18.

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Londra.
Ore 10.

Questo posto è veramente fantastico. Le luci. La gente che cammina per strada. Ho chiamato un taxi che ci porterà alla Sony di Londra. Lele non sa nulla. Non ho risposto al messaggio e sono sicura che tra poco mi chiamerà disperato. Credo manchi davvero poco all'arrivo. Chiamo Veronica per farmi lasciare il pass visto che Carlotta sarà dentro con Lele è non posso disturbarla.
«Elo dimmi? Lele è preoccupato»
« è con te»
«no»
«ok. Io sono a Londra. Sto arrivando. Se mi fai trovare tre pass per salire da lui te ne sono grata»
«ci sono anche le tue figlie?»
«si certo »
«waa è da tanto che volevo vederle! Sono sola tranquilla. Lui è dentro. Senti li lascio ad Leonardo i pass. È un ragazzo di 25 anni. Lele lo conosce»
«grazie mille»
«a dopo allora» saluto e dopo due minuti. Arriviamo davanti a un enorme palazzo. Simile a quelli che ci stanno in Italia per le case discografiche. Ho i brividi. Scendiamo tutte tre prendendo le valigie.
«mamma che ansia!» esclama Nina.
«a chi lo dici!» rispondo. Entriamo è un ragazzo si avvicina. «tu devi essere Leonardo giusto?»
«piacere mio signora Esposito. Questi sono i vostri pass. È un onore avervi qui. E soprattutto averla qui. Conosco bene la sua musica non solo quella di suo marito. » sorrido imbarazzata.
«grazie mille» mi passa i cartellini. Nina è ferma. Lo guarda. Lo scruta. Mi sa che qui gatta ci cova. Si guardano per due secondi negli occhi e Nina diventa rossa.
«mamma noi dovremmo andare;» mi spinge. Rido. Beccata infragrante 
«andiamo si. Ciao Leonardo» saluta con la mano e saliamo al terzo piano. Quello di lavoro.
«elooo»
«ciao vero»
«quanto sei bella»
«ora non esagerare. Veronica loro sono Nina e Anna.»
«azz una la fotocopia tua e l'altra di lele»
«beh almeno non posso dire che le ho fatte con altri»
«ah su questo ci puoi giurare.»
«veronica, che sto baccano non riesco a lavorare così però!» la voce di Lele ci fa girare. «Elo, Nina, Anna dio mio ma...»
«sorpresa» dico. Si avvicina a noi e ci abbraccia.
«non ci credo!» è senza parole.
«papà sta giù noi corriamo!»
«ma che bellezza siete amori miei!»
«sei contento?» chiedo a Lele mentre mi bacia.
«si. Sapevo che avresti capito che avevo bisogno di voi» gli accarezzò la nuca.
«papà ci fai vedere casa poi?»
«certo. Ora finisco qui»
«ciao elo»
«ciao carlotta» le stringo la mano. Anna la guarda strano. È gelosa. Ridacchio. Vedo Leonardo raggiungerci, consegna delle carte a Veronica e riguarda Nina. Pure Lele si accorge della situazione e mi sorride. Strano non abbia detto nulla o abbia fatto vedere di essere geloso della figlia.
«va beh che facciamo qui? Torniamo a lavorare?»
«si scusa carlotta» mi bacia e torna dentro.

[…]

Non ci credo le ho qui con me. Le ragazze sul divano che chiacchierano. Nonostante l'orario Nina mette lo smalto a sua sorella e Elo prepara la cena. Ne avevo bisogno. Mi avvicino ad elo, le sposto leggermente i capelli dalla spalla.
«ehi» le baciò il collo e tira indietro la testa.
«mi sei mancata tanto!»
«anche tu»
«non me lo aspettavo»
«sapevo che stavi giù per via di tante cose. Mi basta guardare le tue espressioni anche tramite il cellulare per capirti. Sono tua moglie»
«te lo lasciato sempre fare!» affermo. Mi guarda lasciando il mestolo.
«che cosa?» appoggia le braccia intorno al mio collo.
«capirmi. Lasciare che le mie espressioni facciali ti facesse pensare qualcosa su di me»
«anche io»
«per questo ti ho sposato. Perché solo tu sei riuscita a prendermi»
«vale lo stesso per me. E poi ci amiamo. E abbiamo due figlie»
«due principesse!» mi bacia. Le labbra si schiudono e le nostre lingue si incontrano. Ci stacchiamo a corto di fiato.
«hai visto anche tu come Leonardo guarda Nina?» chiedo baciandola di nuovo.
«si. Già quando siamo arrivati. Perché non ti sei messo in mezzo?»
«perché... Non lo so Elo. Mi sentivo pure di troppo!»
«azz!»
«ora non prendermi in giro. È sempre mia figlia»
«si ma vuol dire che ti stai fidando di lei»
«mi sono sempre fidato di lei Didi. Solo che sono geloso. È mia figlia. Nonostante l'hai portata dentro tu ha il mio sangue è mi sento in diritto di difenderla»
«ma non da lui» ridacchia.
«leonardo non mi sembra luca» confesso.
«se lo dici tu allora stiamo a posto»
«va beh a pelle;»
«si si a pelle» le pizzico il fianco.
«mamma il sugooooo! Non amoreggiate sempreeeee» urlano insieme. Ridiamo come dei cretini.

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