Capitolo 111: A volte ritorna

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Isaac

- Come ci si sente? - Chiese John Bayles fissandomi sorridente.

Sgranai gli occhi come se mi fossi appena svegliato da un lungo sonno. Nella mente l'immagine del mio corpo agonizzante su un marciapiedi si faceva largo. Dove mi trovavo adesso? Per quanto mi sforzassi di mettere a fuoco, tutto quello che mi circondava era sgranato: interlocutore compreso.

- Allora? - Insistette egli.

- Che intendi dire?

- Come ci sente a... Morire?

Impallidii dinnanzi a quella domanda. Era questo il motivo per cui il mondo in cui mi trovavo adesso era così diverso da quello che conoscevo? Deglutii.

- Quindi è vero, sono morto, è questo che vuoi dirmi?

John scoppiò a ridere, dopodiché rispose:

- E' complicato da spiegare. Cercherò di essere preciso e sintetico: io ti ho ucciso, ma grazie agli spettatori sei ancora vivo.

- Di che diavolo stai parlando? Cosa c'entrano gli spettatori adesso?

Dalla sagoma sfocata di John riuscii a scorgere lo sguardo che da sorridente divenne serio.

- Sono coinvolti molto più di quello che credi.

- Ma il Reality Horror Show era finito. Sono tornato nel mondo reale... O almeno credevo di esserci tornato.

- Non preoccuparti Isaac, i tuoi dubbi sono più che leciti. Ora ti spiegherò tutto. Non ha importanza se riuscirai a capire o meno, la cosa che più m'interessa consiste nello spiegare tutto anche agli spettatori. Tu non lo sai ma ci stanno ascoltando. Ci hanno sempre ascoltato. Dall'inizio alla fine. Non eravate voi i protagonisti del Reality Horror Show... Erano loro.

Cercai di liberare la mia mente ascoltando le parole di John in religioso silenzio. 

- Gli spettatori mi hanno regalato così tante emozioni in passato che volevo premiarli in qualche modo, così ho deciso di farli diventare protagonisti inconsapevoli del Reality, o ancor meglio... Eroi. Ahimè si sa che il cammino di ogni eroe che si rispetti è costeggiato da decisioni complesse e soprattutto è dinamico nonché soggetto al cambiamento. Gli spettatori all'inizio non erano minimamente consapevoli delle loro capacità, infatti nessuno riusciva a sfruttarle a dovere. Pensavano che fossi io l'artefice dei vostri destini, senza sapere invece che le vicende si plasmavano esclusivamente in base alle loro scelte. Non avevo alcun piano in testa. Non era scritto da nessuna parte che Courtney dovesse essere la prima a morire e tu l'ultimo. Gli unici perni eravate voi, le Anomalie, K, i detective e le storie alle vostre spalle. Col passare del tempo e man mano che le scelte diventavano più complicate, gli spettatori hanno iniziato a capire il loro vero ruolo. Si sono uniti, hanno iniziato a pensare aiutandosi a vicenda e cercando di ascoltarsi l'un l'altro. Hanno capito che voi non eravate semplici pedine di una scacchiera, ma bensì esseri umani, proprio come loro. Hanno iniziato a tenere di più alle vostre vite piuttosto che sacrificarle solo per sapere come sarebbe andata avanti la storia. Adesso hanno superato anche l'ultima sfida di cui non erano nemmeno consapevoli.

- Di quale sfida stai parlando?

John iniziò a sorridere, dopodiché rispose:

- Ho sempre parlato con loro, direttamente o attraverso K. Nell'ultimo periodo, invece, con una banale scusa (vera solo in parte), non ho più comunicato con loro. Ho interrotto quel flusso che li legava a me e l'ho fatto fatto per un semplice motivo: il legame più importante è quello con la storia, quello con voi, con K, con Diane, con tutto questo invisibile universo. E vuoi sapere qual è stata la loro reazione? Hanno continuato ad accompagnarvi in tutte le vicende. L'inchiostro del Reality Horror Show è diventato sangue nelle loro vene. Scalpitano a ogni riga per capire come si evolveranno le vostre vite o semplicemente per conoscere il mistero che sto adesso svelando. Hanno creato un legame con voi. Non siete più solamente ammassi di carta e inchiostro partoriti dalla mia bizzarra e "buzzurra" mente (pensa Isaac, c'è una spettatrice che ora sta ridendo per aver letto "buzzurra"). Siete diventati molto di più. Siete esseri viventi, proprio come loro. Viventi nella loro testa, nel cuore, nell'anima. Io potrò uccidervi miliardi di volte, ma voi non morirete mai. Quando l'ultima pagina segnerà il termine di queste vicende, voi non verrete sepolti dagli ammassi di questo libro, sarete ancora vivi, nei loro ricordi. La memoria, come ho insegnato loro, è fondamentale. E voi sarete sempre ricordati, non ho più alcun dubbio su questo. Isaac tu sei ancora vivo, e non solo tu. Vi resta solo un ultimo compito da portare a termine.

Sapevo che stava parlando di Sherfometh, ormai riuscivo a vedere tutto quello che vedeva lui. Il grande disegno partito dal nostro risveglio nello Spakter e arrivato fino a questo punto. Un disegno creato non solo dalle sue mani, ma anche da quelle degli spettatori, diventati veri protagonisti di tutte le vicende. Sherfometh era l'ultimo ostacolo. Qualcosa che non potevo ancora prevedere perché andava persino oltre il pensiero di John, tuttavia adesso era ben chiaro nella mia testa chi ero e cosa dovevo fare.



Nota per i lettori:
Credetemi e' stato molto difficile cercare di non considerarvi in quest'ultimo periodo. La mia scusa sull'assenza di tempo era vera solo in parte. Spero possiate perdonarmi, ma ho fatto questo sacrificio "per la scienza" :P

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