68.

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Siamo appena tornati insieme a Roma. la situazione non è delle migliori. Anna ha provato a parlare a Nina che si barricata in camera da letto e non vuole uscire. Non capisco il suo comportamento. Tra un ora dobbiamo andare in ospedale. Lele mi guarda disperato.
«che facciamo?» mi chiede.
«non lo so.» confesso. Siamo seduti sul divano mentre Anna fa i compiti in cucina.
«ok provo ad andare io. Dovrà uscire da la dentro!» dico poi. Lele mi bacia una guancia e salgo su. Busso.
«Non voglio vedere nessuno. Voglio stare da sola»
«nina sono la mamma apri la porta»
«no»
«ok va bene. Parlo da qua»
«mamma non voglio sentire nulla. »
«invece tu mi ascolti. » nessuna risposta. «non so cosa è successo a scuola. Alessia mi ha scritto che avete litigato. Nina ascoltami quando papà stava via per tanto tempo io ero come Leonardo. Tutto ciò che mi circondava era più importante di un telefono. Lui chiamava e io non rispondevo quasi mai. Sì arrabbiava perché secondo lui non era abbastanza importante. Un giorno al telefono si è arrabbiato tanto. Era una settimana che non ci vedevamo e il tempo insieme non ci stava, e questo mio atteggiamento non gli piaceva per niente. Mi chiese una cosa. Mi chiese di fare una scelta cercare di avere un rapporto con il telefono quindi sentirlo oppure chiudere la storia perché non si poteva andare avanti. - respiro. - ho scelto il cuore. Ho scelto di cambiare. Ho scelto di migliore. Ho scelto di imparare a sentire il telefono, di rispondere, di chiamarlo. Ho scelto di fargli sentire la vera importanza che lui ha per me.
Non lo facciamo apposta Nina. È un atteggiamento che ci portiamo nel tempo che a volte facciamo fatica a modificare. » la serratura scatta. È la trovo in piedi nonostante non deve assolutamente farlo. Mi abbraccia e continua a piangere.
« perché l'amore fa così male mamma?» le accarezzò la schiena.
«perché siamo nati anche per questo. Per soffrire Nina. L'amore fa del bene. Ma sa fare anche male. È adesso non è l'amore a darti dolore ma la distanza. »
«ma lui non risponde neanche ai miei messaggi. Luca oggi ha dato a papà del fallito. Alessia invece mi ha detto che non devo rigettare il mio nervosismo su gli altri. »
« è per questo che avete litigato?» annuisce.
«sono nervosa ha ragione. Ma lei lo sa quanto io sia convinta che luca mi ha ridotto così. Lei sa che io sto nervosa per via di Leonardo. »
«hai bisogno di tranquillità amore. »
«se solo lui si facesse sentire!» mi dice sconsolata. Le bacio una guancia.
«non fatti sentire per alcuni giorni vedrai che capisce alcune cose»
«papà lo ha mai fatto?»
«mi sono bastate quattro ore di completa assenza. Zero messaggi. Zero chiamate per capire che probabilmente lo avrei perso»
« proprio di uno lontano dovevo innamorarmi»
«al cuore non si comanda Nina. E adesso chiamo papà che andiamo in ospedale»
«spero che sia tutto apposto»
«se stai ancora in piedi ti ricoverano altro che tutto apposto»
«merda!»
«Leleeeee» urlo. Lo vedo correre.
«dimmi, Nina ma che...»
«poi ti spiego prendila che andiamo in ospedale»
« non siete mai state normali ma eseguo»
«ecco bravo amore mio» ride e prende in braccio la figlia. Scendiamo giù e si mette il giubbotto come facciamo tutti anche Anna.

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