14.

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Due giorni dopo

«papà devi proprio partire oggi?» mi chiede sconfitta Nina appoggiata al muro dell'aeroporto.
«Si Nina, sto via solo quattro giorni. Due per le registrazioni. Due per i concerti. Torno poi a casa. »
«ci mancherai!»
«anche voi Anna» le abbraccio entrambi. Elo sta in silenzio. Vorrei sapere che le passa per la testa. In questi giorni non voleva toccare argomento. Respiro.
«ehi» mi guarda «mi raccomando. No paranoie. No spaventi. No domande inutili. Ma solo sorrisi. Forza. Baci e abbracci in questi giorni. »
«ci proverò»
«guardami - mi guarda - ti amo, sono tuo, vado per lavoro e torno»
«lo so»
«allora che hai?»
« già mi manchi» le chiudo bene il cappotto e le lascio un bacio sulla fronte.
«chiamami ogni volta che vuoi» sorride.
«vai che fai tardi!»
«ragazze voi tenete d'occhio la mamma e non fatela arrabbiare mhm»
«va bene papà»
«ciao amori miei» le saluto. Bacio Elo e mi incammino verso l'aereo. Le saluto con la mano. Mi volto.
«Leleeeee» elodie mi chiama da lontano. Mi blocco. Mi volto e la vedo correre. Si ferma a un millimetro dalla mia faccia «Ti amo. In bocca lupo per tutto. Chiamami appena arrivi. Mi prenderò cura della nostra famiglia. »
«torno presto amore. Non piangere Elo.» la stringo in un abbraccio.
«mi mancherai»
«anche tu amore mio.»
«signore l'aereo sta per partire.» mi dice la signorina che lavora lì. Le mie figlie corrono. Abbraccio di famiglia stretto stretto e poi parto. Siete la mia forza. La mia vita. Mi giro la fede al dito. Lo rifarei mille volte a sposarla. Ridirei mille volte “si lo voglio”. È sempre stata la donna della mia vita.

Londra
Una morsa allo stomaco riaprire quel vecchio appartamento. Tutto è come lo avevo lasciato. L'ultima volta che sono venuto qua era con Elo. Mi aveva appena detto che era incinta di Anna, da tanto che la cercavamo era arrivata, dopo vari litigi ci eravamo riappacificati. Eravamo veramente felici. Questo appartamento però ha ancora odore di dolore e sofferenza. Ho passato quattro anni qua dentro. I quattro anni più lunghi della mia vita. Quattro anni dove il tempo sembrava non volersi mai muovere, come se si fermasse ogni secondo della giornata. Ho passato qua dentro giorni senza scrivere una parola. Giorni in cui stavo chiuso in camera senza rispondere a nessuno. Stavo male. I primi mesi sono stati tanti difficili. Elodie mi aveva lasciato. Dicendomi di non amarmi e nascondeva in realtà il fatto che aspettava Nina.
«oh Lele ciao» Carlotta in tenuta da casa si presenta davanti a me. Rido. Pensavo di essere solo.
«mi hai fatto prendere un colpo.»
«sono passata per pulire ho lasciato alcune cose come le avevi sistemate tu»
«grazie» si guarda intorno.
«ma tua moglie.?»
«non è potuta venire. Sono solo»
«ah!»
«grazie Comunque per le pulizie ho  lasciato tutto un caos l'altra volta»
«si più o meno. Non ti preoccupare. Ci vediamo domani mattina per iniziare»
«certo» la guardò e va via. Bene ora sono davvero solo. Porto la valigia in camera e trovo un biglietto sul letto. Lo prendo e inizio a leggere : “ricordu brutti e ricordi belli. Inizia un nuovo cammino spero di essere una buona madre per il nuovo arrivo. Ho passato la notte più bella della mia vita dopo il nostro matrimonio. Ti amo. Spero di tornarci presto a Londra” Elo. La sua scrittura. Lo aveva lasciato anni fa. Per questo Carlotta mi ha chiesto di Elodie. Prendo il telefono scrivo un messaggio. “Sono arrivato. Ho trovato il tuo biglietto nonostante sia vecchio mi dà tanta forza. Ti amo anche io. » invio. Mi butto su esso. Mi manca già.

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