Capitolo 77: Verità nascoste

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La stanza era molto più accogliente rispetto a quella squallida cella sotterranea in cui ci trovavamo pochi istanti prima. La mobilia era essenziale, un letto, un armadio e una cassettiera, il tutto ornamentato d'oro con una cura maniacale nei dettagli.

"Chissà a chi appartiene questa stanza."

Cercavo di distrarmi in tutti modi, ma il mio pensiero giungeva sempre a ciò che era accaduto pochi istanti prima a me e David.

"Chissà come starà andando con Xardas. Sarà dei nostri, o è solo uno dei tanti nemici?"

Non sapevo cosa pensare su quell'individuo, ma una cosa era innegabile: ci aveva tirato fuori da un'orribile situazione. Quei due fratelli folli ci avrebbero impartito chissà quali torture, invece il suo arrivo li ha fermati e, in un certo senso, spaventati.

Mi sdraiai sul letto con la testa colma di pensieri e riflessioni. Per la prima volta nella mia vita ero davvero stremata e poco lucida. Assieme ai pensieri degli ultimi istanti, giungevano inesorabili anche quelli relativi a mio nonno e alle pagine del suo diario.

"I Wyndyl. Sembra che in qualche modo siano legati a tutto ciò che sta succedendo, ma in che modo e perché?"

Tipica domanda da un milione di dollari a cui non sarebbe stato facile trovare risposta. Avrei dovuto continuare a indagare ma, nonostante il maggior comfort di quella stanza, era come se continuassi a essere in una prigione. Perché continuavano a tenerci lì? Perché ci avevano rapito? Perché quell'orribile omicidio lungo la strada? Chi diavolo sono davvero questi tizi?

Le domande non facevano altro che generare altre domande piuttosto che delle risposte e, al momento, non ero nella condizione giusta per pensare e ragionare. Sentivo le palpebre diventare pesanti e in pochi secondi l'oscurità mi avvolse.



Mi svegliai di soprassalto sentendo qualcuno entrare dalla porta.

- David! - Esclamai con l'anima colma di gioia e sorpresa.

- David, come stai? Cos'è successo con Xardas?

C'era qualcosa di strano in lui. Teneva lo sguardo verso il pavimento ed era parecchio silenzioso.

- David... Dove sono le tue ferite? - Chiesi sapendo che con molta probabilità non avrei ottenuto alcuna risposta.

D'un tratto alzò lo sguardo e mi guardò dritto negli occhi con fare severo. Feci un passo indietro.

Che diavolo gli era successo?

Pochi istanti dopo fece una domanda che mi fece gelare il sangue.

- Diane, cosa sai di mia sorella?

Feci un altro passo indietro sorpresa e allo stesso tempo impaurita. Rimasi in silenzio nonostante fossi consapevole che l'attesa non era mia alleata in quel momento.

- Diane, non farmelo ripetere una seconda volta.

Non potevo continuare a restare in silenzio, la situazione sarebbe degenerata.

- Cosa vuoi sapere David?

Strinse i denti trasformando la serietà in rabbia.

- E me lo chiedi anche?

- David cerca di rimanere calmo, non lasciarti accecare dalla rabbia. Cosa ti ha detto Xardas?

- E' da quando è scomparsa che indago, giorno e notte, per scoprire qualcosa o per avere un barlume di traccia su dove possa essere finita e se è ancora viva. Secondo te come posso sentirmi dal momento che oggi vengo a sapere che la mia "collega" ha già indagato su tutta la faccenda risolvendo il caso? Ora Diane, dammi un solo cazzo di motivo per rimanere calmo e ti prometto che lo farò!

Sospirai. Come faceva Xardas a sapere certe cose? Ad ogni modo dovevo dare qualche spiegazione a David. La sua ira stava toccando vette pericolose.

- Non ho ancora risolto il caso e non so nulla di tua sorella. Ho solo provato a indagare per vedere se riuscivo a scoprire qualcosa. Niente di più e niente di meno. Sto tuttora indagando e nel caso dovessi avere delle novità saresti la prima persona a cui lo direi. Non ti ho mai detto nulla perché non ce n'era alcun motivo. Non avrei fatto altro che compromettere il tuo stato mentale.

Ora David strinse anche i pugni. Con un filo di voce rispose alle mie affermazioni.

- Stai... Mentendo.

Cominciai a tremare. Questa volta era stato davvero capace di spaventarmi.

- Mi dispiace Diane. Pensavo fossi una persona diversa, ma a quanto pare non è così. Xardas ha mantenuto la sua parola, ora io devo ricambiargli il favore.

David uscì dalla stanza senza più guardarmi negli occhi. Non ebbi nemmeno il tempo di ribattere che due tizi entrando mi presero con la forza.




Nota per i lettori: Dopo questo capitolo... Buon Ferragosto a tutti!!! :)

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