Capitolo 75: Ritorno al rifugio

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Tristezza, malinconia, ansia, terrore, orrore. In nessuna fase della mia vita ebbi mai provato tutte queste orribili sensazioni allo stesso tempo. Varcare la porta dello Spakter e tornare al rifugio non fu di alcun conforto, per il semplice motivo che questa storia non era ancora finita. Superata la soglia della porta vidi Sharmila, Kayla e Herb con Akhilion ancora legato alla sedia vicino al fuoco del camino. I loro sguardi erano fissi su di me in attesa di risposte. Risposte che mai avrei voluto dare. Vidi Kayla abbassare lo sguardo rabbuiandosi. La ragazzina aveva già capito tutto. Era davvero sveglia al contrario degli altri due. In quel momento Sharmila venne verso di me rivolgendomi quella domanda che mai avrei voluto sentire:

- Dov'è Erwin?

Quale risposta avrei dovuto darle?

Voleva morire? E' morto per colpa degli spettatori? E' morto per colpa mia? La mia bocca non diede nessuna di queste risposte. Non ero abbastanza forte per questo.

- Puoi arrivarci da sola Sharmila, sai non è difficile.

Vidi i suoi occhi e la sua bocca spalancarsi mentre il volto impallidiva.

- F... F... Forse torna p... P... Più tardi? - Chiese Herb ancora speranzoso. Fu Kayla a rispondergli.

- No Herb. Erwin, non tornerà più con noi.

Quell'idiota iniziò a urlare come un forsennato mentre piangeva. Prese a calci tutto ciò che gli capitava a tiro, tanto che persino Akhilion lo ammonì.

- Ehi stai attento a non calciare la mia sedia, non voglio finire arrostito prima del tempo, grazie.

Herb non gli diede ascolto e continuò imperterrito. D'un tratto si avvicinò a me con prepotenza scagliandomi i suoi pugni sul petto.

- E' c... C... Colpa tua!

Gli afferrai con forza i polsi bloccandolo.

- Herb datti una calmata adesso, non ti conviene farmi incazzare in questo momento!

- D... D... Dovevi proteggerlo!

Nonostante fossi consapevole di aver fatto del mio meglio per proteggere Erwin, quelle parole mi ferirono come una sottile lama. Isaak ora era nella fortezza, ma era come se una piccola parte di lui fosse ancora con me. Come se non mi avesse abbandonato del tutto.

"Fanculo" pensai tra me e me "perché dovrei sentirmi in colpa per qualcosa che non ho fatto?"

Diedi uno strattone a Herb facendolo cadere per terra.

- Adesso ascoltatemi, vi racconterò tutto quello che è successo.


***


Raccontai loro tutti gli avvenimenti compreso il voto degli spettatori e la visione finale di Urien. Nessuno aveva il coraggio di proferir parola. Erano tutti sconvolti e persi nei meandri dell'oscurità di questo fottuto gioco. Erwin era l'unico in grado di tenere unito il gruppo e dare a tutti la forza di proseguire. Nessuno avrebbe potuto prendere il suo posto adesso. Nessuno poteva tornare indietro per cambiare gli eventi. Eravamo persi, senza speranza e senza la forza per proseguire. D'un tratto Akhilion iniziò a parlare:

- E' meglio per voi che non entriate più là dentro.

Lo guardai dubbioso chiedendogli:

- Cosa vorresti dire?

- Secondo te, genio, perché Urien si è limitato a fissarti senza fare nient'altro?

- Forse perché è collegato a me in qualche in modo?

- Sbagliato. Noi Anomalie non abbiamo nessun legame con voi. Ci manifestiamo solo quando, come e a chi vogliamo. Urien vi ha appena dato un avvertimento.

- Che genere di avvertimento?

- Dovete sapere che è un'Anomalia molto particolare, egli passa il suo tempo ad allenare i poteri e le capacità di combattimento, per questo motivo non vuole nessuna interferenza. Al momento il vostro peregrinare nello Spakter lo sta infastidendo. Il prossimo che entrerà là dentro, posso garantirvi che vedrà la sua armatura a pochi centimetri dalla faccia.

Quell'affermazione non fece altro che scoraggiarci ancora di più. Ora non avevamo davvero più alcuna speranza. Decisi così di sfruttare gli ultimi istanti della mia vita.

- Signori, vorrei godermi questi ultimi momenti, quindi ora andrò a farmi una bella dormita e appena mi sveglierò mangerò le riserve di cibo nella dispensa. Non ho idea se rimarrà qualcosa. Sarà il mio stomaco a dirmelo, non certo il desiderio di sopravvivenza. Vi consiglio quindi di non ostacolarmi o sarà peggio per voi. Per quanto mi riguarda, il gioco è finito. I nostri destini sono segnati. E' solo questione di tempo.

Voltandomi sentii Sharmila urlarmi alle spalle.

- Sei il solito idiota Isaac! Non ti permetterò di fare quello che ti pare!

Mi voltai furioso verso di lei rispondendole a tono.

- Provaci!

Mentre la fissavo vidi qualcosa che mi sorprese. Qualcosa che non potevo prevedere. Qualcosa in grado, forse, di peggiorare ulteriormente la nostra situazione: la pelle di Sharmila era più pallida e grinzosa, mentre gli occhi iniziavano ad assumere un colore giallastro.

Anche Akhilion la stava fissando e ciò che m'intimoriva ancora di più, era il suo volto terrorizzato. 

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