[Brano: Silent running - Hidden Citizens]
Era questo il posto, riuscivo ancora a sentire l'energia scorrere nell'ambiente nonostante fossero già passati diversi mesi. Non era stato facile riuscire a ritrovarlo ma finalmente ce l'avevo fatta. Il suo corpo non era più lì, probabilmente era stato spazzato via dalle intemperie, ma la sua anima, riuscivo ancora a percepirla. Presi una rosa che ebbi colto pochi istanti prima e la seppellii nel punto esatto dove il mio sguardo incrociò quello di Taro l'ultima volta.
- Sai, finalmente sono riuscita a far sbocciare i fiori, proprio come mi avevi insegnato. Ci ho messo molto tempo, ma alla fine ce l'ho fatta.
Era difficile riuscire a parlare con lui dopo ciò che avevo fatto. Cercai di farmi forza continuando il discorso.
- Avevo promesso che ti avrei svelato il significato del tuo nome non appena avrei imparato e io mantengo sempre le promesse: poco dopo che i miei genitori si suicidarono, c'è stato un momento in cui anch'io mi sarei voluta togliere la vita. Non aveva senso continuare in quel modo. Una mattina svegliandomi, decisi di fare un'ultima camminata prima di porre fine a tutto. Nutrivo ancora una piccola speranza di trovare il sentiero per andarmene da questa foresta, ma quel giorno vidi qualcosa che ebbe uno strano effetto su di me. In una zona della foresta, l'erba era più alta e i filamenti erano ricoperti da gocce di rugiada.
- Non so dirti di preciso cosa avvenne dentro di me in quel momento, ma era come se avessi ritrovato la voglia di vivere, di non mollare. Forse ero appena entrata in contatto con il segreto che nasconde l'energia dell'acqua di cui mi hai parlato tempo fa, solo che non potevo saperlo. Il giorno in cui t'incontrai, all'inizio ero diffidente, ma quando facesti sbocciare quei fiori, in quell'istante, riuscii a scoprire la bellezza di questo luogo che tutti temono. Era come se fossi viva e morta allo stesso tempo. Per questo ho deciso di chiamarti Taro, il tuo nome, tra i tanti significati che può assumere, scritto in un certo modo significa: campo di rugiada.
In quel momento sentii una strana energia provenire dai dintorni. Conoscevo bene quella sensazione. Erano Yurei malvagi. Iniziai a intravederli in lontananza, erano tutti diretti verso di me. Il mio legame con Taro era così forte che era in grado di attirare le loro attenzioni. Mi alzai in piedi sistemandomi lo zaino alle spalle. Dovevo andarmene e alla svelta. Fissai il punto dove seppellii la rosa per un'ultima volta, fissai l'anima di Taro per l'ultima volta.
Iniziai a camminare con passo rapido verso sud, l'unica direzione in cui non vedevo Yurei, ma bastarono pochi istanti per rendermi conto che in realtà mi avevano già circondata. Non avevo alcuna via di fuga. Avrei dovuto affrontarli.
Non ero più la bambina di una volta, ma avevo ancora molto da imparare. Non ero ancora riuscita a padroneggiare la tecnica Shamaki, ma in questo momento, non avevo altra scelta.
Mi posizionai al centro dell'enorme cerchio formatosi dalla schiera di Yurei.
"Controlla il respiro Kayla. Deve essere ben ritmato e profondo."
Misi i piedi all'altezza delle spalle stendendo le braccia in avanti con i palmi delle mani rivolti verso i miei nemici. Dovevo riuscire a domare la prima fase della tecnica per crearmi un varco che mi permettesse la fuga. Non sarei mai stata in grado di passare alla seconda fase creando una sfera, di conseguenza sarei rimasta scoperta ai lati e alle spalle. Consapevole del rischio irrigidì ogni muscolo del mio corpo concentrando tutta l'energia sui palmi delle mani.
I secondi passavano, ma non succedeva nulla. Nessuna barriera di energia, nessun segno della tecnica Shamaki. L'unica cosa che ero in grado di percepire erano le mie forze abbandonarmi sempre di più.
"Riprovaci Kayla. Riprovaci!"
Tentai di nuovo eseguendo gli stessi movimenti. Nel frattempo gli Yurei si avvicinavano sempre di più. Ogni loro passo faceva crescere il terrore nella mia anima rendendo estremamente difficile concentrarmi.
Di nuovo niente. Non ero ancora capace di eseguire quella tecnica. Ogni tentativo era inutile, il mio destino era ormai segnato.
Guardai malinconica il punto in cui seppellii la rosa.
"Finalmente ci rivedremo Taro" pensai mentre la tristezza abbracciava un barlume di speranza.
Gli spiriti erano a un passo da me. Cominciai a sentire la mia energia vitale diminuire. Le palpebre si facevano pesanti assieme alle gambe.
In quell'istante tuttavia avvenne qualcosa d'insolito in me. Nella mia mente scorrevano agili le immagini della morte di Taro e della mia codardia. Percepii un brivido di rabbia diffondersi in tutto il mio corpo. Rabbia che prima si tramutò in dolore per poi diventare determinazione. D'un tratto le parole che Taro ripeteva durante i miei allenamenti risuonarono violente come fulmini nella mia testa.
"Non arrenderti Kayla! Non arrenderti mai!"
La determinazione divenne un potente urlo che uscì dalla bocca spargendosi in tutta la foresta.
- Taroooo!!
Quasi come se il mio corpo fosse mosso dall'inerzia, mi posizionai nuovamente per eseguire la tecnica Shamaki. Questa volta una barriera di energia dalle azzurre sfumature si creò davanti ai miei occhi permettendomi di creare un varco dinnanzi a me.
Iniziai a correre con tutte le mie forze per evitare attacchi dai lati o alle spalle. La barriera colpì tutti gli spiriti che si frapponevano tra questa e me, altri invece si allontanavano impauriti.
- Guardami Taro, ci sono riuscita, ce l'ho fatta! - Urlai mentre ero intenta a scappare.
Nonostante fosse morto, era come se il nostro legame non si fosse mai spezzato. Era come se egli fosse ancora lì con me a proteggermi. Nonostante la frenesia del momento, riuscivo a percepire una misteriosa energia sommarsi alla mia.
Continuavo a usare tutte le mie forze per tenere la barriera. Iniziai a sentire l'odore del sangue cadermi dagli occhi e macchiarmi il volto.
Dopo diverse centinaia di metri, seminati gli Yurei, mi accasciai al suolo priva di forze. Ero al sicuro, ormai gli Yurei non avrebbero potuto più raggiungermi. Rivolsi lo sguardo verso il cielo mentre, nelle vicinanze, lo scorrere dell'acqua di un ruscello permeava il mio udito. Mi pareva di scorgere la sagoma di Taro in mezzo alle nuvole, ma forse era solo una visione, una sorta di miraggio. Ad ogni modo, mentre pensavo anche al ruscello, solo quel giorno fu chiaro quale fosse uno degli innumerevoli segreti dell'acqua. Attorno a essa la vita e la morte s'inseguono intrecciando i loro cammini. Esseri umani, animali, piante, cellule, prima o poi, in un modo o nell'altro, incontrano la morte. Ma l'acqua... L'acqua continua a scorrere inesorabile senza fermarsi dinnanzi a nulla. L'energia di Taro era come acqua tra le mie mani.
Dopo quelle riflessioni i miei occhi si chiusero. Non ricordo cosa avvenne in seguito. Ricordo solo di essermi risvegliata in un letto d'ospedale.
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Reality Horror Show
Horror#1 in Horror 22/05/20 (Un immenso GRAZIE a tutti i lettori :D) ---- A volte mi chiamano mostro, altre volte demone, altre volte ancora spettro. L'unica cosa che posso dirti è che puoi chiamarmi K e ho creato, solo per te, il più grande show che l'es...