Capitolo 104: La decisione di K

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Una gelida e sottile lama d'acciaio delineava il confine tra la vita e la morte di Xardas. K se ne stava immobile fissando l'avversario negli occhi. Il bagliore della luna s'infondeva soave sulla spada illuminandone l'estremità. K strinse con forza l'impugnatura digrignando i denti mentre Xardas distolse lo sguardo dai suoi furiosi occhi. Dentro di me avvertivo vergogna e disperazione causate dalla mia scelta di appoggiare quell'uomo piuttosto che credere a Diane. Non avevo idea di dove si trovasse in questo momento e soprattutto se fosse ancora viva. Una morsa strinse il mio cuore mentre le mani tremavano come foglie a contatto col vento. Cosa sarebbe successo ora? Quella domanda perseguitava la mia anima, ma la risposta sarebbe arrivata a breve in tutta la sua possanza.

- Cosa state aspettando Lord Urien? Avete vinto. Vendicate la vostra famiglia.

La voce di Xardas era più roca del solito, ma l'avversario riuscì a cogliere ogni singola sillaba delle sue parole rispondendo con tono altrettanto cupo:

- Rimembrate mio aguzzino, sono un cavaliere, non un assassino.

Quella risposta sembrò inorridire Xardas che divenne furioso.

- Odio voi stolti che oltraggiate la mia conoscenza con le vostre deplorevoli convinzioni sul giusto e sbagliato, sul bene e sul male. Immaginate confini non esistono, stereotipi surreali e v'illudete di poter cambiare le sorti di miliardi di persone senza conoscere nemmeno voi stessi. Bruciate! Bruciate come i villaggi a cui diedi fuoco. Solo nella purezza delle fiamme potrete scorgere la verità e...

K colpì il volto di Xardas con l'elsa della spada.

- Siete libero di credere a ciò che volete Xardas, ma riservate la predica a ciò che risiede nel vostro pensiero. Non tollero lezioni da colui che ha distrutto la mia vita.

Xardas iniziò a ridere mentre sputava sangue sul terreno.

- Sarà Sherfometh a impartirvi la lezione e sarà dolorosa. Molto dolorosa. Ve lo posso assicurare. Sono consapevole che mi state tenendo in vita solo per sapere come trovarlo. Sappiate che è il vostro giorno fortunato perché è proprio quello che farò. Sarà Lui a occuparsi di voi. Dovete solo...

K colpì nuovamente Xardas al volto. L'uomo rimase per un po' steso sul terreno a causa della violenza del colpo. K si avvicinò a lui sussurrando:

- So già come trovarlo.

Quella risposta mi fece gelare il sangue, non osavo immaginare l'effetto che potesse avere su Xardas. Egli continuava a rimanere inerme sul terreno quando d'un tratto K si voltò di scatto lanciando qualcosa che impattò sulla porta alle mie spalle. Vidi un capello cadere dalla mia testa e poggiarsi sul pavimento. K aveva preso uno dei coltelli di Xardas sfiorandomi il volto. Rimasi paralizzato.

- Avete visto David? Ho calcolato la distanza tra me e voi, la velocità del vento, la traiettoria del coltello e confidato che non vi sareste mosso. Se non avessi ponderato la mia scelta, a quest'ora sareste cibo per avvoltoi.

Sapevo già dove voleva arrivare. Ora sapevo che Diane era con lui, in buone mani. Ero felice, anche se un coltello mi aveva appena sfiorato.

- Fareste meglio a fare più attenzione alle vostre scelte future David, proprio come faccio io, perché non sarò così clemente la prossima volta che commetterete un simile errore.

Xardas che nel frattempo si era messo in ginocchio e in attesa della "sentenza" definitiva chiese:

- Cosa vorreste fare di me? Non vi servo più a nulla ormai. Volete Imprigionarmi? Avete cambiato idea e volete uccidermi? Fate qualcosa, ma fatelo in fretta.

K sorridendo guardò l'avversario negli occhi rispondendo:

- Nutro l'assoluta certezza che non intralcerete più il mio cammino quindi non vi terrò prigioniero. Siete libero.

Xardas rimase allibito dinnanzi a quelle parole.

- Siete proprio stolto Lord Urien, non smetterò mai di venerare Sherfometh e credere nelle mie convinzioni.

K si tolse il guanto dalla mano destra e poggiò questa sulla fronte di Xardas che iniziò a urlare contorcendosi in pose innaturali. I muscoli del suo corpo erano rigidi e gli occhi spalancati e persi nel vuoto come se non gli appartenessero più. Durò tutto una manciata di secondi che sembrarono un'eternità. A quel punto K sussurrò al rivale:

- Ora anche voi vedete e provate ciò che ho provato io. Ribadisco di avere l'assoluta certezza che abbandonerete i vostri folli ideali in onore di qualcosa di più "nobile". Concordo con talune vostre concezioni, ma la sofferenza che avete inflitto alle vostre vittime non può essere giustificata. Ora tutto cambierà, perché quella stessa sofferenza la state provando in cuor vostro. Siete libero... Xardas.

L'uomo si alzò in piedi andandosene da quel luogo in silenzio. Nessuno ad eccezione di K aveva la certezza di ciò che avrebbe fatto in futuro, ma qualcosa era cambiato in lui. Qualcosa nel profondo della sua anima.

K m'incaricò poco dopo il compito di affidare i seguaci di Xardas a vere comunità di recupero e riflettere sulle mie azioni.

Mai e poi mai, mi sarei permesso di contraddirlo.

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