Capitolo 18: Visioni

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Sharmila

Non posso negarlo, dopo l'esito del voto comunicatoci da K, le mie gambe iniziarono a tremare. Continuai a guadare verso il televisore evitando di incrociare gli sguardi degli altri. Ero decisa, ma la paura era come il soffiare del vento sulle fragili radici della mia determinazione. Cosa sarebbe successo? Cosa avrei visto? Sarei riuscita a sopravvivere anche questa volta? Le domande tempestavano la mia mente mentre Erwin si avvicinava a me.

- Sharmila, ne sei proprio sicura?

Sospirai.

- Ormai è deciso Erwin. Lo farò, qualunque sia il prezzo da pagare.

Dietro Erwin potevo vedere lo sguardo compiaciuto di Isaac. Courtney invece preferiva non incrociare i miei occhi. Era come se si sentisse in colpa per la decisione presa dagli spettatori. Era difficile vederla in quello stato, così provai a farle coraggio.

- Courtney, è la cosa giusta da fare.

Mi avvicinai al suo orecchio parlandole sottovoce

- in questo modo possiamo anche dimostrare che Isaac è solo un idiota.

Riuscii a strapparle un lieve sorriso, ma la sua preoccupazione per la mia vita era più forte di una semplice battuta.

Rivolgendomi a tutti, li invitai a fare silenzio mentre mi concentravo, ma Isaac dovette dire la sua.

- Avanti piantala con queste buffonate e mostraci cosa sai fare. Sempre se ci riesci.

Feci un sorriso e risposi

- Credimi Isaac, non sarà un bello spettacolo.

Chiusi gli occhi e iniziai a sfregare i pollici sugli indici. Dovevo liberarmi dalla realtà che mi circondava.

Provai a concentrarmi.

Iniziai a sentire il formicolio partire dai piedi ed espandersi ovunque.

Potevo avvertire il calore emanato dalla mia pelle. L'energia scorreva fluida giungendo fino alla testa.

Non riuscivo più a percepire la presenza degli altri nella stanza, a breve non avrei percepito nemmeno la stanza stessa.

Riuscivo a sentire il respiro affievolirsi e i battiti del cuore dimezzarsi.

Il difficile arrivava in questo momento.

L'impatto con una realtà diversa a quella cui ero abituata poteva creare dei problemi.

Ecco ora lo sentivo, anche la stanza era sparita.

Sentii il mio corpo librarsi nell'aria nell'oscurità di un nuovo mondo.

Era arrivato il momento di riaprire gli occhi.

La paura mi teneva stretta per mano. Non sapevo cosa avrei visto o udito. L'unica cosa di cui ero certa, era il fatto che dovevo rimanere concentrata il più a lungo possibile. In questo modo avrei visto più immagini e udito più suoni. Ogni singola immagine in una visione, poteva rivelarsi di fondamentale importanza.

Dopo un breve istante di riflessione, aprii gli occhi. Non dimenticherò mai ciò che vidi.


L'ultima dannata immagine mi aveva fatto perdere la concentrazione.

Mi aveva trovata.

Non so come ma, mi aveva trovata.

Iniziarono a ricomparire gli altri e l'intera stanza.

Non riuscivo ancora a metterli a fuoco, ci voleva tempo.

Qualcuno si avvicinò a me, ma non riuscivo ancora a capire chi fosse.

Sentivo qualche suono, ma era incomprensibile.

Forse quella persona mi stava chiedendo come stavo, ma non posso esserne certa.

"Un momento, c'è qualcosa che non va."

Perché non riuscivo a respirare?

I battiti, anche quelli, erano deboli, non stavano tornando alla normalità.

"Che diavolo sta succedendo?"

Sentii il mio corpo irrigidirsi e le vene gonfiarsi.

Iniziai a non vedere più nulla ma non avevo gli occhi chiusi, forse si erano rivoltati.

Sentii la saliva uscirmi dalla bocca, non riuscivo a trattenerla.

Qualcuno stava urlando il mio nome.

Mi accorsi solo in quel momento che il mio corpo tremava, sempre di più, sempre di più.

Il tremore divenne incontrollabile.

Era come se tutti i muscoli non fossero più sincronizzati con la mia mente.

Caddi sul pavimento continuando a tremare.

"Dannazione è insopportabile."

"Aiuto!"

Avrei voluto gridare ma stringevo i denti così forte che non riuscivo a emettere neanche una sillaba.

"Vi prego aiutatemi!"

Non riuscivo più a sentire nulla, se non un lungo e interminabile fischio nelle orecchie.

Era finita. Questa volta era finita sul serio.

Provai uno strano senso di rilassamento.

Il mio corpo non emanava più calore. Era gelido, come quello di un cadavere.

Le immagini della visione stavano passando di nuovo davanti ai miei occhi, quando all'improvviso,

il buio.

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