74.

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Il giorno dopo.

Leonardo è da ieri che si è piazzato sotto casa. Non voglio vederlo e ne sentirlo. Non vuole andare via finché non l'ho ascolto. Mi ha ferita. Vuole pure che provi ad ascoltare le sue parole. Ieri mi guardava negli occhi. Avrei voluto stringerlo. Baciarlo. Ma non posso. Non potevo farlo.
«Nina però non può restare a vita giù eh » dichiara mia madre stanca di vedermi affacciata alla finestra.
«non mi importa»
«ma se sei lì da stamattina. Non sei andata a scuola perché eri stanca. Domani che fai tu dai per malata?»
«mamma non lo so ok! Mi ha fatto male. Non voglio starlo a sentire»
«Nina ascoltami...»
«no mamma, ascoltatemi voi. Io adesso scendo è lo caccio. Se ne tornasse a londra io non lo voglio più qui. »
«sbagli a non farlo parlare»
«non è vero!»
«invece si»
«mamma senti tu le tue scelte le hai fatte hai sbagliato va bene. Ma io voglio fare le mie»

“fai le tue scelte prenditene cura”

Mi guarda non dice nulla. Torna in cucina. Respiro. Scendo giù da lui. Apro il cancello è lo vedo alzarsi da terra.
«te lo detto pure ieri. Non ti voglio stare a sentire. Non ti voglio vedere. Non voglio più ascoltare la tua voce. Voglio che sparisci dalla mia vita per sempre. Voglio che prendi un aereo per Londra è te ne vai. Vai da chi ti sei strusciato. O comunque da chi vuoi tu. Ma non stare qua sotto. Non ce n'è bisogno. » mi guarda. Mi tira verso di lui. I nostri occhi si scrutano. I nostri nasi si sfiorano. Tiene bloccati i miei polsi. Sono troppo vicino a lui.
«sono un coglione d'accordo. Ti ho ferito. Lo so. So che non potrò mai farti dimenticare adesso come adesso quelle immagini. Mi dispiace Nina. Mi dispiace veramente tanto. Non volevo farti stare me. Alla fine ti ho riservato ciò che non volevo. Non voglio che finisca. Dammi una possibilità di rimediare Nina ti prego. »  tutto questo me lo dice a un millimetro dalle mie labbra. Voglio stare lucida.
«No. Non te la meriti. Mi devi lasciare in pace. Leva ste mani. Lasciami. »
«non voglio lasciarti andare come posso fare?»
«devi. Lo voglio io. Devi sparire»
«Mimi.  È così che volevo chiamarti da un sacco di tempo. Ti ho salvata così anche nel telefono. Voglio rimediare»
Occhioni marroni che mi stanno facendo girare la testa. Respiro. Non devo cedere. Mi libero dalla sua presa. Aveva allentato le sue mani ai miei polsi. Indietreggio.
«Torna a Londra. »
«Nina no!»
«si invece»
«nina per favore»
«per favore cosa? Ti rendi conto di cosa hai fatto?»
«si»
«non ti fai un po' schifo?»
«si»
« è allora che vuoi da me. Dopo che ti sei strusciato chissà pure portato a letto quella vuoi stare con me? Scordatelo.»
«Non ci sono andato a letto Nina. Non ci ho scopato!»
«non ti credo mi dispiace. Avevi tante possibilità. Ti chiamavo, tu continuavi a non rispondere. Potevi dirmi che...» prende la mia nuca è mi bacia. Le sue labbra attaccate alle mie. Mi era mancato. Tentenno. Ricambio poi il bacio attaccandomi a lui. Ma qualcosa poi mi blocca. Lo spingo via. Lui mi guarda. Non dice nulla. Scappo via dentro casa.
«Nina dove vai?» mia madre mi urla. Mio padre che era uscito dalla sua stanzetta.
«lasciala stare. Lasciamola decidere per lei» le dice. Mi chiudo in camera. E inizio a piangere.

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