Capitolo 116- Devo.

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Continuavano a guardarmi come se potessero levarlo dalla mente con le occhiatacce. Riuscivo a sentire i ragazzi parlare tranquillamente, ma sembrava come se parlassero una lingua diversa dalla mia perchè non capivo nulla.
Io: scusa Hoodie, non ho capito l'ultima cosa che hai detto. Ero tra le nuvole.
Hoodie: no niente, ho detto che comunque dobbiamo star tranquilli.
Continuavo a non capire le sue parole, mi sembravano senza significato alcuno.
Io: ah ok, grazie...
Guardavo gli altri discutere e chiacchierare con un volto vuoto, assente.
Masky: Clock, ti si bruciano così.
Io: mmm?
Hoodie: Clocky, i pancakes!
Indicava qualcosa alle mie spalle, poi quando sentii la puzza di bruciato mi ricordai il pancake che avevo messo sulla padella rovente un attimo prima.
Io: MA PORCA TROIA.
Spensi il fuoco e buttai pentola e contenuto nel lavandino, facendo scorrere l'acqua fredda.
Appogiai le mani al bordo del lavandino e diedi un pugno forte al bancone. Poi vidi l'acqua bloccarsi immediatamente, le gocce che stavano schizzando ovunque si fermarono a mezz'aria come cristallizzate.
D: forte eh? Amo presentarmi mentre l'acqua scorre.
Io: cosa vuoi?
D: volevo solo dirti che devi controllare i tuoi pensieri, mi mandi nel pallone tutto là sotto.
Io: scusa... È che non so cosa mi succeda.
D: so del sogno premonitore e mai compierei una guerra contro lo Sland, è il migliore alleato che abbia mai avuto. Sarebbe sciocco.
Io: sarebbe da te.
D: simpatica. Ora devo andare, i soliti intoppi satanici. A dopo.
Io: adieu.
L'acqua riprese a scorrere tranquilla.
Masky: stai bene?
Zeto: vosa ti ha detto?
Io: di chi parli scusa?
LJ: di D. L'ho avvertito anche io.
Io: non capisco di cosa stiate parlando.
Presi una seconda padella e continuai a cucinare. Afferrai un vassoio dalla credenza in alto, un asciugamano, un piatto, delle posate e riempii un bel bicchiere di succo.
Toby: dove vai?
Io: da Jane, ovviamente.
Tutti mi guardarono strani, tranne LJ e Jeff che fecero di tutto per non incoraciare il mio sguardo.
Presi una pila da 4 di puncakes perfettamente allineati e, dopo averli inzuppati nello sciroppo, andai di sopra. Bussai alla porta che subito si aprì, ma fu poi richiusa alle mie spalle.
Io: buongiorno principessa! Non credi sia il caso di uscire?
Jane: mi odiano tutti, no grazie. Invece accetto volentieri quei profumatissimi pancakes.
Io: l'ingordigia e la gola portano all'inferno eh.
Jane: oh guardati intorno Clock, siamo già all'inferno.
Io: dai su, mangia. Io devo tornare sotto, mi aspettano.
Jane: ok...
Io: mi prometti che finita la colazione scendi un attimo?
Jane: ti riporto il vassoio... Ma poi salgo subito.
Io: è già qualcosa.
Sorrisi dolcemente, come solo una mamma può. Lei ricambiò, ma nel suo sorriso vidi tanta tristezza e malinconia che mi gelarono il cuore.
Io: a dopo.
Chiusi la porta dopo essere uscita e dando una lieve riguardata al corridoio sinistro, notai Sally che mi fissava ferma davanti alla sua porta.
Io: Sally, sai che con me non attaccano questi giochi su.
Lei era lì, imperterrita che mi guardava fissa.
Io: matta.
Feci per scendere ma lei si scagliò contro di me.
Iniziò a graffiarmi tutta con le unghie e poi mi sfilò il coltello dritto dritto allo stomaco, persi tanto sangue da farmi svenire.

***********
LJ: sono due ore che sta così!
Toby: si riprenderà LJ... Capisco che tu sia distrutto, ma per fortuna lei è viva. Questo conta.
Amore svegliati ti prego.... Non sopporto di vederti così.
Aprii gli occhi spalancandoli.
Zero: porca troiaccia... È svegia ragazzi.
Io: mmm che cosa è successo?
Mi misi seduta sul divano.
Masky: ti sei pugnalata allo stomaco.
Io: oh nono! Ricordo che stavo uscendo dalla camera di Jane quando vidi Sally che mi fissava ferma sulla porta. Quando feci un passo si scagliò contro di me e sfilatomi il coltello dal gambaletto, mi pugnalò.
Hoodie: ma Sally è da Off Clocky. È imp-.
Tutti ci ammutolimmo.
Io: non pensateci nemmeno, è impossibile! Mio figlio mai mi avrebbe fatto una cosa del genere. Mai....
Mio figlio.... Quelle parole mi rimbombarono nella testa.
Io: ma il bambino?
Vidi LJ con lo sguardo perso.
Io: no... No... Non può essere...
Toby: mi dispiace amore mio, non c'è stato nulla da fare.
Io: perchè i miei figli muoiono? Cosa ho di male....
Jeff: cosa cazzo vuoi tu? Influire ancora?
Ammazzati, troia.
Jane: i-io volevo solo...
Nina: vattene, non sei benvenuta qui.
Io: vieni Jane, andiamo sopra.
Cercai di alzarmi, ma una volta in piedi quasi caddi.
Masky: non puoi muoverti... Evita gli sforzi.
Io: si che posso.
Hoodie: allora ti portiamo noi due.
Io: ok. Toby, vieni?
Toby: si amore.
Toby e Jane ci precedettero, accellerando sulle scale, mentre Hoodie e Masky mi presero di peso e scortarono fino in camera mia. Una volta dentro e chiusa la porta io ero seduta sul letto a gambe incrociate con sopra la testa di Jane stesa, Toby era anche lui seduto vicino a me che mi stringeva e Masky e Hoodie erano a terra sul tappeto che giocavano con una pallina.
Io: non saprò mai il sesso, che nome gli avrei dato, che vestiti avrebbe indossato. Non vedrò mai i suoi primi passi, la prima parla, il primo dente che cresce e il primo che cade. Non sentirò mai i suoi pianti, le sue risate, la sua voce, i suoi lamenti. Non preparerò mai la prima pappetta, il primo bagnetto, il primo latte. Non aspetterò ore il suo ritorno la notte, non preparerò mai il gelato dopo la sua prima rottura, non la bacerò mai, nessuno abbraccio, nessuna carezza.
Toby: amore è successo oramai...
Jane: puoi solo accettarlo ed evitare di piangersi addosso.
Masky: senti chi parla eh? Ahahah
Jane: simpaticone.
Hoodie: forse saresti dovuto essere un po' più apprensiva con LJ...
Io: quando scenderò, mi scuserà... Ah ma Pros?
Masky: non voleva andare a scuola, per rimanere con te. Ma l'ho convinta ad andare, per evitare assenze.
Io: hai fatto bene. Oh no, oggi aveva il compito di greco. Volevo rassicurarla, invece ho solo aumentato la sua ansia.
Hoodie: andrà benissimo, si è esercitata tanto. Le ho anche ricorretto le versioni di preparazione e aveva fato solo errori rossi e qualche blu, ma niente di chè.
Jane: lei è intelligente Clock, andrà alla grande.
Masky: vuoi qualcosa da mangiare?
Io: non ho fame.
Si zittirono a guardarmi, come se avessi bestemmiato ad alta voce in chiesa.
Io: non concentro la mia vita attorno al cibo eh.
Toby: oh si invece. Ma non preoccuparti, è normale.
Bussarono alla porta.
Se però mi fa girare il cazzo l'ammazzo.
Io: avanti.
Erano LJ, Zero e Jeff. Alla loro vista Jane scattò dietro di me, come impaurita.
Jeff: cone va Clocky?
Io: na merda. Tu LJ?
LJ: non ho ricevuto una pugnalata al petto eh, ma dirti di star bene è mentire.
Zero: ti ho preparato il thé caldo con i soliti 4 cucchiaini di zucchero.
Io: mmmm si dammi pure.
Afferrai la tazza e la posai sul comodino.
Jeff: ho portato l'ultima fetta di torta, solo per te.
Presi anche quella e la poggiai vicino alla tazza.
Io: grazie davvero ragazzi, ma non ho fame. Ora scusate ma vorrei continuare la discussione con loro, tra poco scendo da voi. Grazie ancora.
Jeff: andiamo dai, lasciamola riposare. A dopo Clocky.
Io: contateci.
Se ne uscirono molto infastiditi e Jane si rimise nella stessa posizione di prima.
Hoodie: Jane, di cosa hai paura?
Jane: ho visto Jeff in momenti che mai avrei voluto vedere. Ho spesso assaggiato la sua cattiveria e me lo risparmio volentieri ancora.
Io: Masky, apri il secondo cassetto dietro a te della scrivania?
Masky: si mmm quale vuoi?
Io: allora... Le Devil.
Masky: rosa o nere?
Io: nere. Grazie mille.
Mi lanciò il pacchetto e lo afferrai al volo, tirai fuori dalla scatola da venti una sigaretta completamente nera.
Io: volete? Sono buonissime.
Tutti ne presero una.
Io: minchia, era tanto per non essere scortese eh.
Scoppiammo a ridere come nulla fosse. Fumammo le nostr sigaretta, apprestando la stanza.
Io: buone eh? Jane, vuoi provare le rosa?
Jane: oh si!
Io: Masky, prendine solo due e rimetti qusto a posto.
Mi porse due sigarette completamente rosa, sia cartina che filtro. L'accesi con il mio fidato accendino Blu della Bic, di quelli ricaricabili. Io facevo la collezione di quei cosi, ne avevo di tutte le taglie, colori, stampe e marche. Collezionati in tutte le città che avevo visitato. Alcuni inglesi, francesi, americani, italiani, cinesi, giapponesi, russi e anche canadesi.
Jane: minchia se so buone...
Io: scelgo solo il meglio.
Masky: Ehi Jane... Perchè non scendi mai? Sono tre giorni che sei rinchiusa in camera tua. Ci sei mancata.
Jane: penso sia mancata solo a te... Comunque perchè ho paura, sinceramente.
Io: a me sei mancata!
Toby: pure a me, non avevo chi offendere dai.
Hoodie: nessuno lava i panni come te... Masky usa poco ammorbidente e le macchie col cazzo che si levano.
Masky: ah si? La prossima volta la felpa zuppa di sangue te la lavi da solo, stronzetto.
Jane: AHAHAHAH grazie a tutti e tre...
Hoodie: comunque, paura di che?
Jane: ho rivelato cose scomode e tutti mi guardano male.
Io: ti dispiace per Jeff eh?
Jane: è quello che più mi manca... Sapere che lui, durante le mie crisi notturne, era sempre al mio fianco pronto a stringermi e consolarmi era davvero importantissimo. Ora invece neanche mi guarda e se mi rivolge la parola, sono solo insulti o saluti vuoti.
Toby: gli passerà.
Jane: come lo sai?
Masky: ti ama, chi ti ama davvero, passa sopra a tutto.
Io: guarda me, sono rimasta incinta del mio migliore amico (ripeto, ero brillissima), ma Toby mi ha perdonata.
Toby: ti amo davvero troppo. E poi, se io stesso ho tradito, come posso essere così ipocrita da tenerti il muso?
Io: anche lui ti ha tradito e tu lo sai.
Jane: mi aiuterete?
Hoodie: e sennò a che serviamo?
Masky: a pettinar le bambole?
Io: giustissimo. Mmmm...
Afferrai il piatto con la torta e lo finii il 5 secondi, poi tirai giù anche il thé e fui davvero soddisfatta.
Io: le bende si possono levare.
Hoodie: credo ti rimarrà la ci-.
Quando levai la bende non c'era nulla, solo il sangue su di essa.
Io: mm ottimo! Come al solito.
Masky: ma emm come?
Io: lui non vuole abbia segni di battaglia, me li leva sempre. L'altro giorno mi sono imposta per non farmi guarire le nocche.
Toby: wow.
Jane: oh si è vero. Noi dobbiamo essere sempre perfetti, lui crede che la storia che più segni hai sul corpo più sei minaccioso, sia una cazzata inventata da un idiota.
Hoodie: mmm non ha tutti i torti!
Toby: bah, Sland no c'hai mai detto nulla su ste cose, non saprei.
Hoodie: meno dolore per voi.
Io: ah sisi.
Il gatto, che ormai era diventato un ciccione, salì sulle mie gambe strusciandosi ovunque.
Io: ciao piccolo! Ho deciso di cambiarti nome.
Jane: a me Macchiolina piace.
Toby: in cosa lo vuoi cambiare?
Io: Black Devil.
Hoodie: azzeccato direi.
Toby: come mai?
Io: tutto deve riniziare da capo, come se si potessero tirare indietro le lancette di un orologio.
Masky: buffo da parte tua.
Io: oh, non sai quanto. Ma tentar non nuoce.
Ero desiderosa di una nuova storia da scrivere, una storia nella quale la parola fine sembra non comparire mai, neanche quando tutto sembra perduto. Desideravo quella vita, la vita che tutti sognano e sperano.
Si, ero determinata ad ottenerla, anche se avessi dovuto lottare con unghie e zanne, io avrei stretto tra le grinfie quella vita tanto bramata.
Io: devo averla.
Toby: cosa?
Io: passi una sigaretta Masky?
Me ne passò una nera con un bell'accendino rosso fuoco. L'accesi e diedi una bella aspirata.
Io: la vita che desiderano tutti, io devo averla. Devo.

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