Capitolo 142- Rischierei qualsiasi cosa.

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Mi teletrasportò a casa.
Io: ok, fortuna il tempo passa diversamente laggiù.
Pupp: ogni ora negli inferi, per un mortale, equivalgono a un minuto nel mondo terreno.
Io: forte. Quindi... Neanche 3 minuti. Ora andiamo, ti preparo la colazione.
Pupp: okay.
Uscimmo dalla camera, il sole aveva inizia a penetrare in tutta la casa, mostrando la polvere fluttuante.
Io: tu scendi, vado a svegliare tutti.
Il ragazzo bruno scese le scale e io iniziai il giro. Bussai porta porta, aprii le finestre e ruppi i coglioni a tutti.
Io : Masky, svegliati!
Entrai da quei due che, abbracciati, a stento avevano gli occhi aperti.
Spalancai anche da loro le tende e le serrande, mostrando l'intensa e accecante luce mattutina.
Hoodie: ti odio...
Gli buttai due maglie, due pantaloni della tuta e dell'intimo.
Io: mi amate, lo so.
Andai dritta dritta da Jane e feci lo stesso con lei. Appena aperta la finestra, per far cambiare aria, la ragazza si ranocchiò sotto le coperte mugugnando parole d'odio verso di me.
Io: veloce!
Andai da Sally, ma quando aprii la porta la piccola era già sveglia.
Io: ehi piccola, sveglia da poco?
Sally: ho sentito Ben urlarti contro qualche minuto fa.
Io: scusa piccola ahahah.
Aprii anche lì la finestra, l'aria entrò direttamente sul mio viso, smuevendomi i capelli e facendomi prendere una bella boccata d'ossigeno.
Io: splendido l'odore di rugiada. Dai, metti la tuta, chiudi la finestra e scendi quando sei pronta.
Passai da Pros e quando entrai la vidi ripetere mentre si vestiva ad un povero BP mezzo addormentato con il piccolo tra le braccia.
Io: BP guarda il lato positivo.
Aprii le serrande e spensi la luce.
Io: dopo tutto questo non possono non farti santo.
BP: santo Bloody Painter... Suona bene! Buongiorno Clock.
Io: ahahah buondì. Tu piccolo, vai da Jane e svegliala con Smile più forte che puoi!
Il piccoletto sorrise e corse via. Subito dopo sentimmo Smile abbaiare forte e Jane bestemmiare in tutti i modi.
Io: mi ucciderà. Pros, sai tutto, basta su!
Pros: scherzi? È greco... Se non prendo almeno 8 a questo orale, quella mi boccia.
Io: allora in bocca al lupo, ora scendi e mangia qualcosa.
Accennò un crepi, mentre BP sbadigliava e io me ne andavo da Toby.
Entrai in camera, i piccoli erano sopra Toby a ridere e urlacchiare.
Io: piccoli, non date fastidio a papà!
Li presi e li misi nel lettino a sbarre vicino alla scrivania, pieno di giochi e pupazzi.
Toby: tu sua lodata.
Io: ahahah, se li facessi dormire nel LORO letto, non subiresti tutto questo.
Toby: è che sono troppo carini.
Sghignazzai e aprii la finestra.
Guardai sul calendario vicino l'armadio, dove segnavo tutti i giorni passati.
Io: ehi! È il 21 di marzo!
Il ragazzo sul letto sbadigliò rumorosamente.
Toby : quindi?
Si stropicciò gli occhi.
Io: oggi è primavera!
Il ragazzo mi guardò con la più totale indifferenza nello sguardo.
Toby: mooolto bello, andiamo va.
Afferrai i bambini, ancora nei pigiami, e me ne andai di sotto mentre il ragazzo si cambiava.
In cucina era già tutto pronto.
Io: oh ragazzi... Stavo per preparare tutto io.
EJ: tu fai sempre tutto. Ci svegli, ci dai il buongiorno, ci sorridi tutte le sante mattine.
Masky: è il minimo!
Nina canticchiava allegra, mentre Zero e Jane preparavano la colazione.
Pros finalmente si era staccata dai libri e stava chiacchierando felice con BP e Hoodie. Ben, Masky , EJ ed LJ stavano discutendo di non so quale cazzata atomica che li faceva morire dal ridere con ovviamente Kagekao e quella scema di Rouge.
Liu e Jeff addirittura ridevano insieme!
Katy: Clock...
Sorrisi istintivamente.
Io: si! Dimmi.
Katy: possiamo scambiare due parole?
Io: anche quattro!
Scese Toby in tutta la sua bellezza, gli passai i bambini e ci baciammo.
Portai Katy fuori sul porticato proprio davanti casa.
Io: dimmi.
Katy: volevo chiedere scusa, a nome mio e di Liu. Ho fatto delle cazzate, ma solo perchè i nostri sono in conflitto non significa che dobbiamo odiarci anche noi! Il nostro destino è di farli ricongiungere, ma se litighiamo come bambini, o meglio, come loro, dubito che mai riusciremo nel nostro intento.
Io: sono perfettamente d'accordo. Pace fatta?
La ragazza mi guardò e sorrise.
Katy: pace fatta.
Ci stringemmo in un grande abbraccio e lei rientrò subito dentro, a mangiare il buon pasto.
Restai ancora ad ascoltare il vento e annusare l'odore del bosco che in quel giorno, non sembrava poi così tanto oscuro.
Sentii una mano toccarmi la spalla e sedersi vicino a me.
Io: non hai paura che il vestitino si sgualcisca?
D: lascialo sgualcire.
Io: ahahah. Salve padre.
D: figlia, è sempre un piacere. La ciocca, ti dona.
Io: vero? Mi ci sto abituando. Che c'è?
D: come?
Io: voglio sapere la notizia.
D: quale notizia?
Io: vieni sempre con qualche notizia, mai una visita di cortesia.
D: e perchè questa non potrebbe esserla?
Lo guardai con aria di sufficienza.
D: ti sbalordirà sapere che lo è davvero. Volevo sapere come andava.
Io: beh, oggi è primavera.
D: lo so. Quella matta di Persefone è una settimana che scassa la minchia.
Io: ma una cosa... Persefone è una sorte di madre per me?
D: non ci sono mica sposato! Siamo amici, a lei serviva una scusa per allontanarsi dalla madre e io dovevo trovare un volto femminile all'Ade. Purtroppo ancora tua madre non la conoscevo mentre Lyvra... Vabbe, niente.
Mi appoggiai con la testa sulla sua spalla.
Io: perchè non parli mai del tuo passato? Perchè devo sapere tutto leggendo?
D: a volte fa male sentire vecchie storie. Comunque, quando Dio mi creò, non mi spedì giù. Lui non vide il male in me. Mi creò però subito un fratello, con cui condividere spazio, tempo e la vita, purtroppo, ci fece condividere anche l'amore. Lyvra era lucente, risplendeva di una luce assurda. Noi tre passavamo tanto di quel tempo insieme, che se ci pensò quasi vorrei vomitare. Io ero notevolmente più forte di Chris, lo sapevamo entrambi e lui lo ammetteva con piacere. Sai perchè ero io il più forte?
Io: no.
D: non ero preso da Lyvra quanto lui. Chris passava tutto il suo tempo con lei e io lo passavo ad allearmi per realizzare un sogno che andava ben oltre una ninfa. Purtroppo, Chris calcolò male il tempo mentre il mio unico errore fu fidarmi troppo di un fratello e di una ragazzina. Inizia da solo, non potevo sprecare tempo prezioso. Inizia a battermi contro tutte le guardie e le vinsi tutte, ma per Dio mi serviva Chris. Lui non arrivò in tempo e quel simpaticone decise di farci un bel regalo: mi spedì negli inferi, dicendo che il colore dei miei occhi e dei miei capelli avrebbe scelto il mio destino, l'unico angelo rosso fuoco. Mi andò di lusso. Invece per non far succedere nulla a Lyvra , Chris si addossò la colpa e Dio decise che i suoi occhi sarebbero stati le ultime visioni di una persona moribonda.
Io: tu resti sempre il.più figo!
D: questo è scontato.
Io: Lydra?
D: per sua fortuna, morta, quando la ragazzina avevo sui 4 anni, se ho contato bene.
Io: per sua fortuna?
D: di Chris. L'avrebbe sicuramente fatto detronizzare.
Io: scusa le domande a raffica, ma come si uccide un essere angelico?
D: non si può, infatti lei era una Ninfa. Le ninfe, alla loro morte, si trasformano in esseri naturali. Lyvra creò una piccola radura dove io e Chris, in un momento di pace, ci rincontrammo. Assurdo.
Io: cosa?
D: fui il primo a cui lo disse.
Io: che gesto carino.
D:che gesto furbo. Pensare di avvicinarsi di nuovo a me, per scopi personali e strategici, dopo tutto quello che ha combinato, durante un momento così.
Io: tu non lo avresti fatto?
D: non lo feci con tua madre...
Io: sentì, mi dispiace ancora molto di...
D: ehi piccola, tua madre sapeva che era tuo destino. Ho passato splendidi momenti con lei e ho avuto il dono più grande, te.
Io: ti voglio bene. Assurdo da dire a te!
D: vorresti dire che non sono amabile?
Io:assolutamente, ma diciamo che l'approccio iniziale può migliorare.
In quel momento uscì Nina tutta allegra, ma quando vide D si fermo per un po'.
D: non mordo mica.
Rise.
Nina: ahahah nono non è per quello, è che non vorrei disturbare.
Io: dimmi Nina.
Cercai di tagliar corto.
Nina: sta finendo tutto là.
Il mio stomaco brontolava come un matto.
Io: non preoccupatevi, non ho fame, mangiate la mia parte! Ieri sera ho mangiato pesante.
Nina: sei sicura?
Io: sisi.
Nina: ok! Vuoi almeno un caffé? E tu D?
Io: per un espresso macchiato freddo, questo si!
D: caffé lungo, grazie mille.
Nina: arrivo subito!
Rientrò sempre fischiettando.
D: perchè hai mentito?
Io: mmm?
D: hai detto di non aver fame, ma era una cazzata.
Io: sai, quando si vuole bene a delle persone, si è disposti a fare dei sacrifici pur di vederli felici e compiere il loro destino, come tu con la mamma...
L'uomo mi guardò, con i suoi occhi color del fuoco e i lineamenti scolpiti.
D: sai, se uguale a tua madre... Mortale, ma ai miei occhi la più splendida delle dee. Neanche tutte le Lyvra del mondo avrebbero potuto compensare anche solo una volta tua madre.
Nina tornò passandoci i caffé e uno zuccheriera, poi se ne andò.
Io: oh, come stanno Kevin e Andrè?
D:bene, svolgono il loro lavoro impeccabilmente, come al solito.
Io: sono simpaticissimi! Devo tornarci laggiù.
D: anche a trovare tuo padre eh!
Io: ma tanto quel matto ha provato una cosa più unica che rara che si chiama 'visita di cortesia'.
D: sbalorditivo.
Finimmo i caffé con qualche chiacchiera.
D: devo proprio andare... Devo dire che parlare con te aiuta molto.
Io: anche il contrario ahahah.
D: ora devo assolutamente andare, là son iersi senza di me.
Mi guardai triste le mani, giocherellando con l'anello al pollice.
D: ciao piccola.
Mi carezzò i capelli e scomparve.
Io: vorrei tanto fossimo normali.
Zero uscì per venirmi a chiamare, così rientrai con lei.
Io: Pros andiamo?
Pros: sisi. Ciao ragazzi.
Ci salutarono e Pupp venne con noi.
Io: come mai?
Pupp: questa mattina sali la scuola.
Mi guardò con aria complice ed entrambi salirono in auto.
Arrivati davanti alla scuola Pros non esitò un secondo a scendere.
Pros: oggi mi sento tremendamente fortunata! Ciao ragazzi!
Suonò la campana, ma noi restammo in auto.
Io: dove mi porti?
Pupp: hai preso quello che ti ho detto prima?
Io: i fogli da disegno, i pastelli, i carboncini e la macchina fotografica?
Pupp: si.
Io: yessa, stanno nel bagagliaio.
Pupp: prendili, ti porto in un posto speciale.
Prendemmo tutti e scendemmo sotto al fiume proprio vicino la scuola.
Fortuna che avevo le scarpe da ginnastica e la tuta.
Io: è lontano?
Pupp: qualche minuto.
Arrivati ad una spiaggetta di sassi, Pupp prese un telo da mare nel suo zaino e lo stese su di un sasso di travertino a forma di rettangolo.
Pupp: ti ricordi quella oca di Annah?
Io: quella con l'h finale... Odiosa. Come potessi starci insieme io boh.
Pupp: diciamo che aveva un culo notevole e si faceva fare di tutto. Comunque, la pirtavo sempre qui. Vabbe, noi scopavamo qua eh, ma è anche un posto magnifico. Con il sole coperto dalle fronde degli alberi, l'acqua ghiacciata a pochi passi e un panorama fantastico.
Io: perciò il costume da bagno?
Pupp: è una giornata fantastica con 25 gradi, sfruttiamola! Prendiamo un po' di sole, fumiamo, beviamo, disegnamo e cazzeggiamo. Nut hai quasi venti anni, vuoi passare la tua vita a rimpiangere questi magnifici momenti? Non buttarli come feci io, la vita non è così scontata come sembra... Un attimo e ti ritrovi delle pugnalate al petto e l'attimo seguente, sei morto. Quindi non fare il mio stesso errore e goditi la vita!
Io: grazie fratello!
Ci levammo i vestiti e ci distendemmo sul masso.
Poco dopo Pupp era beato sotto al sole, mentre io, con della sana musica rock, disegnavo il panorama con gli acquarelli.
Io: ehi Pupp, guarda!
Gli feci vedere il disegno.
Io: è per te, così ti ricorderai questo giorno.
Pupp: resterà per sempre nella mia memoria. Wow, sei bravissima. Lo appenderò in camera, custodendolo come fosse oro. Grazie sorellina. E ora... Chi entra in acqua per ultimo è uno scemo!
Lanciai tutto ciò che avevo a terra e corsi per i sassi. Tenemmo le scarpe, ci faceva un po' schifo camminare sulla melma nel fiume. Ovviamente vinsi io, così potei vantarmene per il resto della mattina.
Io: lallallero, lallallà, io ho vinto e tu sei il baccalà!
Pupp: molto maturo, davvero.
Io: invidiaaaa.
Pupp: dai, asciughiamoci e poi andiamo.
Io: dove?
Pupp: ti porto a fare shopping?
Ci guardammo per un secondo e scoppiammo a ridere.
Pupp: so spiritoso dai. Andiamo non so...
Io: andiamo un po' al nostro campo, quello rubato al proprietario dove ci alleniamo per comodità.
Pupp: ummm si va bene. Allora muoviamoci, sono già le 9.40.
Mi sembrava un sogno passare del tempo con mio fratello da persone, circa, normali.
Ci asciugammo tra una chiacchiera e l'altra, mentre riprendevamo le cose e ci incamminavamo per tornare sulla strada.
Io: guarda che posto silenzioso...
Pupp: era fantastico venire qui con quei cazzatari di Marco ed Emanuele. Te li ricordi?
Io: ahahah i tuoi unici amici che mi sopportavano quasi quanto te!
Pupp: avevano anche loro delle sorelline più piccole.
Io: si, mi ricordo quella di Emanuele, Elisa. Aveva due anni meno di me eppure mi faceva morire dal ridere.
Pupp: quando tutti insieme vi portammo al mare? Ema aveva preso da pochissimo la patente.
Io: fu l'estate prima...
Pupp: della mia morte, si. Quanto mi divertii in quella giornata.
Io: ahahahah anche io. Quando io ed Elisa scomparimmo? AHAHAHAH la faccia tua e dei ragazzi era epica.
Pupp: mai preso peggiore spavento, credo. Posso farti una domanda?
Eravamo già in strada e stavamo sul ponte vecchio che portava alle scale per salire sulla strada alta.
Io: dimmi pure.
Pupp: com'è stato il mio funerale?
La domanda mi spiazzò, d'altronde io lo potei vedere solo perchè Off all'insaputa di Sland mi portò senza farmi vedere.
Io: io ero lontana. Vi hanno seppelliti nello stesso posto, 4 tombe vicine con un grande angelo dietro.
Pupp: bleah, che pacchianata!
Io: zia Antoniette ha deciso tutto, era davvero pacchiano ahahah.
Pupp: dio, quella donna. Chi... Chi c'era?
Io: Ema, Marco, Gianni e tutti gli amici estivi. Annah che piangeva come un'ossessa insieme a Kendra e Jessicah, tre chiattone a parer mio.
Pupp: anche per il mio. Emmm senti... Alice c'era?
Io: era in disparte, vicino al prete con un papavero arancio tra le mani. Teneva molto a te, eravate amicissimo.
Pupp: oh si, migliori amici dalle elementari. In primo superiore mi disse... Beh, di avere diciamo i miei stessi gusti sessuali.
Io: era lesbica?
Pupp: si. Mi ricordo che andavamo insieme davanti al bar S. Patrick con gli occhiali da sole per guardare i culi delle commesse. Con lei, mi divertivo così tanto. Sai che fine ha fatto?
Io: l'ho osservata...
Pupp: fino a quando?
Io: mai smesso. La seguo ovunque vada. Una volta un tipo l'assalì nel cortile della sua casa, mentre lei stava fumando. Gli spaccai la testa a quello stronzo e buttai nel fiume il cadavere scempiato. Quando mi vide ebbe paura, poi... Qualcosa nel suo sguardo cambiò. Mi riconobbe probabilmente. Assurdo dopo 7 anni eh? Eppure sorrise, mi guardò con gli occhi inteneriti e disse 'sei proprio una scimmietta'. Ti ricordi che mi chiamavate scimmietta?
Pupp: si... Dove abita?
Io: Pupp, se Sland dovesse saperlo-
Pupp: voglio solo sapere come sta...
Io: ok, te la faccio vedere. Ma sappi che ci ha messo anni e anni ad andare avanti e non c'è riuscita ancora del tutto. Sei pronto a rischiare?
Pupp: per rivedere la mia migliore amica?
Ci pensò qualche secondo.
Pupp: rischierei qualsiasi cosa.

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