono ripromessa, sin da piccola, di occuparmi di loro. Non è facile, ma è così che funziona una famiglia.
Kevin: possiamo capirti.
Io: se mi è concesso... Come siete morti?
Andrè: non si preoccupi, non ci pesa raccontare. Anche se dai nostri nomi non sembra, siamo fratelli. Vivevamo in simbiosi, d'altronde io sono più grande di lui di appena due anni.
Kevin: una sera, stavamo andando a casa mia perchè le nostre mogli avevano programmato una cenetta di famiglia. Loro erano da me a cucinare, mentre noi in auto di ritorno dal bowling.
Andrè: torneo nazionale inglese. Vincemmo il primo premio nella categoria di coppia...
Kevin: solo che non era destino che ritornassimo a casa.
Andrè: vivamo in due appartamenti vicini dello stesso condominio, nel pieno centro di Londra.
Kevin: erano le 7.30 di sera, quando un bambino ha attraversato di colpo la strada.
Andrè: guidavo io. Per evitarlo sbandai e andai a finire contro un palo della luce. Kevin morì sul colpo. Mentre io... Stavo provando a uscire quando il palo si è staccato e mi è piombato in tesra, spaccandomela.
Kevin: mia moglie era incinta del nostro secondo figlio, metre Andrè ne aveva già 3. Due femmine e un maschio.
Andrè: Angelica, Rosa e Giacomo. Mia moglie, Caterina, era italiana.
Kevin: mentre mia moglie inglese come me. Elisabeth si chiamava nostra figlia, mentre volevamo chiamare il secondo Philip... Mia moglie lo chiamò Kevin Andrè Philip, questo era il suo nome completo.
Quasi non piansi dopo quella storia.
Io: le avete più riviste?
Andrè: sembra strano, ma vegliamo su di loro come angeli custodi.
Io: ehi ehi, perchè l'inferno?
Kevin: eravamo atei. I nostri genitori lo erano e noi come loro.
Andrè: le preghiere delle nostre mogli non sono bastate a salvarci.
Kevin: ma D vide de grande potenziale da demone in noi e ci offrì di tornare sulla terra per uccidere. Accettammo, tanto avevamo già perso tutto.
Io: mi dispiace così tanto! Avete una storia tristissima...
Andrè: come chiunque qui dentro. Ma ora viviamo bene, siamo inseme ed è quello che conta.
Kevin: e abbiamo dei poteri!
Andrè: quello rende tutto più gustoso, si...
Io: ahahahah vi capisco pienamente.
Ero triste per loro, ma mi fecero capire una cosa fondamentale: non dovevo abbandonare la mia famiglia. Perchè se così capitasse, ne morirei.

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