Capitolo 5: Detective Palmer

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- Cerchi qualcuno ragazzo?

- Si sto cercando il detective Palmer. Sono il suo nuovo assistente David Cooper.

L'agente guardò nelle sue scartoffie per avere la conferma dei dati.

- Eccolo qui, David Cooper. Il detective Palmer arriverà tra cinque minuti.

- Grazie agente.

Ero molto agitato. Tutti mi avevano parlato bene di Palmer. Si dice sia una leggenda qui nell'FBI. E oggi avrei lavorato per lui. Un piccolo sogno che finalmente si stava realizzando.

- Agente, solo una curiosità, è vero che il detective Palmer ha risolto tutti i casi che gli sono stati assegnati? O è solo una leggenda metropolitana?

L'agente si tolse gli occhiali e rispose alla mia domanda.

- E' la pura verità. Nessuno ha mai visto una mente brillante come la sua. Riuscirebbe a scrivere la tua autobiografia guardandoti solo per venti secondi.

Non stavo più nella pelle. Era tutto vero. Non erano solo voci di corridoio. Quel giorno avrei lavorato per una leggenda, un mito. Che emozione.

- Ecco il detective Palmer ragazzo, sta venendo verso di te.

Non vedevo nessuno. C'era solo una donna sulla trentina vestita casual con un mazzo di chiavi in mano, forse era una segretaria. Si fermò davanti a me e guardando l'agente disse:

- quindi è lui il mio nuovo assistente?

Non pensavo che il detective Palmer fosse una donna. Mi aspettavo un uomo con almeno una cinquantina d'anni, ben vestito come si vede nei film, e invece...

- Pensavo fossi più alto ragazzino. Io sono il detective Diane Palmer.

Mi porse la mano.

- Io... Ehm... Piacere... David Cooper.

- Ehi non dirmi che ti aspettavi un uomo sulla cinquantina vestito con un impermeabile beige come si vede in tv?

- Io?! Sì... Cioè, no... Assolutamente.

Accidenti che figura da idiota che avevo fatto.

Diane capì l'imbarazzo e accennò un sorriso.

Dovevo subito rimediare.

- Da dove cominciamo detective? Sono al suo servizio - dissi deciso.

Diane mi squadrò da cima a fondo, dopodiché si legò i riccioli biondi.

- Dobbiamo cominciare dalla cosa più importante di tutte. Sei pronto?

- Certo sono prontissimo detective!

- Bene. Il tuo primo incarico sarà quello di prendere un caffè.

Cosa?! Avevo sentito bene?!

- Non dirmi che non lo bevi David?!

- Io... Beh ecco...

- Seguimi ti mostro la macchinetta. Fa un ottimo caffè. Sono sicura che è il migliore che tu abbia mai sentito.

Dalle parole e dal timbro della sua voce, continuavo a non capire dove fosse il confine tra la serietà e l'ironia.

La seguii esterrefatto. Nella mia testa miliardi di domande mi stavano assalendo. E' davvero lei la leggenda di cui tutti parlano? Una che anziché mettersi subito a lavoro preferisce prendere un caffè?

- A che stai pensando David?

"Merda non sarà mica telepatica?!"

- Niente, stavo solo pensando a cosa faremo dopo aver preso il caffè.

- Non ci pensare per ora. Bevi. Ma non ti abituare, l'offerta vale solo per oggi. Zucchero?

- No grazie, va bene amaro - dissi imbarazzato mentre mi porgeva il bicchierino.

- Appena inizi a bere sgombera la mente da ogni pensiero David. Questo è uno dei momenti più importanti della giornata.

Parlava come una sorta di monaco zen. Non riuscivo a capire se la cosa m'infastidisse o mi rilassasse.

Anche lei nel frattempo bevette il suo caffè. Sembrava averla rinvigorita da chissà che cosa.

- Ottimo! Come sempre. 

Gettò il suo bicchiere nel cestino e mi guardò fisso negli occhi con sguardo serio.

- Ora sono pronta. Prendi e guida.

Mi lanciò le chiavi di una macchina, ma non riuscii ad afferrarle al volo.

- Forza David sveglia! Ti voglio pronto! - Disse con ironia.

- Mi scusi.

- Dammi pure del tu. Sai le conversazioni in questo modo sono molto più rapide. Degli studi hanno dimostrato che dando del lei o addirittura del voi, le conversazioni durano in media un decimo di secondo in più per ogni frase pronunciata, e il tempo è una risorsa estremamente importante per sprecarla in questa maniera.

La fissai sbigottito, parlai solo dopo qualche secondo di silenzio.

- Scusa.

- Bravo ora si che mi piaci!

"Oh santo cielo, ma da dove diavolo è sbucata fuori questa?" Pensai tra un misto di sorpresa e imbarazzo.

- Dove siamo diretti? - Era l'unica domanda seria che mi era venuta in mente in quel momento.

- A circa 100 km da qui. Ad Ancientwood, la polizia locale ha un messaggio audio da farmi ascoltare. Pare sia indirizzato proprio a me.

- Conoscono il mandatario?

- A quanto ho capito, è un tizio che si fa chiamare K. 

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