Capitolo 19: Gli occhi della morte

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Courtney

- No Sharmila non puoi farmi questo, svegliati maledizione! Svegliati!

Io e Erwin eravamo gli unici che stavano provando a svegliarla, gli altri invece se ne stavano impalati come degli idioti.

- Che diavolo state lì a guardare! Dateci una mano! Fatela svegliare!

Fu Isaac a rispondermi, ma questa volta il tono della sua voce non era spavaldo come altre volte.

- Courtney... Credo non possiamo fare nulla per lei.

- Non dire stronzate e aiutaci Isaac!

In quel momento vidi Erwin alzarsi in piedi con il volto colmo di tristezza.

- Courtney, temo che Isaac abbia ragione. E' già da troppo tempo che non respira, inoltre non riesco a sentire i battiti del cuore.

Sentii il viso ricoperto dalle lacrime. Non poteva essere vero.

- No, non è possibile, non può finire così.

Erwin s'inginocchiò vicino a me abbracciandomi.

- E' m... M... M... Morta?

Erwin si rialzò in piedi e rispose a Herb.

- Si Herb, non ce l'ha fatta.

In quel momento la rabbia iniziò a prendere il sopravvento sulla tristezza. Mi alzai in piedi anch'io e, presa dalla collera, iniziai a urlare verso il televisore.

- E' colpa vostra! E' solo colpa vostra! Siete stati voi a decidere! Non ve ne fregava niente di lei! Per voi era solo una pedina sacrificabile per questo stupido gioco! Andate tutti all'inferno!!

Iniziai a lanciare per aria tutto ciò che mi capitava tra le mani. Questa volta fu Isaac a fermarmi.

- Fermati Courtney! Non ha senso comportarsi così.

- Tu! Lurido pezzo di merda, sei stato tu a convincerli a votare si!

- Probabilmente sì, ma nessuno di noi voleva che andasse in questo modo, nemmeno gli spettatori.

- Non m'interessano le tue giustificazioni!

In preda alla furia, presi l'attizzatoio del camino rivolgendo la punta verso Isaac.

- Courtney, lascia quell'attrezzo, subito!

- Va al diavolo Isaac!

Corsi verso di lui, ma le enormi braccia di Erwin mi braccarono.

- Lasciami Erwin!

- Courtney dannazione sei impazzita? Cosa pensi di fare? Vuoi davvero uccidere Isaac?

Scoppiai nuovamente in lacrime e lasciai cadere per terra l'attizzatoio. Erwin dopo averlo messo lontano da me, mi abbracciò di nuovo dicendo:

- mi dispiace che se ne sia andata in questo modo, mi dispiace molto. Credimi.

- Voglio tornare a casa. Voglio andarmene da questo inferno!

- E' quello che vogliamo tutti Courtney, ma comportandoci così non arriveremo da nessuna parte.

Vidi Isaac avvicinarsi a noi e rivolgersi a Erwin che nel frattempo si era staccato da me.

- Erwin, dobbiamo considerare il fatto che Sharmila non è riuscita a dirci ciò che ha visto.

- Lo so Isaac, lo so. Prima di pensare a un nuovo piano però, dobbiamo prenderci tutti qualche minuto per riprenderci.

- Non c'è tempo Erwin, dobbiamo muoverci a trovare qualche soluzione!

- Sai, avevo iniziato a sperare che anche tu avessi un cuore, ma a quanto pare mi sbagliavo.

Mentre loro due parlavano me ne stavo seduta per terra a pensare a Sharmila. Non potevo certo dire che fossimo amiche, ci conoscevamo a malapena, ma di certo, oltre a Erwin, era l'unica persona del gruppo a piacermi. La sua bontà, il modo di fare, l'essere ingenua, erano tutti pezzi del suo carattere che mi avevano colpito, ma ora non c'era più e dovevo farmene una ragione.

A un certo punto Erwin chiese:

- Kayla, c'è qualche problema?

Mi voltai verso Kayla e vidi che continuava a fissare il cadavere di Sharmila senza distogliere lo sguardo. Decisi così di parlare anch'io

- vuoi una foto per caso?

Sapevo di esser stata acida, ma iniziavo a non sopportare più quella ragazzina.

- Sto parlando con te! O sei sorda per caso?

Più m'ignorava e più m'irritava.

Cominciai ad andare verso di lei. Vidi Erwin pronto a reagire nel caso avessi fatto qualche stupidaggine come quella con l'attizzatoio.

D'un tratto Kayla si voltò verso di me fissandomi negli occhi. Il suo sguardo mi paralizzò. Se prima mi sentivo decisa, ora era come se fossi indifesa davanti agli occhi di un mostro.

Dopo un breve istante di silenzio, iniziò a parlarmi.

- E' ancora viva.

Credevo di aver capito male, ma osservando lo stupore nei volti degli altri, mi resi conto di aver afferrato la frase.

Non ebbi il tempo di replicare alla sua affermazione che un violento sussulto attirò l'attenzione di tutti.

Sharmila aveva aperto gli occhi.

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