Capitolo 90: Chi ci salverà adesso?

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[Brano: Who will save us now - David Chappell]

Le mie orecchie iniziarono a udire urli, grida, spari, mentre sentivo la terra sopra la mia tomba spostarsi con veemenza.

Cosa stava succedendo?

Sentii colpire la bara con violenza.

All'improvviso, qualcuno dotato di una forza straordinaria, aprì a mani nude il coperchio della tomba scagliandolo a decine di metri di distanza.

Un'immensa distesa di ossigeno entrò nelle mie vene facendomi riassaporare la vita. Non riuscivo a capire chi fosse il mio salvatore in quanto non ero in grado di mettere a fuoco. L'unica cosa che potei avvertire furono le sue mani afferrarmi su un fianco e su un braccio. In men che non si dica mi trovai sopra le sue spalle.

Potevo sentirlo camminare con il mio peso addosso. Era come se non avvertisse un briciolo di fatica, come se pesassi meno di una piuma. Qualcuno si avvicinava a lui provandolo ad attaccare, ma egli riusciva a respingere chiunque tentasse di ostacolarlo. Nessuno nella mia vita aveva mai preso le mie difese. Per una volta riuscii a provare quel senso di protezione che mai ebbi provato.

"Chi sei? Chi sei tu che mi stai salvando?"

Un momento.

C'era qualcun altro assieme a lui.

Cercai di sforzarmi, ma non riuscii a mettere a fuoco le immagini. In quel momento però potei udire le loro voci. Il mio corpo tuttavia era così debole che fui in grado di comprendere solo una manciata di parole:

- Portala... Sicuro... Cura... Lei.

- ...Verità?

- Tutta... Sapere.

La seconda persona aveva un voce femminile. Era distorta, non sapevo se appartenesse a qualcuno di mia conoscenza. In quel momento sentii l'uomo farmi scendere dalle spalle e la donna afferrarmi lungo un fianco.

- Riesci... Camminare?

Feci cenno con la testa, ma i miei piedi non si muovevano. Al contrario dell'uomo lei faceva molta più fatica a portarmi con sé, tanto che sentii allentarsi la presa e i sensi svanire del tutto.



***



- Ehi aspetta, è troppo presto per aprire gli occhi, hai ancora bisogno di riposo.



***



Potevo sentire la mia schiena poggiata su un comodo letto, ma le forze ancora non mi erano tornate.

- Prova a bere, ne hai bisogno.

Era la donna a parlarmi. Avvertii una consistenza di vetro sfiorare le mie labbra.

Acqua. Quasi stentavo a crederci. Iniziai a bere con foga.

- Ehi vacci piano, rischi di affogarti così! - disse la donna ridendo.

La sua voce era dolce e confortante, o forse ero solo io ad aver trovato una luce di speranza in mezzo alla disperazione.

- Cerca di dormire ancora. La prossima volta che ti sveglierai proverò a farti alzare.

Non ero mai stata una persona a cui piacesse dormire, tuttavia ne avevo dannatamente bisogno.

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