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«Irma...» esordì Ace con voce seria e bassa.

Silenzio.

«Stiamo insieme stanotte».

Il cuore di Irma cominciò a battere all'impazzata, e probabilmente quello di Ace quasi si era fermato, tanta era l'attesa. Il silenzio appena spezzato si era fatto ora più fitto, denso di significato.

Ace quella sera aveva preso il coraggio a due mani e, mentre chiacchieravano come ogni sera, seduti sul suo letto, si era sporto verso di lei e l'aveva baciata.

«Sì» disse la ragazza, e nonostante avesse la voce rotta dall'emozione, si sforzò di scandire quell'unica parolina in modo forte e chiaro, che emanasse decisione, fermezza, e non esitazione. In tal caso, Ace sarebbe tornato immediatamente sui suoi passi. Al suono di quella piccola parolina, Ace trovò improvviso coraggio.

Riprese a baciarla. Cercò i suoi occhi, nella stanza buia, rischiarata appena dai raggi di luna. Quella penombra era d'aiuto, perché l'aiutava a svestirsi della timidezza e del timore di quella nuova ed eccitante situazione.

Le mani di Ace corsero a sfilarle jeans e biancheria insieme, e Irma avrebbe potuto anche vergognarsene, se non che le mani di Ace erano così calde e rassicuranti che la calmarono subito, mentre andavano a sciogliere il nodo di stoffa sulla pancia, indugiando poi sui bottoncini della camicetta.

La fece scorrere lungo la pelle, lanciando qualche occhiata famelica al ventre, e il seno costretto nel reggiseno nero, fino a che Irma non se ne fu liberata completamente. Inarcò un poco la schiena per disfarsene e lanciarlo lontano, mentre lui ne approfittava per stringerlo subito tra mani. Le baciò il collo e lei gli accarezzò la schiena.


Senza smettere di rassicurarla con piccoli baci sotto l'orecchio, Ace armeggiò con i suoi pantaloni. Irma udì la cinta scattare, mentre lui con una mano faceva scivolare tutto giù. Presto anche le coperte finirono ai piedi del letto, per togliere definitivamente di mezzo qualsiasi impiccio. Si baciarono a lungo e alla fine Ace la fece stendere, si piegò maggiormente su di lei, cercando di non pesarle addosso. Si puntellò sui gomiti, e lei subito gli accarezzo le spalle.

Si abbassò a parlarle nell'orecchio, mentre con delicatezza si faceva spazio in lei, incontrando subito una resistenza.

«L'hai mai fatto con quel tuo fidanzato?»

Evidentemente l'aveva percepito. Lei si morse un labbro, scuotendo il capo. Lo sentì reprimere un sorrisetto di soddisfazione.

«Allora mi sa che adesso sei proprio solo mia» commentò e, con un movimento leggermente più deciso, la prese. Un sottile dolore si diramò dal basso ventre, e a Irma si inumidirono gli occhi. L'emozione però, era più forte. La sensazione di sentirsi così uniti, di avere quell'incastro perfetto.

Andò avanti con spinte dolci e poi lente, un po' più decise, e nonostante il piacere che si faceva largo in lei, non si permise di respirare. Qualche gemito languido le sfuggiva di tanto in tanto, ed era in quei momenti che lo vedeva sorridere, e allora le girava di più la testa, come se fosse ubriaca.

Dopo alcune spinte più vigorose, Ace si staccò di scatto, sprofondando supino accanto a lei. Lei ci si accoccolò contro.

«Sono sicuro di saperci fare meglio del tuo fidanzato».

𝘖𝘯𝘦 𝘗𝘪𝘦𝘤𝘦 𝘚𝘵𝘰𝘳𝘪𝘦𝘴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora