Capitolo 71: Senza scampo

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Mi avvicinai a Evelyn esitando, ma questa volta qualcosa era diverso. Potevo avvertire il calore emanato dal suo corpo, i battiti del cuore, l'aria che entrava nei suoi polmoni. Evelyn era di fronte a me ed era viva. Misi le mie braccia intorno alle sue spalle e la strinsi forte a me.

Non avevo alcun dubbio. Non avevo la benché minima idea di come fosse possibile, ma quella era davvero mia figlia.

Le onde di malinconia che accompagnavano da tanti anni la mia barca, si erano in un attimo sopite.

- Papà dove sei stato tutto questo tempo?

Una lacrima scivolò sul suo braccio.

- Io...

- Portami via, voglio andarmene da qui!

Mi voltai verso Aehres per controllarla. Era rimasta ferma in mezzo alla stanza.

- Fammi dire un'ultima cosa a quella signora e poi ce ne andiamo, ok?

Evelyn annuì felice.

Guardai l'anomalia dritta negli occhi e stringendo i pugni dissi:

- Aehres, non so quali siano le tue intenzioni, ad ogni modo io e mia figlia ce ne andiamo, non provare in alcun modo a ostacolarmi... O sarà peggio per te.

Mi sarei aspettato una reazione spietata o provocatoria da parte sua, invece riuscì ancora una volta a sorprendermi facendo un sorriso.

- Erano migliaia di anni che non osservavo un legame così forte. Nonostante la mia età, la natura è stata capace ancora una volta di sorprendermi. Non hai nulla da temere da me Erwin, tuttavia non so se riuscirai a fuggire.

- Piantala con questi giochetti? Sei con me, o sei contro di me?

Aehres si avvicinò a me librandosi nell'aria. Non appena il suo volto fu a una manciata di centimetri dal mio, disse sottovoce:

- La natura di noi anomalie è più profonda dell'oscurità dell'universo. Buona fortuna Erwin.

In quell'istante Aehres svanì lasciando una coltre di fumo al suo posto.

"Ma che diavolo significa?"

Senza pensarci troppo presi la mano di mia figlia per dirigermi verso l'uscita, ma tutto intorno a noi cambiò. Ora vi erano decine di porte e la stanza era diventata più luminosa. Mi voltai verso Evelyn con la paura che potesse sparire da un momento all'altro come l'anomalia, ma questa volta era diverso. Lei era ancora affianco a me, mano nella mano.

D'un tratto sentimmo innumerevoli passi avvicinarsi agili verso di noi. Passarono pochi secondi prima che ci ritrovammo circondati da un mucchio di soldati. Ora tutte le uscite erano sbarrate. Non vi era alcun modo di fuggire.

Stavano accadendo troppe cose in un lasso di tempo così breve da non permettermi di ragionare.

"Tutto questo è reale?" Quella domanda continuava a tempestare la mia mente.

D'un tratto uno dei soldati iniziò ad avvicinarsi a noi mentre gli altri rimasero fermi in posizione di guardia. Con tutta probabilità era il loro comandante.

- Forestiero, consegnatemi la prigioniera e non vi sarà recato alcun danno.

Trascinai Evelyn alle mie spalle cercando di proteggerla. Erano troppi, persino per me. Non sapevo davvero cosa fare. La forza non mi avrebbe aiutato questa volta.

- Forestiero, non fatemelo ripetere una seconda volta.

Decisi in quel momento di fare la cosa più saggia.

- Perché la tenete prigioneria? Cosa può aver fatto di così grave una bambina?

- Non sono tenuto a fornirvi informazioni. O la prigioniera o la mia lama, scegliete.

Rimasi qualche secondo in silenzio per riflettere, dopodiché risposi.

- Chi vi ha ordinato di imprigionarla? Il nome del vostro capo non deve restare segreto.

- Al momento sono io a decidere. Proferite un'altra parola e, mio malgrado, vi prometto che non vedrete la prossima alba. La prigioniera... Ora.

Il comandante sguainò la spada per intimorirmi.

- Papà ti prego aiutami, quelle persone sono cattive.

- Evelyn, resta vicino a me.

Portai mia figlia verso il soldato porgendogli la sua mano.

Egli mi fece un cenno con la testa rimettendo la spada nel fodero.

- Vi ringrazio per il vostro servigio forestiero, sarete ricompensat...

Non appena sfiorò la mano di mia figlia, lo afferrai per entrambi i polsi spezzandoglieli entrambi. Le sue urla di dolore erano così forti che non riusciva nemmeno a dare l'ordine ai suoi uomini di attaccarmi. Approfittai del caos e dello sbigottimento generale prendendo in braccio Evelyn e cominciando a correre.

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