Capitolo 108: L'ombra della paura

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Nota per i lettori: Vi comunico che Reality Horror Show e Psychologia hanno vinto gli Horror Games indetti da @HorrorIT rispettivamente nelle categorie "Horror Magico" e "Horror Adrenalinico"! Oltre a ringraziare nuovamente lo staff di @HorrorIT, ci tengo a ringraziare anche tutti voi lettori e mi scuso per non essere riuscito a rispondere ai commenti degli ultimi capitoli, ma come ormai sa chi mi conosce, io ho un rapporto di amore/odio con il tempo :). Detto questo vi lascio al prossimo capitolo sperando come sempre che possa piacervi. Alla prossima! :D


Tetre colline si ergevano negli abissi dell'oscurità inondate da venti prima colmi di calore e un attimo dopo di gelo. Sinistre stelle ruotavano e cambiavano forma sopra i nostri occhi in un turbinio di colori che s'intrecciavano nell'ombroso manto della notte. Pulsanti i nostri cuori ormai consapevoli che tutto si sarebbe a breve concluso, ma ignoranti su ciò che sarebbe stato il futuro, sempre se questa parola potesse avere ancora un significato. Mostruoso l'essere dinnanzi ai nostri occhi la cui forma antropomorfa si discostava da ogni geometria che appartenesse all'umana concezione. Nero come inchiostro il sangue che scorreva nelle sue vene rimbombando come un silenzioso eco all'interno del corpo.

Edith e Diane erano terrorizzate e impotenti di fronte a quella visione. La paura assalì anche la mia anima. Tutto mi sarei aspettato, ma non questo. Corpo e volto mutavano senza alcuna costanza, senza regole. Prima giovane, poi anziano, prima gelido, poi caldo, prima deforme, poi armonioso, prima uomo, poi donna: il tutto nell'arco di quelli che sembravano lunghi e interminabili secondi. L'unica costante di quell'essere e di quel luogo, era il mutamento.

Edith lasciandosi avvolgere dal terrore incoccò una freccia nel suo arco.

- Fermati! - Urlai non appena mi resi conto delle sue intenzioni.

Troppo tardi. La freccia era stata scagliata. La traiettoria avrebbe portato alla testa di Sherfometh, ma qualcosa di anomalo avvenne alla freccia non appena si avvicinò a circa mezzo metro dal corpo di quell'essere. Questa si bloccò all'improvviso rimanendo sospesa nell'aria, come controllata da mani invisibili. Dopo alcuni istanti svanì in una coltre di fumo come se fosse appena entrata in contatto con il calore emanato dal Sole. La scena non fece altro che terrorizzare ancora di più Edith e Diane. Dovevo prendere al più presto il controllo della situazione. Mi voltai verso di loro dicendo:

- Ascoltatemi bene, so come affrontarlo, non dovete aver paura, controllate le vostre emozioni o altrimenti farete ciò che vuole lui.

Diane cercò di parlare, ma l'indescrivibile voce di Sherfometh giunse alle mie spalle. Mi resi conto che si trovava a pochi centimetri da me.

- So perché sei qui - le sue parole tuonarono nelle mie orecchie espandendosi nell'anima.

Mi voltai lentamente inorridendo dinnanzi a quella visione. Le nere vene sembravano poter esplodere da un momento all'altro mentre lacrime, anch'esse nere, scendevano dai suoi occhi con l'iride dall'indefinito colore.

- La verità - aggiunge - è che non posso essere compreso.

Quelle parole crearono una smorfia nel mio volto. Di cosa stava parlando? Non feci in tempo a controbattere che continuò il suo discorso.

- Tra poco questi campi saranno inondati da sangue e sudore, ma sappi cavaliere, che io non posso essere annientato.

- Anche se siete il primo uomo, posso garantirvi che nessuno è immortale.

Dal volto di Sherfometh sembrò trasparire una sorta di ghigno.

- Un uomo. Sovente dimentico ciò che narrano le leggende sulla mia natura. E' tendenza dell'essere umano semplificare con improprie descrizioni ciò che non riesce a spiegare.

- Di cosa state parlando?

- Nemmeno i Wyndyl sono stati capaci di osservare le mie radici. La paura ha annebbiato le loro menti facendogli creare una leggenda senza fondamento.

Quelle parole insinuarono il dubbio in me. Possibile che le leggende dei Wyndyl fossero solo storie inventate narrate da coloro la cui paura si era impossessata dell'anima?

- Chi siete veramente? - Chiesi senza nascondere un tremulo nella mia voce.

- Io sono un "non essere". Ho un creatore, ma non appartengo a nessuno. Sono unico, ma non singolare. Ho un'età, ma non conosco il tempo. Sono in questo mondo ma non ho confini.

- Che cosa siete?

- Preparati allo scontro, ma sii consapevole che nessuno vincerà. Né bene né male trionferanno quest'oggi, perché noi non rappresentiamo nessuno dei due.

- Xardas sacrificava vite umane per il vostro volere, come potete dire che non rappresentate il male?

- Xardas, come ogni essere umano, non è stato capace di comprendere ciò che sono veramente. Nutro amore e odio allo stesso tempo, sono un vortice che non conosce confini, pronto a esplodere disintegrandomi per poi ricompormi l'istante dopo. Caos che diventa armonia. Armonia che diventa caos. Persino tu non riesci ancora a comprendermi. Credevi ti saresti trovato dinnanzi al male, tuttavia ti stai rendendo conto solo adesso che non è così, ma la situazione anziché rincuorarti ti spaventa ancor di più in quanto non possiede spiegazione. Ogni parola non è altro che fumo che svanisce nell'oscuro manto del cielo, inghiottito dal turbinio delle stelle. Nn srvn regl, qst possn ssr violt, MA SENZA REGOLE TuTTo divEnTa ConFusO e IncomPreso. Affrontami, ma non aver paura di me.


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