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Siamo ancora abbracciati. Leonardo sì è steso sul letto abbracciandomi. Mi accarezza un fianco scoperto dalla maglietta. I miei genitori si sono persi o meglio mia madre. È scesa di sotto fuggendo. Come se si fosse dimenticata di qualcosa da fare. Non so a cosa stesse pensando. I ricordi le fanno male. Con me soprattutto. Dice che quelle scelte a lei ancora pesano. Papà invece ha sempre cercato di non fargliele pesare perché dopotutto stanno insieme. Sono sposati ormai. Fa parte della loro vita adesso ma le cose si aggiustano. Alzò il viso. Leonardo ha gli occhi chiusi. Credo si stia godendo il momento. Anche perché muove i polpastrelli sulla mia pelle.
«mia madre se persa» dico sottovoce.
«sta giù con tuo padre. Credo non stesse bene. »
«come non sta bene»
«ehi stai calma! C'è tuo padre con lei. Non so cosa è successo. È scesa dalla tua stanza e si è messa davanti alla finestra. »
« colpa mia mi sa»
«in che senso?»
« ricordavamo i momenti cui ero piccola e papà non c'era!»
«può essere ma stai tranquilla. Tanto torna. »
«si lo so. Però mi preoccupo»
«nina ci sta tuo padre che le deve essere successo. Su rilassati che non ti fa bene agitarti» mi dice cercando di farmi stare calma. Respiro e torno nella posizione di prima. Vorrei tanto capite che le prende. Tra una settimana esce il disco. Ci sono due pezzi scritti da lei e uno di papà. Uno dei suoi è suonato da me al pianoforte. Un giorno mi ha chiamato da Alessia e mi ha detto di raggiungerla da zia Emma.

Flashback
Quel pomeriggio stavo sul divano che mangiavo delle patatine con la mia migliore amica. Quando il telefono mi squillo. Risposi era mamma che mi chiedeva di andare da zia Emma per una cosa importante. Chiusi e la raggiunsi.
«ciao zia ma la mamma?» chiesi.
«vieni sta con zia Francy che prova dei pezzi»
«che successo da farmi venire qui?»
«deve chiederti una cosa» non capivo. Raggiunsi comunque il salotto. Salutami zia Francesca e abbracciai mia madre.
«nina ascoltami, ti va di suonare questa canzone adesso» mi mise davanti delle note. Erano di una canzone. Io non ne sapevo nulla. La guardai e dissi di sì. Zia Francesca si spostò e mi sedetti io sullo sgabello. Inizia a suonare quelle melodie dolcissime. Erano veramente dolci. Piene di amore. Potevi ascoltare solo le note riempire la stanza anche senza cantare che era straordinario ciò che ci stava dentro. Una volta finito. Alzai lo sguardo. Mia madre piangeva e zia Emma aveva gli occhi lucidi.
«degna figlia Esposito. » disse zia savy. Risi.
«chi ha scritto questa canzone?» chiesi. Mia madre mi guardava e alzo la mano.
«mamma è un capolavoro»
«quelli li fa tuo padre»
«ma che stai dicendo mamma. Leggevo le parole mentre suonavo. Questa canzone parla di amore. Di voglia di vivere. Di voglia di stringersi sopra il cuore. Sa di tanti ti amo non detti ma solo sussurrati e a volte solo pensati. Quando pensavi di tirarla fuori. »
«glielo diciamo da un anno Nina. Solo oggi siamo riusciti a convincerla. A patto che tu un giorno di questi vieni in sala di incisione e suoni il pianoforte.» confessò zia Emma quasi supplichevole.
«accetto! - dissi - mamma se pensavi che non accettavo hai sbagliato. Questa canzone merita e voglio che sia del disco. Voglio sentire le persone ascoltare questa canzone perché te lo meriti» mi abbraccio.
Un amore sano. Un amore pieno di vita andava cantato è suonato. Basta lasciarlo dentro un cassetto per paura di sbagliare.

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