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Mi sento spaesato. In una bolla di sapone. Come se mi fosse caduto un mattone in testa e mi sia frantumato il cranio.  Mi sento così assente. Lontano da un mondo che oggi non mi appartiene. Eppure finisco di cenare con la mia famiglia. Le ragazze sono all'oscuro di tutto. Vedo Elodie che si alza e guarda le figlie.
«ragazze, - Nina alza lo sguardo un po' scocciata. -  Nina si lo so devi andare da Leonardo stasera ma io e papà dobbiamo dirvi qualcosa»
«in che senso?» chiede Anna.
«vi lasciate?» chiede l'altra. Magari fosse questo il fatto. Oddio nel senso che fosse un fatto semplice da dire come il fatto di lasciarsi. Va beh la finisco di parlare con me stesso!.
«no Nina. Non ci lasciamo e non questa la cosa che dobbiamo dirvi»
«mamma oh! Ma che succede? Sei bianca tu adesso.» elodie si siede. Le stringo la mano.
«papà sta male ragazze. Dovrà fare degli accertamenti ma quasi sicuramente dovranno operarlo alle corde vocali»
Nina si alza di scatto. La forchetta cade in terra. Anna non mangia più.
«che cavolo stai dicendo mamma?»
«nina la verità. Il papà ha un polipo alle corde vocali e se non viene operato rischia di non cantare e parlare mai più»
Nessuna delle due preferisce parola. La prima inizia a piangere. La seconda corre verso di me mi abbraccia.
«oh ragazze. Sto qua! Nina per favore vieni qui»
«papà» ecco che inizia a piangere anche Elo.
«amori miei però se fate così non risolviamo nulla. Per favore. Non sto morendo. Sarà una cosa lunga. Leverò questa cosa e mi riprenderò. Piangere non serve a niente.»
«come fai a essere così forte ?»
«nina non sono forte. È caduto anche a me una mattonata in testa. Ma voglio essere positivo. Tutto ciò che ho costruito è qui tra le mie mani. »
«papà non fare scherzi mi raccomando»
«anna tornerò a casa. Canteremo tutti insieme. Basta piangere dai» Nina ormai singhiozza. Elodie l'abbraccia.
«io non so se sono forte è pronta ad affrontare tutto questo»
«Elo saremo in grado di affrontare questo problema tutti insieme» le bacio una guancia. Le mie figlie non si staccano. «Nina devi uscire con Leo che ci fai ancora qua?»
«non esco più!» la guardo. Mi impunto.
«Nina scordatelo. Non voglio che ti chiudi in casa. Io sto bene. Mi sdraio sul divano sto con la mamma. Non ti devi preoccupare.»
«invece mi preoccupo»
«non ti permetterò di fare degli errori per questa malattia. Tu prendi ed esci con Leonardo stasera. Stacchi il cervello. Io sto qua. Non vado via»
«papà» non dice altro mi stringe forte. Le accarezzo la schiena. Sono qui amore.
«Nina papà sta bene te lo sto dicendo. Qualunque cosa succeda mamma ti chiama. Ora ti prego però esci un po'. » sbuffa. Si siede vicino a me la guardo.
«non esco. Chiamo Leo e glielo dico»
«testarda come tua madre» dico. «chiamalo è fallo venire qui. State in giardino fa caldo. Almeno stai con lui»
«ok ma non esco»
«va bene.» le guardo. «beh basta piangere. Didi stop! Sono qua ti amo»
«non me lo potrai dire per tanto tempo»
«finché potrò te lo dirò amore. Senti sparecchiamo mhm?» annuisce. Anna ci aiuta. L'afferrò per i fianchi la sua schiena aderisce sul mio petto. Le bacio il collo.
«ti amo e senza di te la mia vita non avrà mai un senso»
«Elo andrà tutto bene » annuisce. La stringo un po'. Ecco adesso il mio mondo è occupato anche da lei. Stessa ferita. Stesso dolore.

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