Capitolo 60: La fortezza

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Isaac

- Erwin dannazione! Si può sapere che diavolo ti è preso?

Conoscevo già la risposta, volevo solo sentirla dalla sua bocca.

Stava per rispondere, ma rimase spiazzato da ciò che si presentò davanti ai nostri occhi.

Su un'immensa prateria si ergeva, imponente, un'immensa fortezza dalle nere mura. Eravamo distanti qualche centinaio di metri da questa.

- Isaac, cosa significa?

Sentii il cuore battere con violenza e il respiro affannato come se avessi appena fatto una corsa.

- Erwin, dobbiamo tornare indietro.

- Akhilion ha detto che lo Spakter rappresenta il nostro inconscio, ma questa fortezza, non ha senso.

- Non per te Erwin.

Si voltò verso di me con fare dubbioso.

- Che significa?

Abbassai lo sguardo in un misto tra paura e malinconia.

- Significa che siamo nella mia mente. Conosco bene quel posto ed è troppo pericoloso. Dobbiamo andarcene.

Erwin tornò a fissare la fortezza.

- Cosa c'entra con te?

- Andiamocene da qui e te lo dirò.

Erwin fece cenno con la testa. Ci voltammo, ma come immaginavo, la porta da cui eravamo entrati era sparita.

- Dobbiamo trovare un'alternativa - affermai visibilmente scosso.

- Come hanno fatto gli altri a uscire da qui?

La domanda di Erwin mi fece riflettere.

- Sharmila non lo sa, era ancora posseduta da Derkavest. Kayla e Herb invece, hanno affrontato l'Anomalia del fuoco.

- Significa che anche noi dovremo affrontare un'Anomalia?

- No Erwin, troveremo un'alternativa.

- Cosa c'è in quella fortezza?

Avrei voluto rispondergli ma era troppo complicato da spiegare.

- Allontaniamoci e cerchiamo un'uscita alternativa. Una volta fuori da qui ti dirò tutto.

C'incamminammo dalla parte opposta della costruzione. Le foglie cadevano dagli alberi cullate dal vento e si poggiavano soavi sui ciuffi d'erba. Il cielo, limpido e cristallino, risaltava i raggi del sole. Era incredibile come quel posto potesse essere idilliaco verso una direzione, ma terrificante in quella opposta.

- Isaac non ci sono vie d'uscita, rischiamo di perderci in questo modo.

- Non preoccuparti, ho un buon senso dell'orientamento.

In quel momento mi fermai voltandomi verso Erwin.

- Che ti prende Isaac? - Chiese dubbioso.

- Non ho mai conosciuto il significato della parola "amicizia", ma so certamente distinguere una persona altruista. Non ti ho ancora ringraziato per aver salvato me e Kayla poco fa. Se non fosse stato per te, adesso non sarei qui.

Porsi la mano. 

Erwin aspettò qualche secondo, dopodiché fece un cenno con la testa e la strinse forte.

- Troviamo l'uscita e andiamocene - disse sicuro di sé.

C'incamminammo nuovamente verso una meta indefinita, ma d'un tratto, un agghiacciante urlo penetrò le nostre orecchie.

Vidi Erwin spalancare gli occhi e irrigidirsi.

- Che diavolo è stato? - Chiesi scioccato.

Erwin si voltò verso di me chiedendomi:

- Proveniva dalla fortezza?

- Sì, non ho dubbi. Proveniva da lì.

- Allora dobbiamo andarci.

- Erwin sei impazzito? E' troppo pericoloso, credimi.

D'un tratto qualcuno a pochi metri da noi gridò:

- Altolà! Restate dove siete!

Era una delle guardie della fortezza in ricognizione. Iniziò ad avvicinarsi a noi con la spada sguainata.

Lo sguardo di Erwin divenne cupo.

- Chi siete? Uscite dall'area all'istante! - Ci ammonì la guardia.

In quell'istante lo stesso urlo che sentimmo poco fa provenire dalla fortezza tuonò nuovamente nelle nostre orecchie.

Con uno strattone, Erwin disarmò la guardia sferrandole un pugno all'altezza del torace. Il colpo fu così violento che il pettorale dell'armatura si frantumò come se fosse di vetro e la persona al suo interno svanì in una coltre di fumo.

Guardai esterrefatto Erwin chiedendogli:

- Ma che diavolo mangi a colazione?

Il suo sguardo era serio e rabbioso, così tanto da non rispondere direttamente alla mia battuta.

- Il mio inconscio sta incontrando il tuo Isaac. C'è mia figlia in quella fortezza. L'urlo che abbiamo sentito, era il suo.

Rimasi spiazzato da quell'affermazione.

- Voglio sapere cosa c'è là dentro Isaac e in fretta anche.

Feci un sospiro. Riuscivo a comprendere il suo stato d'animo, a maggior ragione dopo aver conosciuto la sua storia, così decisi di aiutarlo.

- Ti racconterò brevemente la mia storia, così potrai capire a cosa stiamo andando incontro.

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