Capitolo 117- Sempre il solito.

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Quei tre giorni passarono monotoni velocemente e subito arrivò il giorno della festa.
Io: allora Nina, tu dovrai distrarre LJ.
Nina: non preoccuparti.
Ovviamente dopo ciò che mi era successo, tutti perdonarono tutto a tutti, Nina si riappacificò con se stessa, Jane uscì finalmente da quel buco nero e Jeff si decise a porgerle l'altra guancia.
Io: ottimo. Io Jeff, Jane, Hoodie, Masky e Toby prepareremo il fuori.
Hoodie: sicuri non farà troppo freddo?
Jane: già controllaro, sarà una calda serata di Marzo. Forse D vuole augurargli un felice compleanno ahahah.
Toby: perfetto direi.
Io: poi? Ah si. EJ, Ben, BP e Pros si occuperanno del cibo.
Pupp: noi due?
Nina: voi verrete in giro con me e LJ, un'uscita a quattro.
Zero: okay.
Io: Off e Splendy ci aiuteranno con il fuori, mentre Trendy e già all'opera con i nostri vestiti, ce li farà avere per le 7 spaccate.
LJ: e un poveretto che vorrebbe della pace?
Io: disse colui che leggeva nella mente.
LJ: shush.
Zero: usciamo LJ, altrimenti qua ti menano, io per prima.
Uscirono senza neanche vestirsi decentemente, le solite tute e vestiti maledettamente corti per quelle due.
Io: all'opera signori. OFF! SPLENDY!
Apparvero al centro del salone e Splendy liberò i soliti coriandoli che fecero impazzire Sally.
Sally: io che faccio?
Io: mmmm vuoi aiutare Ben con la torta? È troppo basso per prendere gli ingredienti!
Tutti risero, soprattutto la piccoli. Tutti tranne Ben, che mi guardava con indifferenza.
Ben: ah ah ah, no ma sei simpatica.
Io: awwww nanetto lo so! Ora muoviamoci, sennò faremo tardi!
Jeff: ma se hai studiato un piano così impeccabile che persino Hoodie è impallidito!
Hoodie: diciamo che è ben fatto.
Io: deve essere tutto perfetto... Dopo questi giorni voglio che almeno una dannatissima serata sia passata tranquilla e in allegria. Nessuno me lo impedirà, nemmeno Dio in persona.
Tutto si bloccò.
Io: oh merda sul serio? Ora?
D2: eccomi.
Io: ehi, tu non sei mio padre.
Questa figura mi apparve sconosciuta, eppure in cuor mio sapevo che non portava il male in sé. Aveva un bellissimo smoking bianchissimo, senza una minima imperfezione. Aveva l'areola che galleggiava sul capo di un giovane dai capelli color del vestito. Era bellissimo e dietro di sé portava una luce aulica e fresca.
D2: beh, io sono l'altra D. Quella che lui ama definire 'la triste e vecchia seconda D'.
Io: oh merda. Oh beh, s-se avessi saputo...
D: e non potevo di certo non mancare a questa rimpatriata! Che si dice?
Io: eccolo, megalomane come sempre.
Le due figure erano affiancate, in effetti davvero simili. Se non fosse stato per il vestito, le corna, la coda e l'areola, probabilmete li avrei scambiati.
Io: wow siete identici.
D: ehi, io sono più giovane. E figo.
D2: non ricordi le domeniche a messa Natalie? 'E poi, creò l'uomo, a sua immagine e somiglianza'. Purtroppo con lui sono riuscito per metà.
D: ehi senti, senza me, il mondo non sarebbe in equilibrio.
D2: hai pienamente ragione.
La sua voce era calma e rilassante, ascoltarla era come musica.
D: porca troia odio quella tua voce così.... Così calma. Cazzo poi quel tuo dare sempre ragione... Mi da sui nervi.
D2: usare i paroloni non serve a nulla. A volte parole eleganti e ben pensate, struggono ancor più l'animo dell'avversario.
D: bah.
Io: io dovrei organizzare una festa, il motivo di questo incontro?
D2: volevo conoscere la temuta figlia di D. A quella cena non ne ho avuto il tempo e ne sono profondamente rammaricato.
Mi prese la mano e dopo un inchino, la baciò.
Io: buffo.
D: lui? Si lo so... Imbarazzante direi.
Io: no! Il fatto che... Boh, lui è Dio! E si è inchinato a me, diciamo 'comune' mortale.
D2: l'educazione è tutto. Comunque, nei momenti difficili, sappi che io ci sarò sempre per tutti voi.
Ora iniziava ad infastidire anche me, ero pur sempre la figlia del Diavolo e troppa calma mi uccideva l'animo.
Io: non mi sembra, ma grazie. Noi preferiamo chi ci da i fatti e non solo parole 'eleganti e ben pensate'.
Non riesco ancora a capire come D non sia scoppiato a ridere, ha un grande autocontrollo quando vuole.
D2: non comprendo il motivo.
D: è pur sempre mia figlia e loro per metà sono miei. Hanno il maligno dentro D caro, non passerano mai dalla tua parte. La luce non fa per loro. Ora vattene e non avvicinarti più a loro o scoppierà davvero una guerra.
Il personaggio in bianco, dopo un breve inchino del capo, scomparve, lasciando solo la luce rossa che mai abbandonava D. Mi stupì il suo gesto. Teneva davvero a noi, o ci voleva solo dalla sua parte? Per quel giorno volli essere ottimista e optai per la prima ipotesi.
Io: grazie.
D: il Diavolo che intima a Dio di non avvicinarsi più a sua figlia. Buffo eh?
Io: sei stato... Buono, direi.
D: non dirlo mai più o punizione a vita.
Io: scusi. Che fai ora?
D: devo tornare a lavoro, lì non ci si ferma mai. Buona giornata, divertiti con quei cartelloni.
Mi fece l'occhiolino e scomparve via.
Jane: oh wow, non ci credo.
Toby: hai incontrato D?
Io: magari solo lui.
Masky: che è successo?
Off: merdaccia ladra..
Splendy: non porta nulla di buono, nono.
Hoodie: dai su!
Io: ho incontrato Dio.
Jeff: oh cazzo.
Masky: e?
Toby: wowowowo.
Hoodie: non tenerci sulle spine.
Io: niente, ci vuole dalla sua.
Jeff: sul serio?!
Off: si Splendy, non porterà nulla di buono.
Io: D ci ha difeso.
Jane: e questa è la cosa più assurda tra le tre, giuro.
Hoodie: ha bisogno di noi, siamo importanti per lui.
Io: speriamo. Ora, a lavoro bestie.
Iniziammo a tagliare l'erba in giardino, ripiantare i fiori e tagliare quelle orride aiuole.
Circondammo la tomba di Persefone con un piccolo steccato in legno di ciliegio dipinto di bianco.
Off e Splendi portarono due grandi tavoli fuori, che noi altri apparecchiammo e decorammo.
Ben: ragazzi dai, finite dopo. Prendete un panino.
Ci fermammo giusto per quello spuntino e una birra, poi ripartimmo in quarta.
Attaccammo al tetto della casa delle lanterne bianche e nere, che poi arrivavano a dei pali, circondati da lucine bianche, tutt'intorno al tavalo. Sugli alberi facemmo un lavoro un po' più particolare: sui rami alti i ragazzi misero i soliti festoni n bianco e nero, mentre io e Jane, sui rami bassi di un albero, attaccammo delle foto imbarazzanti di LJ, mentre sull'altro quelle più belle. Ovviamente decorammo anche la facciata principale con luci e lanterne.
Si erano fatte le 6 e noi avevano appena finito. Quelli addetti alla cucina anche avevano terminato, compresi Ben e Sally con la torta.
Io: siamo stati fantastici. Ora su a lavarci, puzziamo come maiali.
Entrammo tutti e chiudemmo la porta sul retro a chiave, come di consueto.
Ci lavammo e alle 7 spaccatisime, sui nostri letti apparvero dei vestiti meravigliosi.
Io: oh mio bip! È fantastico!
Per me aveva creato un vestito corto fino a metà coscia, che però sembrava essere una gonna con una camicia bianca. Quest'ultima era di uno spettacolare bianco perlato, con tutti i bordi in nero, mentre la gonna nero carbone aveva l'orlo finale bianco.
Lo indossai e mi stava a pennello.
Toby aveva uno smoking nerissimo, con cravatta, bordi e fazzoletto bianchi, mentre i gemelli al polso erano di perle.
Jill invece indossava un vestitino bianco a balze, con l'orlo di queste ultime sempre nero, inoltre aveva uno splendido cerchietto con una rosa nera splendido.
Spartaco invece sembrava Toby in miniatura, solo certi dettagli cambiavano il suo aspetto, come la pelle e il colore degli occhi.
Pronti, scendemmo di sotto e aspettammo tutti in giardino. Nina portò LJ in camera sua e lo fece vestire. Una volta sotto non poteva credere ai suoi occhi, non si aspettava tutto quell'impegno per il suo compleanno.
Io: meriteresti di più... Ma in poco tempo è tutto ciò che sono riuscita a fare... Potevo anche fare moooolto meglio...
Hoodie: scherzi?! È una settimana che studia e organizza tutto. Ti assicuro, io non avevo mai visto un piano così ben curato.
Arrossii lievemente quando vid LJ sorridere con le lacrime agli occhi.
Toby: beh amico, te lo meriti.
Tutti andarono ad abbracciarlo e si iniziò a far festa. Bere e ballare erano le uniche cose nelle menti degli altri. Io non ero molto il tipo da festa, non amavo stare troppo in compagnia. Allora mi sedetti sulla panchina debitamente addobbata.
Davo miseramente le spalle alla festa e mi concentravo sul vento che cantava tra gli alberi quasi spogli, guardavo le foglie librarsi nell'aria e cadere al suolo, dolcemente.
Poi, sentii una mano gelida toccarmi la spalla.
LJ: dovresti divertirti, ti sei impegnata tanto.
Io: non posso non pensare a lei... Sarebbe stata anche la sua festa.
LJ: eh si, nati nello stesso giorno, destinati a fare le stesse cose, uccisi dal destino.
Io: sarebbe fiera di noi, me lo sento.
LJ: lei lo è, ne sono più che certo. Ora ci starà guardando da lassù e facendo una grande risata vedendoci fuori dalla festa a parlare di lei.
Io: ahahahah. Lei amava le feste, era così allegra e spensierata. Strano, come una persona possa cambiare in base alle situazioni, alle compagnie, all'umore. Che spettacolare macchina è l'essere umano e ancor di più il nostro cervello.
LJ: andiamo, è l'ora dei regali. Ma tu sei riuscita a farmi il regalo più grande.
Io: cioé?
LJ: mi stai per regalare uno dei sorrisi più sinceri che abia mai visto.
In effetti, a quelle parole sorrisi, scostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio sinistro, cosa che non facevo mai per via dell'orologio.
LJ: e che meravigliosa macchina che siamo noi. Diversi eppure uguali.
Spettacolare, non trovi?
Io: oh si. Ora andiamo, avremmo tutta la notte per chiacchierare.
Jeff: madò quanto siete tristi! Divertitevi!
Io: non amo le feste, forse perchè non sono mai stata ad una vera.
Jeff: perchè sei una persona triste.
Io: semplicemente preferisco la mia compagnia, la trovo più educativa e allettante.
Toby: sta dicendo che siamo noiosi eh.
Io: non noiosi! Solamente non sempre sempre interessanti, tutto qui.
Jane: certo che essere offesa da lei è quasi bello, fa sembrare tutto un complimento con quei paroloni.
Hoodie: la magia della cultura.
Io: su andiamo, arriva la torta.
Mangiammo a sfondo e tutti provammo il fighissimo drone. Poi però, una nuvola rosso sangue ci avvolse e dall'oscurita apparve D.
D: oh ma che bel compleanno. Auguri in ritardo LJ.
LJ: grazie.
Erano sempre tutti diffidenti con D nei paraggi, io stessa non sempre mi sentivo al 100% al sicuro con lui.
D: volevo darti il mio regalo, no?
Io: cos'hai un mente D?
D: non sembri manchi qualcosa?
Schioccò le dita e LJ iniziò a urlare come un matto, cadendo a terra in ginocchio.
D: come amo rovinare le feste. Auguri e buona notte.
Scomparve e mentre la nuvola si dissolveva, noi ci gettammo sull'amico a terra.
Si sollevò pian piano e una volta scoperto il braccio notammo il simbolo.
Jane: benvenuto nel club.
Zero: quasi non lo sentirai più.
Io: sembrerà quasi piacevole in confronto a tutto il resto.
Jane: sicuro.
Zero: oh beh, io direi che è abbastanza tardi, andiamo dai.
Rintrammo tutti nelle nostre stanze e una volta sistemati al sicuro i piccoli, io e Toby ci infilammo nella sua vecchia camera a fare quello che sicuramente starete pensando.
Circa tre ore dopo tornammo in camera, lui aveva sonno e si addormentò subito, mentre io mi ritrovai in corridoio con Jeff, LJ e Zero che uscivano dalle camere.
Io: la felicità dilaga oggi eh?
Zero: tra tutti e quattro, non si sa chi ha scopato meglio.
Jeff: ma meno male.
LJ: Jane non viene?
Jeff: la notte preferisce star sola, per non farsi vedere.
Io: giustamente.
Ce ne andammo in camera vecchia di LJ, dove avevamo fatto riparare la porta, e chiacchierammo su diverse cose. Io e Zero finimmo un pacchettodi sigarette da sole, mentre Jeff e LJ si scolarono tre birre a testa.
LJ: niente, non mi fa niente.
Zero: è uno dei vantaggi. Siamo più resistenti.
Io: prova na canna, sarai più rilassato.
LJ: naaa. Sto bene così.
Jeff: che stanchezza signori.
LJ: ho una voglia di dormì assurda.
Zero: beh fallo.
LJ: scherzi?
Io: possiamo dormire eh, solo che non è necessario farlo.
Zero: e poi vedere ciò che gli altri sognano è più fastidioso che sentire i loro pensieri.
Io: i primi tempi ci provavo... Ma era davvero fastidioso. Così decisi di impiegare al meglio il mio tempo. Mmm ne arriva uno.
Zero: che solletico.
Il ragazzo vicino a noi tratteneva a stento le urla e si toccava il braccio come se potesse strapparselo.
Io: non preoccuparti, passerà sul serio.
Jeff: perchè gliel'ha fatto mo?
Zero: anche con me e Jane lo fece, i tre-quattro giorni di prova. Se ti vede forte e abbastanza appropriato, ti prende.
Jeff: sennò?
Io: le peggiori pene che si possano immaginare. Comunque lo fece circa anche con me. Prima di marchiarmi mi tenne d'occhio qualche giorno. Fu tremendo, lo vedevo ovunque e ancora non sapevo nulla.
LJ: mi è andata bene allora.
Io: starai benissimo. Ti curerà e occuperà di te.
Zero: sarai sempre in salute e costantemente attivo.
Jeff: che pacchia.
Zero: insomma...
LJ: perchè?
Io: anche se starai benissimo, sentirai un vuoto costante dentro di te. Non hai più l'anima e mai potrai rivederla.
Zero: mancherà sempre qualcosa. Anche se un giorno tutto dovesse sembrarti perfetto, avrai un buco... Una mancanza. Il pezzo perduto del puzzle.
Io: ma non preoccuparti, starai comunque al meglio, specie con degli amici così.
LJ: lo spero....
Jeff: non andiamo oggi?
Zero: che ore sono?
Tutti e tre mi guardarono fisso negli occhi.
Zero: mmm le 6. Troppo tardi ormai, stiamo qua... Facciamoci coccolare dal tepore del mattino e trasportare dal primo raggio solare.
Jeff: non ti facevo così poetessa.
Con un culo poi.
Zero: grazie eh.
LJ: sempre il solito.
Io: che scemo ahah.
Passammo l'ora seguente a chiacchierare e ridere, finchè uno strano rumore da fuori la porta, catturò la nostra attenzione. Sembrava un tonfo, come di un corpo che cade. Uscimmo dalla stanza e andammo in salone, ma una volta davanti all'intruso, lasciammo andare tutte le armi e spalancammo la bocca.
X: suvvia, che casino è questo?! Sono stata via per così poco e voi mi riducete la casa ad uno schifo? Ma vi sono mancata un pochino? Eddai chiudete quelle bocche!
LJ: tu...

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