Capitolo 139- Piacere, Sofia!

179 9 4
                                    

Lasciai i piccoli a Toby, che insistette per accompagnarmi. Trovammo un compromesso: dovevo andare con Kevin e Andrè.
Io: andiamo ragazzi. Allora, tornerò tra un'ora. Lascio tutto a Hoodie. Solo ed esclusivamente a lui. Se qualcuno si ubriaca, droga o altro, risponderà a me quando tornerò.
Presi un attimo da parte Hoodie, lo portai fuori in giardino.
Io: senti Hoodie... Se dovesse venire beh, emmm, Lucas, digli che ci vediamo alle 8 spaccate.
Hoodie: Lucas... Ne sei sicura Clock?
Mi guardava preoccupato, come solo un vero amico potrebbe.
Lo abbracciai forte, forse versai anche qualche lacrima, con lui potevo sfogarmi.
Io: non sono sicura ormai più di niente. Grazie Hoodie.
Hoodie: di noi potrai essere sempre sicura, siamo la tua famiglia. A dopo.
Gli sorrisi e andai in casa, io e i demoni salimmo le scale, chiudemmo la porta e aprimmo una sorta di porta per il monte Olimpo. Era tipo la botola per gli Inferi, ma era sulla parete opposta alla porta, dietro la libreria. Fortunatamente si apriva con la stessa chiave. Entrammo e fummo catapultati davanti a un grande cancello color oro.
Lo aprii senza problema e feci passare i demoni.
Vidi tutti gli Dei che tanto avevo studiato a scuola lì davanti a me, a bisticciare come bambini. Non si erano neanche accorti di me, ma subito attirai l'attenzione.
Io: così grandi e potenti, eppure così vulnerabili.
Mi guardarono tutti ammutoliti.
Io: oh, non scomodatevi troppo a guardarmi, potreste perdere il filo del vostro illuminante discorso.
Atena: chi sei?
Il suo tono era duro e forte.
Io: come? Così tanta saggezza, ma non conoscete la degna figlia di Ade. Tremendo, non trovate demoni miei?
Kevin: deplorevole.
Andrè: davvero.
Io: buoni buoni. D'altronde sono solo Dei! Loro devono pensare alla capigluatura perfetta e alla piega della toga.
Zeus: cosa vuoi, figlia di mio fratello.
Io: zietto, sono qui, straordinariamente, a portar pace.
Poseidone: lingua biforcuta, come quella di nostro fratello.
Io: infatti ho detto 'degna figlia'. Allora, per cosa litigate oggi miei Dei?
Ares: cosa vuoi!
Io: Ares, Ares, Ares. Sempre a metter zizzania eh? Ahahahah, mi fate morire dal ridere voi! Sono davvero qui per calmarvi. Sono stata incaricata da Slanderman di occuparmi di voi.
Era: e lui dov'è?
Io: credo a saltare tra un universo e l'altro. Il problema è perchè litigate.
Atena: mmmm Ares vuole indire una guerra.
Io: questa non mi è nuova.
Feci sghignazzare Afrodite ed Ermes.
Atena mi scrutò attentamente, forse le piacqui, perchè sorrise.
Atena: sei molto scaltra e intelligente, hai una grande mente pianificativa, ma questo non ti impedisce di ascoltare le emozioni. Persino il fratello che hai odiato, è riuscito a farsi si nuovo breccia nel tuo cuore... Interessante.
Un pugno nello stomaco, ma mi ripresi subito.
Io: sono quello che voi bramate tanto. Sono una mortale. Temo che qualcuno possa trafiggermi il cuore, temo la canna fredda di una pistola alla mia tempia, temo il caldo infernale dei tizzoni ardenti sulla schiena e temo anche i miei peggiori incubi e le mie tremende paure. Sono una mortale. Seguo la mia testa, il mio corpo, i miei sentimenti. Sono una mortale. Eppure, vi sto tenendo testa tranquillamente perchè qui son venuta con una missione e quella stessa si avvererà senza alcun problema. Sono stata chiara? Bene. Ora dimmi, cara Atena, vuoi che salvi tua figlia o preferisci che io stia qui a crogiolarmi nelle mie doti oratorie?
Potei sentire un sospiro preoccupato emesso dalla sua bocca. Pote avvertire il fiato aumentare.
Atena: ascolatela.
Io: Ares, dimmi.
Ares: i mortali devono portarci più rispetto! Specie nei campi elisi.
Io: sarà fatto come vuoi tu. Ma devi interrompere le tue azioni bellicose.
Ares: se mi prometti che ciò che chiedo sarà avverato, io prometterò ciò che tu chiedi.
Io: lo prometto.
Ares: lo prometto.
Io: bne, ora ho una ragazza da salvare.
Gli Dei tornarono tranqilli a banchettare.
Atena mi prese da parte.
Atena: ti prego, salva mia figia. Lei ancora non sa chi è, ma è in grafo di fare grandi cose....
Io: di cui non andrai fiera suppongo.
Atena: cosa?
Io: Sland ha detto di portarla nella Creepyhouse, non da te, né da nessun'altra parte. È chiaramente destinata a cose malvagie.
Atena: si vede che sei figlia di Ade.
Io: che?
Atena: hai capito bene. Lui è molto scaltro e intelligente, loro altri non vogliono ammetterlo, ma so riconoscere uno al mio stesso livello quando lo vedo. E lui lo è, come lo sei anche tu. Tener testa agli Dei in quel modo è da folli... O da geni. Tu a quale parte credi di appartenere?
Io: i geni non esistono. E tutti i migliori sono matti... Quindi se devo scegliere, direi mille volte folli.
Atena: buona risposta. Va a salvare mia figlia e addestrala affinché il suo destino si compia.
Io: quel è il suo destino?
Atena: quello di tutti voi mortali: morire per una causa ai vostri occhi giusta.
La dea si allontano sorridendo e io, ripresi i demoni, attraversai il cancello e mi ritrovai nello studio.
Kevin: che si fa?
Andai dritta al cassetto con dentro il libro in grado di trovare la ragazza.
Cercai e cercai ma vidi solo pagine nere.
Poi mi vene in mente una grande idea, degna di Harry Potter.
Presi la penna 'magica' di Sland e vi iniziai a scrivere sopra.
Il mio inchiostro era bianco e ad ogni mia domanda, appariva una seconda scritta in rosso chiaro.
Io: wow.
Chiesi come si chiamasse e dove si trovasse la figlia di Atena.
Fortunatamente era vicina, a Roma, ci si arrivava tranquillamente con il teletrasporto di Off. La ragazza si chiamava Sofia.
Io: quale nome più azzeccato per la figlia di Atena?
Andrè: tutto bene?
Io: devo andare a Roma. OFF!
L'uomo, che poi di umano aveva ben pogo, alto e pallido apparve al centro dello studio porgendomi una bellissima rosa blu e facendo uno dei suoi sorrisi.
Io: così mi lusinga, padre!
Off: oh filia, non deve esser troppo timida! Dimmi tutto tesoro, che ti serve?
Io: dobbiamo andare in luogo, se ti do le coordinate esatte mi ci teletrasporti?
Off: dipende, è un luogo affollato?
Io: il retrobottega di un pub fallito.
Off: perfetto. Quando?
Io: inmediatamente.
Inforcai gli occhiali da sole e afferrai il telefono nuovo. Passai a Off un pezzo di carta dove avevo scritto il luogo preciso.
Presi sottobraccio i due demoni e Off mi sfiorò appena con il tentacolo che fummo catapultati davanti ad una sudicia porta di fero e legno marcio.
Io: bel posticino. Grazie Off, quando ti chiamo corri.
Off: come al solito. Ciao tesoro.
Scomparve e potemmo finalmente sistemarci.
Io: possiamo andare?
Andrè: certo.
Kevin: che aspetto ha?
Cacciai dallo zaino che avevo in spalla il mio blocco da disegno e da lì un foglio.
Io: questo qui. Gliel'ho fatto di schiffo prima quando ho visto il suo volto nel libro.
Kevin: sei bravissima.
Andrè: ok, andiamo.
Feci girare il pomello della sudicia porta ed entrammo nel locale deserto.
Kevin: interessante.
Abbassammo notevolmente il volume della voce.
Io: è quella là, seduta a quel tavolo. Sembra spaventata e preoccupata. Kevin, tu siedi affianco a lei e non lasciarla scappare, Andrè siediti vicino a me. Io starò di fronte a lei.
Andrè: se non ci ascoltasse?
Feci scorgere lievemente dalla borsa una siringa.
Io: morfina.
Kevin: buono.
Andammo da lei e ci sedemmo come stabilito. La sua faccia era diventata pallida quasi quanto quella dei due demoni.
Io: ciao Sofia.
Sofia: c-chi siete e co-co-come conoscete il mio n-nome?
Io: ahahahah buffa sei. Sta tremando. Impaurita? Ne vedrai di peggiori. Io sono circa come te Sofia, so che tu sai cosa intendo.
La ragazza rimase un attimo a scrutarmi, come la madre.
Io: ahahah tutta sua madre. Anche lei mi ha rivolto quello sguardo poco fa.
Li sguardo della ragazza s'illuminò.
Sofia: conosci mia madre?
Io: figlia del dio migliore.
Ora però il suo volto era terrorizzato.
Io: AHAHAHAH mi fai morire dal ridere! Sono anche metà umana se è per questo! Certo, sono un'assassina eh, ma se ti do la mia parola puoi fidarti.
Le feci l'occhiolino e lei iniziò di nuovo a tremare.
Io: senti tesoro, o ci segui con le buono o con le cattive. Tua madre mi ha chiesto di aiutarti!
La ragazza scattò in piedi e noi con lei.
Sofia: non vi seguir-
La ragazza svenne sul sedile e io porei chiudere la siringa.
Io: gliel'ho infilata all'inizio, dura la ragazza. Beh, una dose così stende un elefante.
Andrè la prese di peso e la portò nel retrobottega.
Io: OFF!
Off apparve in tutto il suo splendore.
Off: mmm carina, poi me la presti?
Io: scordatela. Andiamo.
Ci sfiorò appena, che fummo catapultati nello studio.
Off andò via e i demoni si appostarono dietro la porta, dopo aver fatto entrare Hoodie, Masky e Toby con i bambini.
L'avevamo fatta sdraiare sulla coperta dove i bambini giocavano e le avevamo messo sotto la testa un cuscino morbido.
Hoodie: Sland ti ha scritto poi altro?
Io: no. Mi manda una sola lettera con la lista delle cose da fare e mi devo segnare le cose fatte, così da fargli sapere che sono compiute. Le ho segnate tutte tranne quella riguarda Sally. Dopo cena le faccio il bagno e poi la metto a letto raccontandole una storia.
Masky: ha fatto i compiti con Jeff, LJ e Zero, mentre ha giocato con me e i piccoli in cortile. Prima che iniziasse a piovere.
Io: wow sono le 7 e non sono ancora uscita di qui.
Toby: dovresti riposarti.
Io: non posso...
Hoodie: deve dare il meglio di sé, Sland si fida di lei e non è facile accontentarlo. Fortuna tu ci stai riuscendo alla grande.
Io: grazie Hoodie.
Dove mi trovo? Oh che male alla testa. No! Sono con quella matta del bar... Io figlia di una dea, assurdo! Sono solo uva povera barbona. Come posso scappare?
Io: semplice, non puoi. Alzati, so che ci riesci.
La ragazza aprì gli occhioni neri, quasi la pupilla non si distingueva dall'iride, sembravano due pozzi oscuri. Era non troppo alta, forse come me, vestita invernale e con i pantaloni bucati. Aveva i capelli rovinati dalle tinte bionde e la ricrescita castana si vedeva molto. La matita sotto agli occhi era colata e le labbra erano tutte screpolate. Le mani, cianotiche, tremavano notevolmente e cercavano di ripararsi nel maglione di lana blu e grigio.
Io: non ti faremo del male.
Andai ad aiutarla a rialzarsi, prendendola sottobraccio e accompagnandola verso la poltrona.
Sofia: mi chiamo Sofia, ma questo già lo sai. Voi?
Io: piacere, sono Clockwork.
I suoi occhi si fecero piccoli e pieni di terrore.
Sofia: l'assas... L'assasina?
Io: ahahahh oh si. Loro sono Ticci Toby.
Toby fece un inchino con i bambini in braccio che ridevano.
Io: Masky e Hoodie.
Anche Hoodie si inchinò leggermente, mentre Masky fece un saluto con la mano e si avvinghiò al braccio di Hoodie, come per reclamarne la proprietà.
Io: questi due fagottini sono invece Jill e Spartaco, gli amorini di mamma e papà.
Sofia: wow... Siete solo voi?
Noi tutti sghignazzammo un po'.
Io: siamo una ventina, almeno. Le regole in casa sono semplici e le imparerai subito. Scusa per la siringa, sapevo non ci avresti seguita.
Sofia: come lo sapevi?
Io: abbiamo poteri noi qui. Io vedo nel buio, sono brava nell'arrampicarmi e corro molto velocemente, come i gatti, e soprattutto leggo nella mente, ma questo è un dono regalatomi da mio padre.
Sofia: tuo padre?
Masky: quante domande ahahah.
Hoodie: è curiosa.
Toby: anche troppo.
Tutti e tre fecero un sadico sorrisetto, che spaventò la ragazza.
Io: non preoccuparti, scherzano. Mio padre è il Diavolo, Satana, Mefistofele, Ade, chiamalo come vuoi.
Sofia: wow. Scusate ma proprio non capisco. Siete pericolosi assassini neanche dovrei parlarvi! Ma allora perchè sono qui? Sono una semplice ragazza!
Hoodie: tu hai del potenziale straordinario ragazza.
Io: so che spesso rubi per mangiare, senza farti beccare, perchè i tuoi piani sono impeccabili. Hai una mente eccelsa e sviluppata, dal punto di vista militare. Potresti creare piani per conquistare il mondo, senza che nessuno se ne accorga. Sei preziosissima ragazza mia. Inoltre so che impari le lingue naturalmente e che sei molto colta. Tutto merito di tua madre.
Sofia: mia madre? Non l'ho mai conosciuta...
Io: io si. Atena, dea della saggezza e della strategia militare. Buono, no? Certo, a me è andata alla grande, ma non si può essere tutti fortunati.
Il suo volto era sconvolto.
Io: beh, giretto della casa?
La feci alzare e levare quel lurido cappotto.
Io: Masky, buttalo.
Masky: ai tuoi ordini.
Io: vieni, ti presto dei vestiti miei. Ma prima facciamo un giro.
Uscimmo dallo studio e le feci dare un'occhiata veloce ai corridoi.
Io: qui ci sono le stanze di tutti, non preoccuparti, ne troveremo una anche a te. Lì c'è il bagno in comune con la doccia e lì quello con la vasca, usato più dalle ragazze perchè ci si entra in tanti. Alcune camere hanno il bagno proprio, quindi raramente si crea la fila. Inoltre c'è una tabella dove ci si prenota per il bagno, lì sulle porte, per evitare code troppo lunghe e litigi. Qui, come vedrai, le litigate non mancano, non sappiamo controllarci. Allora ho instituito la regola che si ha al massimo tre litigi a persona, superati i quali si deve andar via dalla casa. Ovviamente vediano sempre chi inizia, quelli che si difende non ha colpe.
Sofia: è già successo che hai dovuto cacciare qualcuno?
Un pugno nello stomaco.
Io: si. Ora, proseguiamo. Sulle porte ci sono delle placche dorate con i nomi di ognuno, così eviti di sbagliare camera. Emmm, ti consiglio di bussare, qui si tromba a qualsiasi ora.
La ragazza ridacchiò.
Io: hai un ragazzo?
Sofia: lo avevo...
Io: e?
Sofia: è morto....
Decisi di non investigare troppo.
Io: oh wow. Ora scendiamo, conoscerai gli altri. Attenta ai gradini, sono molto ripidi.
Scendemmo tranquille e arrivammo davanti al portone.
Io: questo è il portone principale, alle 2 di notte si chiude tutto e chi rimane fuori rimane fuori. Si riaprono le porte, anche quella sul retro e le finestre, alle 6. Le chiavi le abbiamo solo io, Sland, Hoodie e Zero. Andiamo.
Entrammo in salone, dove giocavano alla play Ben, LJ, EJ, Jeff, Zero e Jane.
Io: loro sono dei drogati dei videogames e neanche si sono accorti di te, a cena ti noteranno. Qui comunque è il salone dove chiacchieriamo, giochiamo, a volte mangiamo e tiamo insieme.
Proseguimmo verso la cucina, dove si trovavano tutti gli altri a bere birra e parlare.
Io: raga, passate due birre.
Sul bancone scivolarono due bottiglie di birra gelida.
Io: tieni. Ragazzi lei è Sofia, figlia di Atena. Starà con noi per un po'.
Nina: ciao! Io sono Nina! Come va?
Sofia: insomma ahahah.
Rouge: sono rouge, piacere.
Io: loro invece sono Pupp, mio fratello, Kagekao, fidanzato di Rouge mia sorella, Sally, la piccolina che sta sera deve farsi un bel bagno.
Sally: no! Non voglio!
Sofia: ciao piccolina! Vuoi un leccalecca?
Alla piccola si illuminarono gli occhi.
Sally: posso Clock?
Io: ma certo!
Sally: siiiii!
Sofia le passò, dalla borsa di tela che aveva sulla spalla, un leccalecca alla fragola.
Sally lo prese tutto feluce e se lo mangiò in pochissimo.
Sofia: grazie per l'ospitalità ragazzi...
Io: sono gli ordini.
Sofia: come, non sei tu il capo?
Ridacchiai.
Io: nono, solo per qualche giorno. Sono comunque quella che fa andare avanti la casa e le regole. Ma chi ci difende davvero è Sland. Lui ci ha accolto nella sua casa e nutrito con il suo cibo. Ci ha educati, aiutati e fatto sorridere... Lui è il nostro più grande amico.
Quasi non piansi al pensiero che Sland potesse non tornare.
Io: comunque, ha tre fratelli. Off, che ritengo mio padre: lui mi trovò che ero sperduta in un bosco e mi pirtò qui. Da quel momento mi ha sempre difesa. Poi ci sono Trendy, che è prsticamente il nostro stilista ahahah e Splendy, il nostro clown preferito.
LJ entrò proprio in quel momento.
LJ: ho sentito clown preferito e sono arrivato!
Io: ahahah idiota.
Nina: zitto che non piaci a nessuno dai.
LJ: a te però si.
Nina: io non sono nessuno!
Io: beh, almeno è modesto....
Scoppiammo tutti a ridere trann Sofia che non capiva e LJ che era molto seccato.
LJ: ehi, e lei?
Sofia: piacere Sofia!
LJ: sono LJ, il piacere è tutto mio.
Io: non esagerare o Nina andrà su tutte le furie ahahah.
Nina: ahahah simpatica!
Io: ehi, ma Katy e Liu?
Pupp: sono in camera a scopare da due ore buone. Cazzo, sono le sette, calmateve n'attimo.
Risi come una matta e andai a sedermi sulle gambe di Pupp, giusto per dargli un po' fastidio, anche se già ci stava pensando Rouge lanciandogli palline di carta.
Pupp: ah, che meraviglia avere due sorelle eh?
Sofia: io ne avevo una ahahah. Poi purtroppo... È morta in un incidente, stavamo accompagnando il mio ragazzo a casa, loro erano sui sedili davanti, mentre io e una nostra amica. Andammo a sbattere contro un palo e loro due morirono. La mia amica rimase in coma per due mesi, poi anche lei morì. Mentre io.... Io me la cavai con una gamba rotta e qualche punto sulla testa. Ero l'unica con la cintura...
Rouge: noi tutti qui abbiamo perso qualcuno, possiamo capirti più di tutti.
Io: avevo 9 anni quando Pupp e Lucas, il nostro altro fratello, morirono. Diventarono demoni ma lo scoprii poco tempo fa. Allora uccisi mia madre e mio padre e scappai di casa. Rouge era scomparsa e non avevo nessuno.
Rouge: cercai di ritrovarla, ma invano. Allora scappai per il mondo, fino a quando non trovai Kagekao. Con lui rintracciammo Nat- emm, Clock e la ritrovammo.
Io: mai stata più felice.
Nina: io persi tutto da adolescente, periodo complicato.
Sofia: oh, caspita... Era il mio diciassettesimo compleanno. Il 20 luglio dell'anno scorso...
Io: ehi! Quest'anno diciotto! Qui sai, tendiamo a scordarci dei compleanni, non li amiamo. Ma i diciottesimi sono sacri!
In quel momento entrarono BP e Pros, con delle buste di vari negozi.
Io: spero non fosse la mia auto...
BP: beh, Masky non voleva usassi la sua...
Io: sa che posso ucciderti in tempo zero.
Di scatto presi il coltello dallo stivaletto, feci una giravolta e buttai BP a terra, con me a cavalcioni sopra e il mio coltello puntato alla gola.
Poi mi alzai e insieme ridemmo.
Sofia era spaventata.
Porsi la mano a BP e lui l'accettò, ridendo.
BP: un giorno sarò più veloce di te, sappilo.
Io: in quel giorno uno dei due morirà, stanne certo.
BP: speriamo bene allora.
Io: calma Sofia, qui funziona così.
Pros: ciao! Sono Proserpina...
Sofia: che bel nome! Io Sofia.
BP: e io sono BP, molto più semplice e banale.
Io: ma cazzuto! Per la cena?
Pros: abbiamo le pizze!
Io: qui, Sofia, ognuno contribuisce come può. Chi compra il cibo, chi soazza, chi lava i panni. Ma una cosa è certa, tra noi regna l'armonia più particolare. Siamo una famiglia e tu ora ne fai parte alla grande. Benvenuta!

Ticciwork| vero amore?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora