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*spazio autrice: vi do il buongiorno così. Oggi a Cagliari spende il sole. ☀ Buona lettura e buona giornata a voi ❤*

Il dolore non mi lascia in pace. Come respiro mi fa male. Sono ore che non capisco più nulla. Quella macchina mi ha preso in pieno. Mi sono sentita come un uccello che non poteva più volare. Lo schianto al suolo è stato fortissimo. Ho sentito la schiena sbattere per terra in una maniera elevata. Non capivo niente. Alessia era disperata continuava a parlarmi e tremava. Poi non ricordo molto. Vedo la porta aprirsi. Vedo Leo avvicinarsi a me. Mi lascia un bacio sulla fronte e poi mi guarda.
«mi hai fatto prendere un colpo lo sai?»
«sto bene leo»
«non mi sembra»
«stai tranquillo. Sono viva e vegeta. Con qualche dolore ma tutto ok»
«tua madre era tanto preoccupata al telefono»
«sono stata un ora sotto i ferri per la gamba. Ho dei punti non so quanti. E dovevano controllare l'addome. Ho tre costole rotte nulla di che»
«sei ancora frastornata vero?» mi chiede dolcemente.
«si. Poco fa mi sono svegliata dall'anestesia. Non ricordo nemmeno come ci sono arrivata qui. Credo ale abbia chiamato l'ambulanza. Era spaventata e tremava. Vorrei dirle di non preoccuparsi. che non è colpa sua.»
«ma non vi siete guardate per attraversare?»
«il semaforo era verde Leo per noi. Questo è passato con il rosso. Mi ha preso subito. Alessia ha cercato di prendermi l'ho vista. Ma era troppo veloce. Ho qualche livido nella schiena mi ha detto l'infermiera. »
«bastardo chi ti ha ridotto cosi» è nervoso. Cerco di calmarlo accarezzandogli una mano.
«l'importante che sono qui.»
«se lo prendo lo faccio fuori Nina. »
«che vuoi fare tu?» la butto sul ridere. Per stemperare il suo nervosismo.
«farlo fuori. »
«lo prenderanno Leo. Non so chi sia e sinceramente non mi interessa. Potrebbe essere cinque. Pure un coglione per farmi un dispetto. E posso immaginare chi. Ma non vale niente per me»
«sai chi potrebbe essere stato?» mi chiede.
«si. Luca organizzato il piano con Monica. Ma non ne sono sicura. Non ho visto bene dalla macchina. E poi è stato tutto troppo veloce»
«se lo prendo lo appendo per le palle»
«Leo ti prego non posso ridere. Mi fa male tutto»
«scusa amore. » mi bacia a stampo. Mi ha chiamata amore. Oddio. Già non sto bene in più mi chiama così. Ci guardiamo negli occhi. Siamo fermi così per alcuni secondi. Gli accarezzò la guancia che punge vista la barba che sta crescendo, passo la mano verso il naso e lui poi mi bacia il palmo. Non stacca lo sguardo da me.
«mi sei mancato un sacco» sussurro.
«anche tu»
« è difficile stare lontani Leo. »
«lo so»
«vorrei stringerti di più a volte. Vorrei essere coccolata la sera prima di andare a dormire. Uscire con te a cena o a pranzo.»
«vorrei fare queste cose pure io amore.» un'altra volta. Sorride.
«senti ma tu ti rendi conto di come mi chiami no perché o sono in fase anestesia o sto impazzendo. »
Scoppia a ridere. La sua risata meravigliosa che mi era mancata. Vorrei ridere pure io con lui. Ma ste cavolo di costole me lo impediscono.
«ehm» si gratta la testa. Sì sta imbarazzando.
«oooh Leonardo che è ? Sei tutto rosso» lo prendo in giro. Ridacchia poi mi guarda.
«mi sono innamorato di te. Non volevo dirtelo qua ma in un altro posto. Quando sarei sceso per il tuo compleanno tra un mese. Ma non ci riesco a nascondertelo. E voglio poterti chiamare amore. Non voglio...» gli prendo il viso tra le mie mani stando attenta a la flebo. Lo bacio. Un vero bacio. Come il primo.
«vale lo stesso per me amore» ecco questo non se lo aspettava. Infatti mi bacia subito dopo.

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