10.

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Chissà che mi devi dire Lele. Quel "dobbiamo parlare?" mi ha messo agitazione. Ansia. Mi tremano quasi le mani. Parcheggio la macchina sotto casa e salgo le scale. Lele sta sul divano che si frega le mani. Ciò che mi deve dire è importante. Fa sempre così quando sta nervoso. Chiudo la porta di casa e lo raggiugo.
«ciao amore» mi inchino con la testa e gli lascio un bacio sulle labbra. Con la mano destra mi fa segno di sedersi accanto a lui. Mi guarda «che succede?»
«devo dirti una cosa importante! Non so come potresti prenderla!»
«dimmi» mi sta salendo l'ansia. Sto agitata. Mi ero calmata vedendolo.
«Andrea mi ha proposto di fare due date a Londra» sbarro gli occhi. «Elo, non ho ancora accettato. »
«perché?»
«non posso permettere di fare lo stesso errore di tempo fa»
«ma mica devi stare tanto tempo fuori? » scuote la testa e gli stringo le mani. «ok. Mi sono spaventata prima. Mi è passato quel brutto momento davanti agli occhi. Lele devi accettare questa proposta. Io ci sono. Ci sono al tuo fianco. »
«Elo senza di te io non nulla...»
«sei qualcosa Lele. Sei un uomo. Sei un cantautore. Scrivi canzoni. Le suoni. Le canti. Le vivi. Ti emozioni. - faccio incontrare i nostri occhi - ricorda cosa mi dici sempre amati prima di essere amata. Ecco vorrei che questa volta tu faccia qualcosa per te. Accetta la proposta di Andrea. Nina e Alessia saranno orgogliose di te. »
«Elo.. se tutto va bene quelle date si possono poi moltiplicare. E io...Non voglio stare altro tempo lontano da te. »
«Le. Guardami. Guardami. » fissa un punto come se si sentisse in colpa « CI SONO. SONO CON TE. ACCETTA. TE LO DICO DI NUOVO. ACCETTA. IO TI AMO. VOGLIO SOLO LA TUA FELICITÀ». Mi bacia. Mi stringe i fianchi.
«non voglio deluderti!» sussurra.
«non lo farai amore. Io credo in te! » mi stringe più forte di prima. Sto bene. Sono felice che abbia deciso di dirmelo prima di prendere una decisione. Sono felice perché per lui conto prima io di ogni scelta che possa fare.

[...]

Il giorno dopo
La sera dopo cena.

«nina, Anna dobbiamo dirvi una cosa venite qui per favore» Elodie richiama le figlie dalla cucina che stanno finendo di lavare i piatti.
«mamma asciughiamo questi e arriviamo» risponde Nina. Si siede vicino a me. Le sorrido. Poco dopo le ragazze ci raggiungono. Ci guardano.
«che succede?»
«sedetevi. Anna tranquilla nulla di grave.» continuano a guardarci.
«il papà partirà per Londra tra un mese. » Nina sbarra gli occhi. Sta per parlare ma la blocco.
«Nina aspetta, prima che tu dica cose affrettate ti dico che vado lì solo per due tappe del tuor.»
«quanto stai via?» mi chiede.
«due settimane. Il tempo di preparare i due concerti e poi sono da voi»
«poi torni papà?»
«certo Anna che torno.» Nina mi guarda. Non sembra tanto convinta di questa situazione. Mi avvicino. So le sue paure. So cosa sta pensando.
«non voglio che vai via. Non stavolta papà. Ti prego!»
«Nina ma io non sto andando via. Non sto lasciando ne te, ne la mamma, ne tua sorella. Vado lì per lavoro è torno. Oh guardami - le prendo il viso - non farò lo stesso errore di anni fa Nina. Se la mamma non avrebbe voluto io non avrei accettato. » mi abbraccia. Le accarezzò la schiena e subito dopo mi abbracciano mia moglie e Anna. Le stringo tutte tre.

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