Capitolo 110: Wyndyl e Anomalie

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In mezzo all'oscurità di quella lotta, mai mi sarei potuto immaginare che le Anomalie potessero in qualche modo raggiungerci. Non sapevo ancora se gioire o perdere le speranze, questo sarebbe dipeso solo da loro, i miei simili. Ogni loro decisione non era affatto scontata.

Si trovavano tutti e quattro sotto gli increduli occhi di tutti: Akhilion, Aehres, Fakbhaal e Derkavest. Incrociai lo sguardo con Akhilion che fece un sorriso. Mi bastò quel gesto per capire che era stato lui a condurli all'esterno dello Spakter. Come riuscii io a suo tempo, anche lui ora era stato capace di uscirne. Fakbhaal e Derkavest, sconfitti all'interno dello Spakter, sapevo che erano ancora vivi. Nessuno può sconfiggere noi Anomalie: questa convinzione tuttavia vacillava dinnanzi al potere di Sherfometh. Il mio piano non si era ancora attuato, ma il pensiero di averlo sottovalutato aleggiava tenebroso in me.

- Sono felice che voi Anomalie siate tutte riunite per questo evento. Solo mi domando: con chi vi schiererete?

Aehres posizionandosi di fronte agli altri prese la parola:

- Mi sorprende che tu sia consapevole della nostra natura Sherfometh.

Le parole di Aehres mi fecero sorridere. La nostra essenza, il cui mistero era celato persino agli occhi dei Wyndyl, emergeva come onde all'orizzonte in quel luogo. Libero arbitrio: due semplici parole per identificare ciò che ci rendeva così diversi da ogni figura mitologica o religiosa. Angeli e demoni, fiere ed eroi, tutti erano schierati, ognuno rappresentava il bene o il male, ma per noi Anomalie ogni cosa era diversa. Ogni istante della nostra esistenza è caratterizzato dalla possibilità di scegliere ciò che fare del nostro destino. Libertà: nessuna espressione era così azzeccata per determinare la materia di cui eravamo costituiti.

Aehres aggiunse:

- In fondo non siamo così diversi, proprio per questo non ci schiereremo contro di te. Oggi non saremo noi il tuo avversario.

Sherfometh rimase glaciale dinnanzi a quell'affermazione mentre io mi struggevo impotente di fronte al dubbio. Perché erano qui? Perché proprio adesso? Cosa volevano veramente? Quelle domande avrebbero ottenuto presto risposta, ma l'attesa logorava il mio animo indebolendomi sempre di più.

D'un tratto, i miei occhi scrutarono qualcosa alle spalle di Sherfometh. Una sfumatura di colori che si confondeva in quella realtà rimanendone tuttavia distaccata. Sgranai gli occhi per osservare meglio e notai il delinearsi di una forma specifica. Assomigliava a una sfera, ma sembrava ancora... Incompleta. La curvatura partendo dal terreno, s'innalzava divenendo quasi invisibile raggiunta una determinata altezza. Forse si trattava di un'altra bizzarria di quel luogo, ma qualcosa continuava a non convincermi.

Mentre ero intento a fissare quella sagoma, Aehres continuò a parlare:

- Persino tu, Sherfometh, stai sottovalutando il tuo avversario.

Egli iniziò a ridere rivolgendo lo sguardo verso di me per poi distoglierlo tornando a fissare Aehres. L'Anomalia continuò a parlare senza lasciarsi intimidire.

- A breve tutto finirà, e tu, essere ignoto, svanirai per sempre da questa terra. La tua neutralità è destinata a vagare nell'oblio nell'attesa che gli equilibri possano essere sconvolti da esseri come noi Anomalie. Non sono stati i Wyndyl a rinchiuderci nello Spakter. Sei stato tu.

Le parole di Aehres mi scossero urtando ogni mia convinzione. Nemmeno io ero consapevole di questo avvenimento. Dopo qualche secondo fu Sherfometh stesso a risolvere ogni dubbio.

- Io sono stato creato per ripristinare l'ordine naturale. Sono stato costretto a rinchiudervi nello Spakter in quanto il vostro potere echeggiava al di là dei limiti di questo universo. Sono consapevole tuttavia, che tutto ciò sta cambiando, molto più rapidamente di quanto pensassi. Ora dimmi Anomalia, sei pronta a fare una scelta anche tu? A prendere una posizione? A decidere se affrontarmi o allearti?

- Come ho detto poc'anzi non saremo noi Anomalie il tuo avversario.

Solo in quel momento un'idea cominciò a balenarmi nella testa. Aehres parlava anche per mio conto, di conseguenza nemmeno io ero il vero avversario di Sherfometh. In quell'istante tutto divenne chiaro. Il mio piano poteva finalmente aver luogo. Le parole di Aehres e le sfumature di colori alle spalle di Sherfometh erano il segnale che stavo aspettando.

I Wyndyl erano pronti.

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