Capitolo 3: Kayla

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"Merda, è solo una ragazzina." Pensai guardando i volti degli altri. Isaac era l'unico dal cui volto non trapelava alcuna emozione. I suoi occhi erano glaciali. Sembrava quasi apatico. Come può una persona non esprimere alcun sentimento vedendo una ragazzina di 14 anni al massimo in questa situazione?

Sharmila fu la prima ad andare verso di lei.

- Ehi ciao, io sono Sharmila, tu come ti chiami?

La ragazzina guardò Sharmila dritta negli occhi ma rimase in silenzio. Era da tanti anni che non vedevo un volto così dolce, così innocente.

"Mi ricorda tanto... No lasciamo perdere"

I suoi occhi verdi attraversavano lo sguardo di Sharmila mentre quest'ultima non sapeva come fare a rompere il silenzio. I capelli neri coprivano il collo. Era vestita con abiti che sembravano quelli di una bambola. Nel suo volto non c'erano segni di trucco. Era molto ordinata e composta, come se si fosse appena sistemata.

Sharmila vide un braccialetto in metallo nel suo polso sinistro. Sopra vi era inciso: Kayla.

- Ti chiami Kayla?

Ancora una volta non rispose.

D'un tratto Isaac si avvicinò al mio orecchio. Provai uno strano brivido. Quel ragazzo aveva un che di terrificante.

- Lo stai pensando anche tu Erwin? O sei troppo preso dai ricordi del tuo passato? Ho visto come la guardavi, tuttavia dobbiamo rimanere concentrati.

Quel maledetto. Io... Io...

Sospirai.

Odiavo ammetterlo ma aveva ragione. Non potevamo permetterci alcuni distrazione. Risposi alla sua domanda.

- Se Kayla è davvero il suo nome, potrebbe trattarsi di K.

- Bravo vecchio mio, mi piace constatare che hai ancora qualche rotella che gira, tuttavia c'è dell'altro.

- Di che parli?

- Non ha risposto a Sharmila, ma allo stesso tempo non toglieva lo sguardo dai suoi occhi. Questo significa che non è affatto timida. Una persona timida avrebbe abbassato lo sguardo. Lei invece non l'ha fatto. Inoltre avrai sicuramente notato la sua compostezza. Quella ragazzina nasconde qualcosa di macabro, me lo sento.

I ragionamenti di Isaac erano corretti, non ero però capace di immaginare cosa potesse nascondere una ragazzina così innocente.

Courtney provo ad aiutare Sharmila a rompere il ghiaccio.

- Ciao io sono Courtney. Non fare troppo caso a Sharmila, è un po' inquietante in quel suo look strambo, ma posso assicurarti che è una brava ragazza.

Courtney fece un sorriso a Sharmila poi continuò

- stai tranquilla, non vogliamo farti del male. Dove sono i tuoi genitori? Li andiamo a cercare se non li trovi.

Courtney provò a prendere la mano di Kayla, ma questa fece un passo indietro.

Dopo quella reazione Isaac cercò di rendermi partecipe di altre sue teorie.

- Non ha paura, ma allo stesso tempo non vuole farsi toccare. Interessante. Inoltre credo che non abbia dei genitori.

- Cosa te lo fa pensare?

- Dato che non ci rivolge la parola, la sua prima reazione doveva essere quella di andarsene, magari per andare a cercare proprio loro. Invece rimane qui, con noi, in silenzio. Non si fida, ma allo stesso tempo non saprebbe dove andare, perché sa che non c'è nessuno ad aspettarla.

Le parole di Isaac erano colme di malinconia.

- Merda ma che diavolo sei uno strizzacervelli Isaac?

- Te l'ho detto, sono uno studioso a 360 gradi.

Sharmila e Courtney provarono a farla parlare, ma dalla sua bocca non uscì nemmeno un sibilo. A quel punto vidi Herb andare verso di lei mostrandole un sorriso. Rimasero tutti allibiti nel vedere Kayla ricambiare il sorriso di Herb.

- C... C... Ciao. I... Io sono He... Herb. Tu ti chiami K... K... Kayla?

Kayla non rispose ma questa volta fece cenno con la testa.

Fu Isaac a rompere quel momento.

- Bene ora che conosciamo il suo nome che ne dite di studiare un attimo la situazione e provare a fuggire?

L'aveva fatto apposta a fare quella domanda. Voleva vedere la reazione di Kayla per metterla alla prova. Se lei era davvero K, il nostro rapitore, non ci avrebbe mai permesso di scappare, invece non fece una piega e continuò a restare in silenzio. Isaac digrignò i denti dicendomi:

- le possibilità sono due. K non è lei, oppure, nonostante l'età, è dannatamente furba.


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