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Elo ha preparato tutto. Oggi si torna a casa. La notte è stata movimenta. Il medico stamattina mi ha detto che per giorni dovrò comunicare con la lavagnetta anziché una settimana. Mi sento abbastanza sollevato su questo fronte.
«amore sei pronto?» annuisco. Prende il borsone e usciamo dalla stanza. Salutiamo il medico. Elo gli dà appuntamento per dopo domani visiva di controllo e poi scendiamo le scale andando via dall'ospedale. Esco. L'aria arriva sulla mia faccia. Sembra che fossi rinchiuso in una stanza da mesi. È fresca nonostante siamo in estate e il sole picchia in testa. Didi sale in macchina e salgo pure io. Sento il tuo telefono squillare è un messaggio WhatsApp. Ormai conosco tutte le sue suonerie. Lo prendo dalla tasca della borsa. “Linda❤” mia madre. Apro il messaggio mentre Elo si mette la cintura. “Siamo sotto casa vostra. Anna è da sola. Nina non si sa dov'è?» mi allarmò. Guardo mia moglie.
«che è successo?» le mostro il telefono. Sorride. Mi accarezza una guancia. Poi mette in moto.
«sta Leonardo. Tranquillo. Dovevano chiarire. » mi rilasso. Mi stava per partire un polmone. Rimetto il telefono in borsa.
«no Le! Rispondile che stiamo tornando. Come minimo le prende un colpo che visualizzo solo» mi metto le mani in faccia. Ma come devo fare io con lei? Mannaggia! Sempre i problemi si mette. Prendo di nuovo il suo iPhone e scrivo che stiamo tornando che Nina è dal fidanzato. Invio. E rimetto in borsa.
«ecco bravo. Ora torniamo a casa! » annuisco. Parte. Nel tragitto c'è silenzio solo perché io non posso parlare. Una mia mano finisce nella sua coscia.
«Le, ok ho capito! Ma mi togli la concentrazione così. Se spingi la mano più giù è peggio» ridacchiò. Lascio la mano che tolgo solo una volta arrivati a casa. Saluto i miei una volta dentro con due baci sulla guancia. Prendo la lavagna.
Scrivo: «niente panico io dovrò comunicare così. Lo so è odioso ma devo! Mi urta pure a me. Tre giorni e poi posso iniziare a parlare.»
«ma tranquillo Lele. L'importante che sia tutto ok»
Anna mi abbraccia. Mi bacia una guancia. La mia bambina. Elo appoggia il borsone sulle scale e poi fa il caffè.
«linda restate?»
«si certo»
«preparo la stanza degli ospiti non voglio sentire che dovete andare in hotel»
«no tranquilla restiamo qui oggi e domani. »
«sono felice che sei qua. » si abbracciano papà sorride guardandole. La porta si apre e Nina si presenta con Leonardo dietro.
«papà ciaooo finalmente sei a casa» annuisco.
«ciao Lele» mi saluta con il tipo saluto dei maschi e sorrido. Scrivo sulla lavagna: «sono contento che avete fatto pace.»
«anche io sono felice. Stasera vuole stare con me? Posso?»
Scrivo: «si. Certo. Tanto siamo in compagnia oggi. Nessun problema!»
«grazie!»
«nonna tu diventi sempre più bella!»
«ma smettila Nina. Non è vero!»
«si invece. »
«ciao Leonardo. »
«salve signora Linda»
«ah no! Chiamami Linda nessun problema»
«va bene»
«ciccio pasticcio resti a pranzo ?» chiede Nina ridendo.
«se non disturbo!»
«ma nooo» lo abbraccia. Sono molto belli insieme. Elo sorride è felice di vedere sua figlia così tranquilla.

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