Capitolo 30: Incontri inaspettati

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Diane mi lanciò le chiavi della sua auto, questa volta riuscii a prenderle al volo.

- Vedo che fai progressi ragazzo.

Ricambiai il suo sorriso ed entrai in macchina.

- Dove siamo diretti?

- Dobbiamo recuperare il diario di mio nonno. Molte storie sono impresse nella mia memoria, ma in quel diario sono racchiusi innumerevoli dettagli che potrebbero aiutarci in qualche modo. Percorri la strada principale per circa 50 km, ti dirò io dove girare.

- D'accordo.

Misi in moto la macchina e partì.

- Allora, posso avere qualche news su questi Wyndyl o devi farmi morire di curiosità?

- Voglio farti morire di curiosità.

- Merda, ma sei seria?

- Certo.

Come sempre, non riuscivo mai a capire qual era il confine tra l'ironia e la serietà. Con Diane era praticamente impossibile scoprirlo.

Diane guardò il mio volto e sorrise.

- Ricordo milioni di storie sui Wyndyl, cosa ti interessa sapere?

Chi non conosce Diane interpreterebbe questa come una domanda normale. In realtà la sua era una domanda retorica. Volevo capire su quali dettagli ero più interessato per condurre le indagini.

- Direi di cominciare dal principio, parlami delle loro origini.

- Diciamo che a livello puramente storico ci sono pochi fatti concreti. Le scoperte di mio nonno si basavano principalmente sui loro miti. L'unica cosa che si sa con certezza è che vivevano nella zona delle americhe prima ancora dei Maya e degli Aztechi.

- Non esisteva ancora la scrittura, è per questo che non ci sono documenti storici. Come ha fatto tuo nonno a scoprirne miti e leggende senza il supporto della scrittura?

- Questo purtroppo è un segreto che mio nonno si è portato nella tomba, ma se riuscissimo a recuperare il suo diario, forse potremmo scoprirlo.

In quel momento, intravidi una macchina in lontananza. Sembrava che fosse posta in orizzontale rispetto la strada, ma a causa del buio, non ne avevo la certezza. Misi gli abbaglianti. Era una normalissima utilitaria che stava sbarrando la strada. Decisi così di suonare il clacson. C'era qualcuno dentro l'auto ma sembrava che non avesse sentito. Fui costretto ad accostare.

- Ma che diavolo sta facendo quel tizio? E' sordo per caso?

- Calmati David, ho un brutto presentimento.

- Di che tipo?

Diane scese dalla macchina visibilmente preoccupata e si diresse verso l'individuo.

- Aspettami Diane!

Scesi anch'io e corsi verso di lei.

Arrivò per prima all'auto, accese la torcia per guardare all'interno. Dopo un secondo esclamò:

- Cazzo!

Si allontanò dall'auto e andò sul ciglio della strada a vomitare.

Curioso ma inquieto sbirciai anch'io all'interno.

Lo spettacolo era davvero agghiacciante.

Sul sedile del guidatore vi era il cadavere di un uomo a cui erano stati cavati gli occhi e i denti. La gabbia toracica era aperta e da questa fuoriuscivano le budella putrefatte circondate dai vermi.

- Porca troia, che cazzo è successo?

Sentii in lontananza il motore di un'altra auto che ci stava raggiungendo. Dovevamo bloccare il traffico e avvisare la polizia locale.

Diane si era seduta sull'asfalto visibilmente scossa. Mi piazzai così al centro della strada per fermare l'auto in avvicinamento che sopraggiunse nel giro di qualche secondo.

Mi accorsi solo in quel momento che era una pattuglia della polizia. Andai verso il finestrino per parlare con l'agente.

- Abbiamo scoperto un cadavere. Dovete venire a controllare...

Non feci in tempo a finire che sentii qualcosa spingermi sullo stomaco. Era la canna di una pistola.

Non riuscivo a vedere chi fosse a causa del buio, ma lo scoprii poco dopo non appena iniziò a parlare.

- Vai a dire a quella sgualdrina di salire in macchina. Prova a fare una mossa falsa e vi ritroverete con il culo ricoperto di piombo. Le pistole poggiatele sopra il cofano.

La voce era quella dello sceriffo Sommer. Sembrava una persona completamente diversa rispetto quella che avevamo incontrato non molto tempo prima, tuttavia non avevo dubbi. Era proprio lui.

Mi avvicinai a Diane sapendo di avere una pistola puntata alle spalle. Le spiegai l'accaduto chiedendo:

- cosa facciamo adesso?

- Mantieni la calma. Dobbiamo fare ciò che dice.

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