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Oko non glielo aveva mai detto, ma le notti in cui Doflamingo restava a dormire lo sentiva lamentarsi nel sonno. Erano lamenti senza parole, solo lamenti. Ma la sua fronte si imperlava di sudore, il cuore batteva come un tamburo nella gabbia toracica, Oko ne sentiva il suono cupo e vibrante nel silenzio della stanza. Si domandava cosa sognasse, quali demoni combattesse nei sogni. Quali nemici.

Chi sono i tuoi nemici, Doflamingo? Gli uomini che ordini di uccidere? No... non hai cuore per loro.

Nobuki-sama le aveva fatto promettere di stare attenta. Oko sapeva che la donna non vedeva l'ora che giungesse il momento della loro partenza. Glielo aveva ripetuto qualche altra volta, senza calcare troppo la mano per non creare troppo astio nell'aria: Donquijote è pericoloso.

E Oko lo sapeva davvero, non era una menzogna. Doflamingo ordinava di uccidere la gente e nel frattempo beveva vino e rideva. C'era una cattiveria con cui doveva esser nato, e che per qualche ragione lungo la strada della sua vita non aveva tenuto sotto controllo. Ecco, Doflamingo era un uomo fuori controllo. Non si poteva imbrigliare la sua furia, non si poteva ingabbiare la sua mente. Lavorava incessantemente, tesseva trame, negoziava, faceva affari sporchi e accumulava denaro e rete di conoscenze, persone in debito con lui. Una rete di creditori e schiavi. Spazzava via chiunque intralciasse i suoi affari.

E di notte quest'uomo, la cui sola stazza era intimidatoria, aveva gli incubi.

Oko dubitava fossero rimorsi. Doveva essere qualcos'altro, qualcosa che aveva probabilmente a che fare col suo passato.

Una notte, la ragazza stava dormendo profondamente, ma qualcosa disturbò il suo sonno e la portò a destarsi. Era Doflamingo che seduto accanto a le si stava rivestendo, stava infilando la camicia nera.

"Doflamingo...?" mormorò sollevandosi un po'.

Lui le lanciò un'occhiata sorpresa, come se non si fosse accorto di averla svegliata. Era sudato.

"Torna a dormire, Oko".

"Dove stai andando?"

"A fare una passeggiata. Torno direttamente alla Numencia, non aspettarmi".

"È successo qualcosa?"

"No".

"Stai tremando" mormorò ancora Oko, posandogli le mani sulle spalle. Ormai era lucida, si mise a sedere anche lei, accarezzò le sue braccia da sopra la stoffa nera della camicia che si stava riabbottonando, gli fermò le mani, cominciando ad abbottonarla al posto suo.

Solo allora la ragazza notò che Doflamingo indossava gli occhiali scuri. Era come se li avesse indossati non appena sveglio, prima ancora di rivestirsi. Lo schermavano dal resto del mondo.

Oko fece un sospiro mesto e glieli sfilò.

Vide rabbia passare nei suoi occhi, come se si fosse spinta troppo oltre, come se l'avesse infastidito con un gesto insolente. Ma lei non se ne curò, era caparbia e decisa a stargli vicino. Per questo gli cinse il collo con le braccia e lo baciò con delicatezza. La rabbia gelida di Doflamingo esplose senza far rumore. La strinse per le braccia e se la portò sopra guardandola furente, le vene sulla fronte gonfie e pulsanti. Il suo membro era già semi eretto, eccitazione e rabbia lo stavano svegliando. Nonostante questo riuscì ad entrare in lei e, stringendole i fianchi, cominciò a sbatterla con forza contro l'erezione, a cui bastarono poche violente spinte per farsi completamente dura. Non parlarono. Oko seppellì il volto contro la sua spalla per nascondere l'espressione un po' sofferente, era così violento da farle male. In quel momento stava solo usando il suo corpo per estinguere la sua rabbia.

"Oko" disse dopo un po', spezzando il silenzio.

"..."

"Voglio sapere se mi ami. E voglio sapere che cosa faresti se qualcuno tentasse di farmi del male, o di uccidermi" disse serio, con tono gelido e ancora furente. Continuava a prenderla con forza, le sue dita stavano lasciando segni bianchi sul suo corpo.

Eppure quelle semplici parole le fecero sentire più piacere che dolore.

"Ti amo, ti amo, sono tua per sempre" gli giurò stringendolo forte. "Se qualcuno osasse farti del male mi getterei come una leonessa ferita su di lui, e cercherei di fargli provare più dolore possibile prima di morire".

"La mia colombina" mormorò invece lui con tono roco, la strinse più forte ed eiaculò dentro di lei con dei gemiti bassi e profondi. Rimasero in silenzio. Doflamingo andò giù con la schiena e se la trascinò sopra, senza permetterle di sfilarsi. I loro respiri erano affannati. Poi, piano, uscì da lei. Era una sensazione così diversa, di appiccicoso. Oko rimase immobile stesa su di lui e gli accarezzò la linea del mento, lo baciò dolcemente.

"Chi è che vorrebbe farti del male?"

"Il mondo intero".

Doflamingo le raccontò del suo passato. Di come suo padre avesse rinunciato allo status di Nobile Mondiale. Non essendo più rivestiti di alcun titolo o potere, la gente della sua città si era ribellata contro di loro. Erano diventati il perfetto capro espiatorio per vendicarsi di tutti i soprusi subiti da tutti i Nobili Mondiali, l'unica occasione per far la pelle a dei nobili decaduti senza aver ritorsioni da parte del Governo. Aveva passato momenti atroci, momenti di tortura in cui, ancora bambino insieme a Rosinante, era stato convinto di morire. Al rogo, o trafitto da frecce, con gli occhi bendati e il suono del suo cuore che supplicava di vivere e farsi ascoltare contro le urla accanite della folla di popolani.

Aveva anche perso sua madre da bambino, lui e Rosinante avevano avuto, per colpa del loro padre, un'infanzia difficile.

Rosinante era la sua famiglia, tutto ciò che gli era rimasto.

"Che ne è stato di tuo padre? Dov'è adesso?" gli domandò Oko accarezzandogli i capelli biondi.

"Lui è... morto. È stato sparato. Io e Rosinante eravamo lì" disse freddamente, improvvisamente assorto.

Allora era questo che sognava la notte, il tipo di incubo che lo tormentava.

"Mi dispiace tanto... Capisco quello che provi per tuo fratello. Anche io sono rimasta tutta sola da bambina, Nobuki-sama adesso è tutto quello che ho."

Doflamingo la guardò.

"Soltanto lei?"

Oko si lasciò andare ad un sorriso.

"No. Adesso ci sei anche tu, amore mio" lo rassicurò, dandogli un bacio sulla tempia. Da quel momento, nei due mesi complessivi in cui la Donquijote Family rimase a Water Seven, Doflamingo e Oko si sentirono ancora più vicini, la complicità tra loro aumentò tantissimo, tornarono a ridere e scherzare insieme, felici come ogni amante.

𝘖𝘯𝘦 𝘗𝘪𝘦𝘤𝘦 𝘚𝘵𝘰𝘳𝘪𝘦𝘴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora