Capitolo 70: Aehres

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Aehres, l'anomalia dell'aria, era proprio di fronte a me in quel momento. Il suo aspetto era qualcosa di magnifico e terrificante allo stesso tempo. Una sorta di ibrido tra un essere umano e uno spettro. Qualcosa che non sembrava appartenere al nostro mondo. Nessuno era mai riuscito a mettermi in soggezione, nemmeno in galera, ma questa volta...

- Ti ho osservato molto attentamente Erwin. Continuo a chiedermi, cosa succederebbe al gruppo se non ci fossi tu e tenerne le redini? Per ciò che ho potuto constatare, ognuno di loro è sacrificabile, ma tu...

- Cosa vorresti dire? - Chiesi col cuore in gola.

L'anomalia fece un sorriso e dal suo volto trapelò un'espressione che sarebbe stata capace di intimorire persino il diavolo.

- Vorrei dire che se tu non ci fossi... I giochi si farebbero molto interessanti.

Sentii i battiti del cuore accelerare come se avessi iniziato una corsa.

- Dimmi Erwin, davvero pensi che quelle immagini di Samantha e Evelyn fossero solo un'illusione? Davvero pensi che tutto sia nato esclusivamente dalla tua testa?

Dovevo andarmene, dovevo fuggire da quel luogo maledetto e dall'anomalia. Cominciai a guardarmi intorno alla ricerca di una via d'uscita.

- Vuoi già andartene? Abbiamo appena cominciato. E' da maleducati andarsene così presto.

Continuava a ridere e prendersi gioco di me, ma questa volta decisi di rispondergli a tono affrontando la mia paura.

- Sei eterea, cosa pensi di fare? Afferrarmi il braccio e fermarmi? Provaci! - Esclamai porgendole il braccio.

Aehres fece un altro sorriso.

- Allora è proprio vera la storia del drago infuocato.

L'anomalia mise la mano sul mio braccio ma, come era prevedibile, questa lo trapassò.

- No, non posso certamente afferrarti.

C'era qualcosa di fottutamente sinistro nelle sue parole. Mostrava una sicurezza disarmante, come se i suoi poteri fossero molto più temibili di così. Ad ogni modo non dovevo farmi distrarre, l'unico mio pensiero doveva essere quello di andarmene. Guardandomi intorno notai una porta proprio alle spalle di Aehres. Presi coraggio e cominciai a dirigermi verso quella direzione.

- Se la signora permette, dovrei andare a cercare un amico.

L'anomalia si girò su un fianco facendomi cenno con la mano di procedere, dopodiché disse sorridendo:

- All'inizio avresti voluto staccargli la testa, ora invece consideri Isaac un amico. Siete davvero buffi voi umani.

Cercai di non ascoltare le sue parole e proseguire nel mio cammino. Non appena le passai affianco avvertii una strana e indescrivibile sensazione. Era come se in quel momento potessi sentire la sua energia. Nonostante i sinistri brividi che stavano attraversando il mio corpo, decisi di proseguire imperterrito.

- Erwin?

"Non devo fermarmi, non devo darle ascolto."

- Sei proprio sicuro che tua figlia non sia in questa torre?

"Evelyn è morta tanto tempo fa, non devo lasciarmi ingannare dalle sue parole."

- Erwin? Guardami.

"Non voltarti, non voltarti."

- Guardami!!!

Quell'urlo risuonò violento nelle mie orecchie facendomi persino perdere l'equilibrio dal dolore. Mi voltai per un frazione di secondo , tanto quanto bastava per scorgere la sagoma di Evelyn. Aehres era sparita e al suo posto c'era mia figlia.

- Papà!

Mi alzai in piedi avvertendo una terribile morsa al cuore.

- Tu non sei Evelyn!

In quel momento quell'essere si tramutò nuovamente riprendendo le sembianze originali.

- Non sei poi così furba Aehres - dissi sorridendo.

- Riesci ancora a distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è Erwin? Io credo che la tua mente sia confusa.

- Non m'inganni con i tuoi giochetti dannata anomalia!

- Lo Spakter è un luogo affascinante ma pericoloso Erwin. Dovresti fare attenzione.

Voltai le spalle dirigendomi nuovamente verso l'uscita quando dall'oscurità vidi apparire Evelyn in lacrime. Mi voltai nuovamente, ma Aehres stavolta era dietro di me.

- Papà ti prego, portami via da qui.

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