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Alcuni giorni dopo

I dolori all'addome durante la notte sono passati. Sono rimasti quelli ogni volta che respiro. Tra una settimana toglierò i punti alla gamba e dovrò medicarla ogni giorno finché non si cicatrizza. Leo domani parte e già sono triste. Non voglio lasciarlo andare. In questi giorni si è preso cura di me. Ha preparato il pranzo e la cena per me e la mia famiglia. Mamma è a Catania per l'instore. Il disco spacca e la sua canzone è la più scaricata. Sono orgogliosa di lei. Papà finalmente ha deciso la data di Milano e rinizierà il tour.
«amore pasta alla carbonara ne vuoi? Oggi siamo soli. Lele mi ha detto che Anna resta da Lucrezia a pranzo. »
«va bene. Leo oggi viene Alessia ti disturba?»
«no perché?»
«non lo so. Siamo io e lei tu sei l'unico uomo qui» si avvicina al divano. Sono sdraiata. Si allunga un po' e mi bacia.
«io passo a prendere un po' di roba per cena quando arriva Alessia. Vi lascio sole»
«oh che carino!» mi ribacia. «cosi mi spacchi un labbro però amore» affermò mentre poco fa baciandomi ha morso.
«sei troppo buona che vuoi da me»
«hai sentito tua nonna? Sta bene?»
«veronica mi ha detto che stamattina l'ha portata in giro ed era felice. Quando ci sono io non ho mai tempo. Sono sempre a lavoro»
«appena sali prenditi un po' di tempo per stare con lei. Io quando sto giù dai genitori di papà adoro passare il tempo in cucina con nonna Linda. Anna invece sul divano a giocare a carte con il nonno. »
«che bei momenti» confessa.
«sai che quando eravamo piccole e restavamo con loro ci portavano al mare. Mangiavamo li e spesso non volevamo tornare a casa. Io e Anna ci divertivamo a costruire castelli e nonno di faceva tutte le foto per mandarle a mamma e papà che lavoravano.»
«ti mancano quelle giornate?» mi chiede. Facendo il giro è sedendosi al mio fianco.
«mi manca quella spensieratezza. Mi manca essere bambina. Non hai nulla a cui pensare. Ti diverti e nessuno ti fa del male perché ci sono i tuoi genitori che ti proteggono.»
«adesso ci sono io. Nessuno ti farà del male. Mai più amore» lo tiro sopra di me. Le costole rotte stanno a sinistra tanto.
«Ti amo » sussurro al suo orecchio. Mentre passa un braccio sotto la schiena per abbracciarmi meglio.
«anche io» mi guarda negli occhi. Non ho più niente da dire. Non potrei neanche dire qualcosa, le parole mi muoiono in gola ogni volta che il suo sguardo si incolla con il mio. Ogni volta che cerca di leggermi negli occhi.
«devi proprio andare domani?» chiedo.
«si amore. Devo. » sbuffo. Mi tocca con un dito la punta del naso e sorrido al gesto.
«odio questa distanza maledetta. Non posso toccarti. Non posso fare ciò che voglio.»
« è che vorresti fa?»
«scemo smettila di capire male»
«hai iniziato tu. »
«non c'era il doppio senso. È comunque stare con te è una delle cose che spesso vorrei fare ma non posso. »
«eh lo so. Anche io. Ma vivo lontano. »
«proprio di uno che viveva a kilometri da me dovevo innanorarmi»
«ti vorrei ricordare che potevi pigliarti uno che stava qua» dice secco. Ridacchiò. «che poi chissà che gli hai fatto a quello» ah è pure geloso!!
«uno mi piaceva ma non ero innamorata. Due non c'è stato niente. Manco mezzo bacio. Se non una carezza sul viso il giorno prima che capissi tutto. Eravamo a scuola ed ero con monica. »
«non mi interessa molto»
«sei un bugiardo. Sei geloso che qualcuno poteva avermi toccata»
«non sono geloso»
«pinocchiooo ma dove vai?» gli canticchio ridendo.  «non c'è stato veramente nulla. Se volevo ci saresti stata a quello che voleva lui ma io non sono una troia e di conseguenza no. Ci ho fatto niente.»
«non ci staresti neppure ora vero?»
«ma secondo te? Sono innamorata di te e ci starei ai giochi? Stai fulminato pure tu però eh!!» dico mezzo nervosa. Ma che domande sono.?
«non voglio perderti. »
«non mi perderai leo» gli accarezza la guancia e poi lo bacio.

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