33. Parte 2

634 52 3
                                    

Mi guardo allo specchio. Indosso il vestito a tubino blu con una striscia di pizzo sotto il seno lasciando intravedere un po' di pelle. Avevo visto questo abito in un negozio a Roma Est. E lui me lo ha regalato. È un po' corto non molto e le scarpe con il tacco blu. Lui adora vedermi con i tacchi. Dice che mi fanno più bella. Mentalità di un uomo. Ha detto che oggi è una giornata tutta per noi. Doccia insieme. Finita poi a fare l'amore. Ora lui è pronto e mi sta aspettando di sotto. Scendo le scale e lo sento parlare.
«va bene André allora domani mi faccio trovare in studio. Perfetto se c'è Canova gli faccio sentire quel nuovo testo di cui ti parlavo a Londra. Ok. Allora a domani pomeriggio. Va bene. Dai un bacio a Elisa e i ragazzi. » chiude e mi avvicino a lui.
«ehi»
«amore - sì blocca - sei uno schianto Elo»
«non esageriamo»
«invece si»
«hai azzeccato pure la misura»
«mai dubitare di me»
«quanto sei scemo!» mi bacia a stampo. Gli lascio del rossetto e ride.
«tanto poi te lo levo è inutile che te lo metti» rido. «andiamo dai» Mi prende per mano. Prendo la borsetta e usciamo di casa.
«dove mi porti?»
«in un ristorante caruccio. Dopotutto ciò che fai te la meriti una cena fuori»
«come hai vecchi tempi»
«si come ai vecchi tempi.» saliamo in macchina e dopo alcuni minuti di viaggio. Parcheggia. Scende dalla macchina, apre il mio sportello e mi aiuta a scendere.
«oh che gentiluomo»
«quanto sei cretina da uno a dieci?»
«mille amo»
«ah te lo dici da sola brava!» mi prende per mano ed entriamo in un ristorante tanto carino. Chiede il posto e ci accomodiamo a tavola.
«perche oggi hai deciso di fare tutto questo? Saremo potuti stare a casa »
« te lo detto prima, a volte bisogna prendersi del tempo per noi. Ci sono giornate che abbiamo tempo di stare insieme solo la notte a letto. Tra lavoro, instore, dischi nuovi, partenze, ritorni e le ragazze non abbiamo mai una serata solo per noi»
«ormai sono abituata però amore a stare a casa»
«un uscita come i vecchi tempi ci voleva»
« e allora vieni qui che pubblichiamo una foto insieme. Tanto ormai.»
Mi prende la mano. Intreccia le dita con le mie. Scatta la foto ad esse. Me la passa su WhatsApp e scrivo una didascalia.
«Io e te come a un tempo. Io e te seduti vicini in un ristorante qualsiasi. Io e te sempre più uniti. Grazie di esistere. #costruire #maritoemoglie #ioete 🌊🌹”
Lui copia e pubblichiamo la stessa cosa. Come il nostro primo costruire. Come la nostra prima foto insieme che ufficializzava il tutto. Che dava conferma a chi già aveva capito tutto.
« Ti amo» sussurra. Sorrido. Mi avvicino a lui. Lo bacio a stampo.
«io ti odio per come mi hai ridotta una dodicenne ai tuoi ti amo dopo anni. Ma ti amo pure io perché mi fai stare bene ed è ciò che conta quando due sono sposati da anni.
Non smettere di amarsi. Non smettere di capirsi. Non smettere di guardarsi dentro. Non smettere di sentirsi legati. Vuol dire che era l'amore giusto per entrambi»
«quanto siamo sagge stasera!»
«rovini sempre tutto» rido.
«mi ami anche per questo»
«paraculo»
«ruffiana»
«non incominciare che stiamo al ristorante e non a casa»
«uh che paura! » gli pizzico la coscia.
«smettila!» esclama ridendo. Amo la sua risata.
«se smetti di fare il paraculo!»
«ma non sto facendo niente»
«si sì convinto»
«guarda che hai iniziato tu»
«ti lascio a secco se non la smetti»
«eh nooo!»
«non urlare cretino» mi avvicino lo bacio. Questi occhi quel sorriso che mi hanno fottuto il cervello.

Siamo Due Satelliti ❤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora