Capitolo 31: Agenti

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Io e Diane fummo ammanettati dallo sceriffo Sommer che ci fece salire sul sedile posteriore della sua auto. Al centro dell'abitacolo, una griglia teneva separati i sedili anteriori dai posteriori. Sommer girò la chiave e partì diretto verso Ancientwood.

Diane provò a farlo ragionare.

- Lo sa che è reato puntare la pistola contro un'agente dell'FBI senza avere un briciolo di prove?

Sommer iniziò a ridere.

- Pensavo che gli agenti dell'FBI fossero più furbi, ma mi sbagliavo.

- Che intende dire con questo?

- Esattamente ciò che ho detto.

"Perché non ci sta chiedendo nulla sul cadavere?"

- Sceriffo Sommer, non appena farò rapporto al quartier generale potrà dire addio al suo incarico.

Lo sceriffo non smetteva di ridere, poi ribatté:

- quale incarico?

- Quello da sceriffo mi pare ovvio.

- Mi dispiace dirvelo ma avete proprio preso un granchio.

Dopo quell'affermazione Diane rimase paralizzata.

- Che c'è? Qualcuno vi ha tagliato la lingua?

Decisi di rispondere io questa volta.

- Si può sapere chi diavolo sei?

- Lo sceriffo Sommer. Oh, ma che sbadato, sono vent'anni che non sono più sceriffo e che non mi chiamo più Sommer. Vi chiedo scusa, sapete... L'età.

Un altro agghiacciante pensiero balenò nella mia mente in quell'istante, forse era sbagliato fargli una domanda diretta, ma dovevo farlo.

- Tu... Tu sei K?

Sommer rimase in silenzio per un istante poi rispose:

- Ti piacerebbe. Così potresti vantarti davanti alla donzella di aver risolto il caso, non è così? Comunque no, non sono io K e non ho nemmeno idea di chi diavolo sia, anche se devo ammettere che è un tipo davvero in gamba.

Continuava a prendersi gioco di noi quando vidi sulla mia sinistra la stazione della polizia locale. Sommer, o come diavolo si chiamasse, non era diretto lì.

Diane ricominciò a parlare.

- Che mi dice degli altri agenti che erano con lei? Se non è più sceriffo perché seguivano i suoi ordini?

- Oh finitela con queste stupide domande e fatemi quella giusta.

Io e Diane riflettemmo guardandoci negli occhi, dopodiché fu lei a prendere la parola.

- Cosa avete fatto ai veri agenti di Ancientwood?

Sommer incrociò gli occhi di Diane attraverso lo specchietto e rispose:

- Bingo. Tranquilli, non ci metterete molto a scoprirlo.

Deglutii voltandomi verso Diane. Anche lei era sconvolta quanto me.

Dopo qualche secondo di silenzio Diane tornò alla carica:

- quindi quale sarebbe il tuo vero nome?

- Voi potete continuare a chiamarmi Sommer. Anzi, gradirei "signor" Sommer.

- Il cadavere che abbiamo trovato lungo la strada, è opera tua?

- In un certo senso... Sì.

"Merda. Non bastavano K e John Bayles, ora siamo vittime di un altro maniaco omicida."

- Se non ricordo male ti chiami Diane Palmer, dico bene?

- Vedo che la memoria non ti manca quando vuoi.

- Sai, in passato ho conosciuto un altro Palmer, il suo nome era William.

Vidi Diane spalancare gli occhi.

- E'... Era... Mio nonno.

- Già dovevo immaginarlo data la somiglianza.

- Come facevi a conoscerlo?

- Ha soggiornato ad Ancientwood per diverso tempo. In quel periodo ero ancora uno sceriffo.

- Lui è stato qui?!

- Certo. Oh è vero, tutti voi pensavate che fosse schizofrenico. Posso garantirti che era più lucido di noi tre messi insieme.

Diane non credeva alle sue orecchie. Vidi le lacrime iniziare a formarsi nei suoi occhi.

- Tuo nonno ha avuto un'enorme importanza per me lo sai? Mi ha rivelato cose che mi hanno cambiato la vita, ma ora basta con le chiacchiere, siamo arrivati.

Eravamo poco lontano dal centro di Ancienwood, in una zona sperduta e disabitata. Varcammo un cancello nero e arrivammo di fronte a un'enorme villa costruita interamente in legno.

Sommer accostò e ci fece scendere dalla macchina.

- Non trovate che sia meravigliosa? - Chiese indicando la villa.

Né io né Diane rispondemmo, così ci disse di seguirlo.

Inserì le chiavi nella porta principale e ci invitò ad entrare. 

Gli interni erano davvero maestosi. Ogni singolo mobile, arredo o oggetto, era decorato con placche d'oro. Al centro dell'ingresso si ergeva un enorme lampadario di cristallo che illuminava la stanza di giallo.

- Ragazzi venite qui! Abbiamo degli ospiti!

Dopo quelle parole sentimmo numerosi passi diretti verso l'ingresso. Non appena le prime persone si affacciarono, ci accorgemmo subito che erano gli stessi che avevamo incontrato con Sommer nella stazione di polizia.

In quel momento un'unica domanda infuriava nelle nostre menti:

"Dove diavolo sono i veri agenti di Ancientwood?"

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