Capitolo 81: Kayla - 2° parte

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Kayla

Per svariate settimane, la solitudine accompagnò il mio cammino tenendomi stretta la mano. Non riuscivo a sentire altro che lo strusciare delle foglie sugli alberi mossi dal vento.

Dopo la morte di mio padre, tentai invano di trovare la strada del ritorno, ma era un'impresa impossibile.

D'un tratto, durante il mio cammino, incrociai lo sguardo di un uomo che se ne stava seduto sul ciglio di una roccia. Era molto anziano. Barba e capelli erano bianchi ed erano in contrasto con la sua carnagione olivastra. Non era giapponese, proveniva sicuramente da un'altra zona. Mi avvicinai a lui. La sua voce era calda e soave.

- Che stai facendo da queste parti ragazzina?

Non risposi. Una delle tante cose che mi aveva insegnato Matsuda consisteva nell'essere diffidenti verso gli sconosciuti.

L'uomo aggrottò la fronte, poi continuò a parlare.

- Spero tu non sia qui per il mio stesso motivo. Comunque mi chiamo Basileios.

Allungò la mano verso di me, ma io non feci altrettanto.

- La prudenza è un dono di questi tempi, ma puoi stare tranquilla, non ho alcuna intenzione di farti del male.

Basileios poggiò la mano sopra il terreno. Nel momento in cui la tolse, sopra di questo si formarono dei piccoli fiori.

- Come ci sei riuscito? Sei un mago? - Chiesi impulsiva.

Basileios sorrise, dopodiché rispose:

- La natura è ricca di segreti, ma l'uomo ha perso la volontà di indagare.

Rimasi così sorpresa che non riuscii a proferir parola, fu di nuovo Basileios a rompere il silenzio.

- Immagino tu abbia fame, ho qualcosa da mangiare qui con me e ho anche un po' d'acqua.

Accettai senza pensarci.

Basileios rimase in silenzio, dopodiché, incuriosito chiese:

- Da quanto tempo sei qui?

- Tanto tempo, ma ho perso il conto.

- Cos'hai mangiato in questo periodo?

- Non avevo fame - dissi mentre ingurgitavo il panino che mi aveva appena dato.

- Cosa vuol dire che non avevi fame? Avrai pur mangiato qualcosa se sei qui da molto.

Scossi la testa. Era la verità. In tutto quel tempo non ebbi mai sentito il bisogno di mangiare, anche se nemmeno io riuscivo a spiegarmelo.

Sul volto di quell'uomo erano disegnati sorpresa e stupore. Pensavo mi ritenesse pazza, invece una parte di lui mi credeva.

- Posso farti una domanda anch'io? - Chiesi.

- Certo che puoi.

- Sei qui per lo stesso motivo di tutte le altre persone?

Basileios aggrottò la fronte stringendo i denti.

- Una persona molto cattiva mi ha portato via il mio caro nipote. Si chiamava Noah.

L'uomo iniziò a tremare.

- Ho avuto troppa paura e non sono riuscito ad affrontarlo. Non oso immaginare quali sofferenze possa aver patito Noah, ed è tutta colpa mia. Quindi sì, mi trovo qui per lo stesso motivo delle altre persone.

- Hai ancora paura di quell'uomo che ha preso tuo nipote?

Basileios annuì sforzandosi di trattenere le lacrime.

- Perdonami ragazzina, non era mia intenzione renderti partecipe delle mie sofferenze. Immagino che tu abbia già le tue a cui pensare.

- Mi chiamo Kayla.

Allungai la mano verso di lui.

Egli fece un sorriso stringendola.

- Basileios? Conosci la strada per tornare indietro?

- Sì, la conosco e se vuoi posso mostrartela, ma sappi che non ho intenzione di abbandonare questo luogo e il motivo per cui sono qui.

Feci cenno con la testa dicendo:

- Ok Taro.

Basileios mi guardò dubbioso.

- Che significa "Taro"?

- E' un nome giapponese, se vuoi conoscerne il significato, devi prima insegnarmi a far sbocciare i fiori.

Feci un sorriso.

Basileios mise una mano sulla mia spalla ricambiando il sorriso.

- Kayla, questa è un'arte che richiede anni di apprendimento. Sono disposto a posticipare la mia fine per insegnartela, ma tu devi essere disposta ad imparare. Inoltre, potrai farmi tutte le domande che vuoi, ma otterrai le risposte solo quando ti riterrò pronta a riceverle. Ora dimmi, vuoi davvero imparare a far sbocciare i fiori?

Riflettei qualche secondo su quelle parole per poi rispondere:

- Sì.

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