130.

656 50 17
                                    

Oggi l'intervento. Le ragazze sono seduta in sala d'attesa come me. Leonardo ci sta per raggiungere non vuole lasciare Nina da sola. Ieri sera hanno discusso sul tardi perché Nina non è voluta uscire. Lele è entrato da un paio di minuti dentro. Ho l'ansia. Vorrei che tutto andasse bene. Stamattina ho chiamato Linda le ho detto che le avrei fatto uno squillo appena il figlio fosse uscito fuori.
«mamma siediti»
«sono agitata nina.»
«tanto non cambia nulla. Papà è dentro. Il medico ha detto che appena sarà finito tutto verrà a dirci»
«lo so» il cervello mi si annebbia ormai. Più penso che qualcosa potrebbe andare storto più mi prende la tremarella. Mi siedo. Chiudo gli occhi. Davanti a me un immagine.
«lasciami da sola» stavo seduta sulla panchina del residence. Non volevo vedere nessuno. Avevo una delle mie crisi. Che riuscivo a gestire sempre da sola.
«non ti lascio da sola Elodie»
«Lele ti prego! Non ti ci mettere pure tu. Non sei il mio fidanzato. Non ho bisogno di te. »
«ti stai facendo delle pippe mentali solo perché hai litigato con braga. Dovresti smetterla di pensare che non sei all'altezza di quello che vuoi fare.»
«ma io parlo arabo! Ho detto che non voglio stare a sentirti. Ma perché quando dico una cosa fai l'esatto contrario?»
«perché quando persona vuole bene l'altra non deve lasciarla neanche quando si chiede di andare via» mi spiazzo con quelle parole.
«perché fai tutto questo? Perché vuoi starmi vicino? Prima o poi farai come tutti gli altri te ne andrai!» mi guardò. Si sedette sulla mia stessa panchina e guardo davanti successivamente.
«nella mia vita sono sempre stato solo. Non ho mai avuto paura della solitudine. Ho sempre camminato con le mie gambe. A farmi compagnia la musica. È vero la sera qualche volta uscivo con i miei amici. Magari bevevo un po', ma tornavo a casa e tutto mi sembrava vuoto. Solo la musica mi faceva stare bene al completo. Quando ti ho vista arrivare agli studi sui provini mi hai colpito - volevo fermarlo stava parlando troppo. Stava raccontando se stesso e i brividi si stavano impossessando del mio corpo in quell'esatto momento. Ma continuò. - mi piaceva il tuo modo di fare. Il fatto che non ti apri con tutti. Mi piace il modo in cui cerchi di difenderti. Metti così tanti muri che è difficile poi buttarli giù. Sai una cosa Elodie, nella vita può sempre succedere di tutto ma una cosa ti salva...»
«che cosa?»
«l'amore verso gli altri e verso te stessa. L'amore ti salva. Ti fa stare bene. Ti fa stare male. Qualche volta di guarisce certe ferite che pensavi non passassero mai. L'amore ti guarda negli occhi e ti dice che tutto andrà bene. Volersi bene, accettarsi per quello che si è a volte fa solo che vivere meglio senza sentirsi delle merde in tutta la tua vita»
Ero scioccata quel giorno. Il suo discorso mi aveva colpito dentro. Fatto sentire speciale. Mi aveva fatto capire che dovevo amarmi. Che non dovevo smettere di credere in ciò che facevo. Avevo capito che quel ragazzo di diciannove anni dentro di lui aveva un mondo che non raccontava a tutti che riservava per pochi e una di quei pochi ero io. Quella sera mi sedetti sulle sue gambe e lo abbracciai. Lui aveva già detto tutto e io non potevo dire altro. Mi bastavano le sue braccia che mi stringevano forse è lì ero già innamorata. Innamorata della sua testa. Innamorata della sua maturità. Innamorata di quel sorriso che riservava solo a me quando eravamo soli. Perché si il sorriso che Lele fa a me non lo fa a nessuno. Mi ero innamorata del suo cuore.
Fui riportata alla realtà. Vedo il dottore raggiungerci. Era forse passata già un ora ma con il ricordo mi ero lasciata trasportare in un altra dimensione.
«signora Esposito, suo marito sta bene. L'intervento è riuscito. Lui è stato un grande combattente. Tra pochi minuti vi farò entrare è ancora in fase di anestesia. »
«grazie mille»
«le faccio portare dall'infermiera una lavagna così potrà comunicare con lui. » annuisco.
«grazie ancora dottore»
«il mio lavoro. » mi stringe la mano è tornato dentro. Raggiungo le mie figlie le abbraccio. Vedo Leo fermo nella porta del corridoio.
« è andato tutto bene ragazze. Il papà si rimetterà nelle sue forze molto presto»
«Evvaiii» saltella Anna
«perché non vai a parlarci?» dico a Nina facendogli notare che Leonardo è qua.
«perché papà è più importante. »
«Nina, papà sta bene adesso. Parla con lui. »
«torno subito» abbraccio Anna e lei va verso di leo. Sono felice finalmente è andato tutto per il verso giusto.

Siamo Due Satelliti ❤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora