20.

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Nina e Anna stamattina ci hanno svegliato bussando alla porta. Le abbiamo raggiunte trovando una tavola imbandita di robe da mangiare. Cornetti caldi vari e cappuccino con il latte che prende elodie. Non ce lo aspettavamo.
Sono i gesti più importanti che porteremo sempre nel cuore. Sono orgoglioso delle mie figlie.
«mamma, Nina ha conosciuto la nonna di leonardo»
«Anna!!! Ma un po' di affari tuoi mai!»
«eddaiii. Che c'è da nascondere?»
«niente. Però fatti gli affari tuoi!»
«uffa. »
«quindi hai incontrato signora Antonietta?» chiedo. Lei annuisce.
«mi ha dato lei il latte per mamma. Non sapevo dove prenderlo. Qua dentro non ci stava!»
« è una brava signora. »
«quando l'hai conosciuta?» chiede Anna. Appoggio la tazza sul tavolo ormai vuota.
«l'ultimo anno. Prima di tornare in Italia e conoscere tua sorella. Leonardo c'è da poco qui a Londra. Lei anche prima vivevano a Milano. Poi Leonardo ha trovato lavoro in casa discografica ed è venuto qui ad abitare. »
«wow» afferma Nina. La guardò.
«domanda: senti un po' non è che....»
«papaaaa non iniziare con le tue domande. Non c'è niente. Non mi piace. E cercate di non farla diventare una questione. » afferma limandosi le unghie senza guardarmi.
«mah chissà!»
«smettila dai. Lasciala stare!» afferma Elo. Mi accarezza una guancia e annuisco. Sparecchiamo e poi direzione a lavoro. Loro finiscono a fare shopping con Leonardo e Veronica.

[…]

Siamo per le vie di Londra. Veronica si è offerta di farci fare un giro tranquillamente. Abbiamo accettato. Poi Leonardo si è aggiunto. Nina ha sbuffato come se non volesse stare a contatto con lui. Ridacchiavo. Mi sono rivista. Proprio quando cercavo di allontanare Lele dandogli dello spocchioso. Sembrava me quando per paura di non farsi male, diffida a da lui. Dal suo essere maturo. Sembrava proprio me quando ha sbuffato. Lui c'è rimasto un po' male lo capisco. Essere respinti non è proprio bello. Neanche non essere salutati come ha fatto lei. Mi avvicino a mia figlia.
«nina»
«mamma mi hai fatto prendere un colpo!» esclama mettendosi una mano al culo.
«non essere me! Non fare quell'errore. Se ti piace buttati! Con dovuta cautela ma fallo. Non privarti di niente. So cosa vuol dire frenarsi davanti a una cosa bella. Tu lo sai bene che io e tuo padre quando ci siamo conosciuti non era amore a prima vista ma litigi continui» confesso.
«mamma, senti, noi sentiamo papà cantare domani e poi torniamo a Roma. Non mi sembra il caso di inciucciare con uno che neanche potrò frequentare. Quindi per favore lasciamo perdere sto argomento. Tanto stiamo distanti. Io non gli do corda e lui torna alla sua vita una volta che non mi vedrà più.»
«Questo vuol dire rinunciare a una persona che ti piace. Nina sono tua madre!»
«rinuncio perché la realtà è diversa da quella di te e papà. Mamma ti prego!» alzo le mani e mi allontano. Lasciandola camminare di nuovo con sua sorella. Leonardo la guarda ma non fa nessuna mossa. Non capisco! Questi giovani d'oggi. Lele mi avrebbe già provocata se avessi avuto lo stesso atteggiamento di mia figlia. Ma non tutti si chiamano Lele.

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