Capitolo 80: Kayla - 1° parte

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- Coraggio Kayla, seguici.

I miei genitori s'inoltrarono nella foresta nonostante i cartelli lo vietassero.

- Ma riusciremo a trovare la strada per tornare indietro?

Mio padre Matsuda si inginocchiò guardandomi dritto negli occhi.

- Kayla ti prego, seguici senza fare domande.

Mi voltai verso mia madre Elaine che fece un cenno con la testa per far sì che obbedissi a mio padre.

Ricominciai a camminare rimanendo in silenzio. Proprio come volevano loro.

Il sole splendeva nel cielo espandendo i suoi raggi tra i rami degli alberi. Di fronte a noi regnava il silenzio. Gli unici suoni appena percettibili erano dei flebili cinguettii accompagnati dal rumore dei nostri passi che calpestavano il terreno.

In quel momento mia madre si rivolse a Matsuda.

- Ne sei ancora sicuro?

- Non abbiamo altre soluzioni Elaine, ne abbiamo già parlato.

- Si ma... Kayla.

Mio padre si fermò chinando il capo verso il terreno.

- Vorrei che potesse andare in maniera diversa, ma non è possibile. Se non lo faremo, prima o poi ci troveranno e saranno gli altri a farlo per noi. E' questo ciò che vuoi?

Elaine scosse la testa e riprese a camminare.

Avvertivo una strana sensazione. Non capivo cosa volessero fare i miei genitori e nemmeno a cosa si stessero riferendo.

Avanzando trovammo un piccolo corso d'acqua davanti a noi.

- Qui andrà bene - disse mio padre.

Vidi le mani di mia madre iniziare a tremare. In quel momento si avvicinò a me abbracciandomi forte.

- Mi dispiace piccola mia. Non immagini quanto.

- Di cosa mamma?

Iniziò a piangere senza aggiungere altro.

Rivolse lo sguardo a mio padre dicendogli:

- Ti prego Matsuda, fa presto.

Ora anche lui si era messo a piangere, mentre mia madre tirava fuori dalla borsa una pistola.

- A cosa serve quella? - Urlai.

Ciò non fece altro che annientare ancor di più il cuore di mia madre.

- Matsuda, fa in fretta!

Mio padre si accertò che la pistola fosse carica e la puntò sulla testa di Elaine.

- Papà che stai facen...

In quell'istante sentii le orecchie fischiare. Mi girava la testa, non riuscivo a restare in equilibrio. Sentivo un tremendo dolore alle orecchie. Mentre m'inginocchiai a terra, vidi il corpo di mia madre vicino a me ricoperto di sangue sulla testa.

Mi voltai indietro ritrovandomi la pistola puntata sulla mia testa e mio padre avvolto dalle lacrime.

- Mi dispiace Kayla, non abbiamo altre soluzioni.

I singhiozzi coprivano la sua voce. Vidi il suo dito sul grilletto iniziare a muoversi. Sentii il battito del mio cuore che divenne simile al galoppare di una mandria di cavalli.

- Papà...

Matsuda spostò la canna della pistola dalla mia testa e iniziò a urlare a squarciagola.

- Papà... Che sta succedendo?

Non riusciva a parlare a causa delle lacrime.

D'un tratto puntò la pistola sulla sua testa.

- Papà!

Il fragore di quello sparo attraversò il mio cuore e la mia anima. Di nuovo le orecchie iniziarono a fischiare e farmi male. 

Iniziai a urlare anch'io in un misto di rabbia e dolore.

"Perché hanno fatto questo? Perché!"

Non appena il dolore alle orecchie iniziò a placarsi, mi avvicinai al corpo di mio padre piangendo.

Gli occhi erano rimasti aperti. Glieli chiusi poggiando la testa sul suo petto in preda alla disperazione. 

Mi voltai verso il corpo di mia madre. I suoi occhi invece erano già chiusi.

Mi resi conto solo in quel momento di esser rimasta sola nel mezzo della foresta.

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